Questo breve studio fu pubblicato su un sito internet, dopo breve tempo è stato censurato dai gestori stessi del portale. Successivamente è stato rilanciato da una rivista internazionale (suddiviso in 2 numeri mensili) e tradotto in 5 lingue. Credo che la libera informazione, qualora intellettualmente onesta, soprattutto se gratuitamente diffusa sul web, debba essere tutelata e favorita, pertanto ripropongo il mio articolo censurato, aggiungendovi numerosi approfondimenti.
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Da Enciclopedia Cattolica, Vaticano, 1951, vol. IV, coll. 705 e 706, A. Messineo:
La derivazione etimologica del termine Cosmopolitismo (da cósmos e pòlis) ne esprime anche il concetto. Cosmopolitismo è quella concezione, la quale considera l’uomo come cittadino di tutto il mondo e conseguentemente nega ogni valore alla patria, nazione e Stato, ritenuti come barriere che dividono l’umanità.
È quindi da distinguersi dall’universalismo e dall’internazionalismo, il primo dei quali si riferisce all’atteggiamento concettuale e pratico di chi considera l’umanità come una famiglia omogenea nella natura e nelle aspirazioni, e quindi legata da vincoli morali, senza tuttavia negare né la patria, né la nazione, né lo Stato, mentre il secondo, nel senso più comune, mette in rilievo la necessità di una superiore unità giuridica degli Stati nella società universale delle genti. Tracce, invece, di Cosmopolitismo contiene l’internazionalismo marxista.
Il Cosmopolitismo è un concetto antico. Rimonta ai cinici, ma ebbe più ampia diffusione nel periodo ellenista. Con le imprese di Alessandro, caduta la concezione ristretta della pòlis, come nucleo politico chiuso al quale erano estranee le altre genti, il pensiero greco, venuto a contatto con quello orientale, si atteggiò in senso universalistico. A questo orientamento concorse lo stoicismo, che, muovendo da una concezione monistica dell’universo, agitato dallo stesso lògos immanente, pervenne all’affermazione che l’uomo è cittadino di tutto il mondo. Lo stoicismo romano ereditò questo concetto. Seneca, ad es., scrive : «Tutto questo mondo, che tu vedi, e che racchiude le cose divine ed umane, è uno … Noi siamo le membra di un gran corpo. In nessun luogo l’uomo è straniero … la sua vera patria è l’universo» (Epistola 95).
La concezione cosmopolitica si eclissa con la diffusione del cristianesimo, che nel suo universalismo concilia l’unità del genere umano, come famiglia derivante dallo stesso Padre celeste, con l’esistenza della patria, nazione e Stato. Essa rivive nel sec. XVIII con l’illuminismo, il razionalismo e il romanticismo. Le premesse agnostiche, cui si ricollegano questi indirizzi di pensiero, condussero ad una sopravvalutazione dell’umano, dalla quale derivò la cosiddetta religione dell’umanità, e quell’umanitarismo vago che si diffuse specialmente nei paesi anglosassoni.
Secondo questa nuova ideologia atea, l’uomo sarebbe l’essere supremo della natura e l’umanità il suo ultimo fine (antropocentrismo wojtyliano e bergogliano, NdR). Il suo dovere sommo consisterebbe nell’amore al genere umano, al cui progresso indefinito dovrebbero essere sacrificati tutti i sentimenti particolaristici, ossia il patriottismo e il nazionalismo, per conseguire una fratellanza universale.
Il periodo romantico vide dilatarsi tali concezioni. In tutti i paesi gli scrittori più noti si dedicarono a discreditare l’idea di patria e di nazione, ad es., in Francia il Renan, in Inghilterra lo Spencer, in Germania il Lessing, in Russia il Tolstoi, in Italia il Mazzini, che arrivava a prevedere il giorno in cui, col trionfo della legge morale dell’umanità, sarebbe sparita la patria oggi sacra.
Un valido sostegno ha trovato ancora il Cosmopolitismo nel pacifismo umanitario (es. «… il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli», Bergoglio sul martirio delle 3 suore in Burundi, cordoglio 8/9/2014, NdR), il quale ritiene che l’unico mezzo per raggiungere la pacificazione del genere umano consiste nella soppressione delle divisioni nazionali e politiche, causa di tutti i dissidi.
Come sopra è stato accennato, anche l’internazionalismo marxista porta tracce di Cosmopolitismo, in quanto definisce l’idea di patria e di nazione come un pregiudizio escogitato dal capitalismo, connesso con l’odierno ordine economico. Il proletario non ha patria; la sua azione deve tendere ad abbattere la società borghese e la sua struttura, per raggiungere, con l’abolizione di ogni potere politico, la fusione di tutti i popoli in una repubblica universale.
Tolto il nucleo di verità che ogni forma di Cosmopolitismo racchiude, nel rilievo dato all’unità del genere umano, alla fratellanza universale e alla necessità di eliminare le cause di divisione, idee comuni al sano universalismo, il resto è pura utopia, giacché non sarà mai possibile sopprimere patria, nazione e Stato, realtà che corrispondono alle leggi più profonde della natura umana e sono richieste dalle esigenze razionali, sentimentali, morali e fisiche dell’uomo.
Bibliografia a cura di A. Messineo per Enciclopedia Cattolica, v. Cosmopolