Un ottimo articolo di Massimiliano Fiorin su papalepapale (1) ci ricorda che il peggiore di tutti i vizi, quello che Nostro Signore deprecava di più, è l’ipocrisia.
Che vuol dire ipocrisia? In sostanza vuol dire: “predicare bene e razzolare male”. L’ipocrita, pur essendo una persona malvagia, vuole tuttavia apparire come un giusto, un santo, una persona buona, e per questo dissimula la propria malvagità, la tiene nascosta, fa anche la “morale” agli altri, etc etc.
Dunque l’ipocrita sa cosa è bene e cosa è male, sa anche di compiere il male, e, per orgoglio o per vanità, tiene nascosto questo suo comportamento malvagio in modo da apparire onesto e buono, cosa che può riuscirgli poiché egli sa cosa è bene e come dovrebbe comportarsi una persona buona.
“Smettetela di fare gli ipocriti”, questo fu in grido di Nostro Signore, ed è uno dei pochi Suoi appelli che anche oggi si ripete a gran voce da più parti: “Basta con tutta questa ipocrisia!”
Però, a rifletterci, il significato è un “tantinello” diverso… Quanto Gesù diceva di smetterla di essere ipocriti, ovvero di smetterla di predicare bene e razzolare male, intendeva: “smettetela di predicare bene e razzolare male ed abbiate la compiacenza di predicare bene e razzolare BENE”; invece nella moderna società l’appello anti-ipocrisia suona molto spesso come, “smettetela di predicare bene e razzolare male ed abbiate la compiacenza di essere COERENTI e pertanto, visto che vi comportate male è il caso che voi cominciate anche a predicare MALE”.
Alcuni esempi nella seguente tabella:
Situazione | Soluzione “anti-ipocrisia” | |
“soluzione” moderna | la via di Gesù | |
un prete ha una amante/concubina | matrimonio per i preti | la smetta di avere l’amante/concubina |
un prete è omosessuale | la Chiesa la smetta di essere “omofoba” | il prete la smetta di praticare la sodomia |
marito e moglie non si “amano” più | meglio divorziare | rispettino l’impegno preso davanti a Dio |
ci sono un sacco di divorziati con nuove situazioni sentimentali | comunione anche ai divorziati “risposati” | rinuncino alla nuova situazione sentimentale si riconcilino con i propri legittimi coniugi |
qualcuno ha tendenze omosessuali | faccia outing e viva con pienezza la propria “diversità” | viva in grazia di Dio e non nel peccato |
qualcuno ha rapporti “prematrimoniali” | non vada più in chiesa perché sarebbe “ipocrita” | viva il fidanzamento castamente oppure si sposi |
qualcuno non crede nell’indissolubilità del matrimonio | si “sposi” al comune | si convinca che sia la legge naturale che quella divina prevedono unicamente l’unione monogamica ed indissolubile fra uomo e donna |
…eccetera eccetera, invito i lettori che hanno capito il “giochino” a suggerirmi altri esempi da inserire in tabella.
In conclusione, non caschiamo nel tranello degli anticlericali (ovvero Satana) che in sostanza ci dicono: “visto che non sei PERFETTO al fine di sfuggire all’ipocrisia è opportuno che tu diventi PESSIMO” (perfido sillogismo, visto che nessuno è perfetto) e ricordiamoci che è pur sempre meglio “predicare bene e razzolare male” che non “predicare male e razzolare male”.
D’altronde l’altra frase che costoro (ovvero Satana) ripetono spesso, riferendosi ai nostri poveri sacerdoti o a noi cattolici in generale, è: “fate quello che dico ma non fate quello che faccio”. Ma questa frase, cosa che molto spesso si dimentica, CHI l’ha detta? L’ha detta Nostro Signore e non l’ha detta in senso “ironico”, ma in senso LETTERALE e serissimo: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno”. Dunque, ancora una volta, meglio predicare bene e razzolare male che predicare male e razzolare male, ossia, come scrisse Pierre de la Rouchefocauld, “l’ipocrisia è l’ultimo omaggio che il vizio rende alla virtù”.
Dopo c’è il sovvertimento di tutti i valori.
Pierfrancesco Palmisano
(1) http://www.papalepapale.com/develop/giuda-lipocrita-il-primo-pauperista-del-cristianesimo-che-non-a-caso-era-pure-un-ladro/
Ho letto con piacere questa nota di P. Palmisano e gli faccio i complimenti! Mi permetto di aggiungere qualche osservazione riguardante un risvolto del tema in questione sul quale è facile fare confusione.
Ipocrisia non è tanto, o solo, “predicare bene e razzolare male”, ma “predicare bene e razzolare male AL FINE DI APPARIRE COLLOCATO IN UNA POSIZIONE MORALE SUPERIORE A QUELLA ALTRUI PER MERO ORGOGLIO PERSONALE”.
So bene che questo si evince dallo scritto di Palmisano, ma ci tenevo a sottolinearlo, perché tra gli equivoci in cui il mondo trascina oggi molti cristiani c’è quello di far credere al cristiano che se egli “razzola male” allora non ha più il diritto di dire agli altri di comportarsi moralmente bene. Niente di più falso! Il cristiano non deve certo dirlo se il suo fine è quello, appunto, di mostrare se stesso agli altri virtuoso quando non lo è (in tal caso aggraverebbe la sua situazione morale). Ma ha tutto il diritto, ed anzi il dovere (!), di dire al suo prossimo di comportarsi bene anche se egli si comporta male.
Esempio: l’uomo che convive con una donna senza aver contratto matrimonio con lei e che, nonostante sappia che ciò è moralmente ingiusto, permane, per debolezza, nella volontà di continuare tale convivenza, conserva il pieno diritto/dovere di dire, ad un suo caro fratello più giovane per esempio, di non fare come lui, di scegliere il matrimonio anziché la convivenza, la quale è una scelta immorale oppure di dire ai suoi amici e conoscenti che la convivenza è una cosa moralmente sbagliata e che non si deve fare. Non è che, per non “predicare bene e razzolare male”, il cristiano che assume condotte di vita immorali perde il dovere di testimoniare la verità morale! Si tratta, invece, di adottare ogni contegno per non diventare, appunto, un ipocrita, una persona cioè che ammonisce per il gusto di mostrarsi moralmente superiore al suo prossimo. Perciò sarebbe opportuno, consentendolo le circostanze, riconoscere contestualmente che il proprio comportamento è sbagliato e immorale.
È un po’ quello che esprime P. Palmisano dicendo che è sempre meglio predicare bene e razzolare male che predicare male e razzolare male.
È ovvio che assieme al dovere di “predicare bene” permane altresì il preciso obbligo morale di tornare in grazia di Dio e condurre una vita moralmente retta.
Capita talvolta di venire a contatto con genitori incalliti nel peccato che non hanno alcuna intenzione di abbandonare le loro condotte di vita, i quali però consigliano o impongono ai figli, cui vogliono bene, di comportarsi in maniera moralmente retta, in modo opposto, cioè, a come hanno vissuto loro. Ebbene questi genitori non sono certo buoni genitori, perché non hanno dato un buon esempio ai loro figli, ma – dicendo ai figli di non comportarsi come loro, di essere moralmente retti – non sono nemmeno ipocriti, pur predicando bene e razzolando male.
Così, per riprendere una delle situazioni descritte nella tabella, il giovane cristiano che cadesse nel peccato consistente nell’avere rapporti sessuali senza essere sposato e che, Dio non voglia, per debolezza non riuscisse a distaccarsi da una simile abitudine, non è esentato dal dovere di affermare pubblicamente che i cosiddetti rapporti “prematrimoniali” sono contro la buona morale. [Va da sé che la prima cosa che questo giovane dovrebbe fare è cessare immediatamente di avere questi rapporti e cercare il pentimento per i propri peccati accostandosi al Sacramento della penitenza].
Nessuno mai si libererà dal dovere di testimoniare la verità. Questa testimonianza si distingue dalla condotta concreta di chi la rende. Essa, beninteso, non deve far cadere costui nell’illusione di essere “a posto con la coscienza” per il fatto di averla resa (una buona condotta non legittima una cattiva condotta), perché solo una buona confessione con il sincero proposito di cambiar vita (“razzolare bene”) potrà cancellare le sue colpe. Tuttavia rimane un atto cui il cristiano è tenuto, pena l’aggravarsi della propria condizione morale.
Grazie del tuo prezioso contributo “esegetico” 😀 del mio modesto scritto
Si pottebbe anche scollegare la frase generica. In sintesi, il predicatote predica. Il razzolatore razzola. (Stefano Maria Tommasi)
Concordo in tutto quello detto dal signor Palmisano come pure il contributo de signor Matteo.Ricordo che negli anni 50 i giovani mettevano presto su famiglia forse per non cadere in tentazioni ripetute.Oggi si sposano sempre più tardi non badando a diversivi di ogni genere…..ma è normale per tutti o,per una buona parte,sia uomini che donne.Vuoi vedere che nessuno ha mai pensato che questo loro modo di concepire un vivere libertino non vadi a toccarne la morale ? Penso proprio di no! Un domani ai loro figli mai andranno a raccontare una storia scomoda nonostante non vorrebbero succedesse.Diventa veramente un problema.l’ipocresia, imposessatasi della persona difficilmente si potrà estirpate,continuando magari ad essere tale per altre situazioni.
Si sente molto spesso parlare male dei giovani d’oggi ma,questi nostri ragazzi sono figli di una generazione passata ipocrita,che sempre ha voluto nascondere al mondo la parte peggiore a meno che,o per onesta’ di pensiero o,nel frattempo perche’ abbracciati gli insegnamenti di Gesù, hanno avuto il coraggio di dire: ” io ho sbagliato” e te lo vengo a dire a cuore aperto; non vorrei che tu facessi gli stessi miei errori,per il bene che ti voglio.
Ricordo che da piccola ( quasi 70anni meno uno), la mamma non voleva mai che uscissi dal bagno se non completamente vestita sebbene fossi figlia unica e in casa non c’era nessuno. Da sempre negli anni ho mantenuto questa regola e, se avessi avuto delle figlie mai sarebbero uscite di casa come si vedono tante ragazze ormai nude per la strada. La colpa primaria dei loro genitori, che non hanno mai trovato grave questo modo di atteggiarsi, ma se venissero violentate per tanta grazia esposta,allora scatterebbe immediatamente l’indignazione:quindi la denuncia.
Gran brutta cosa l’ipocresia!!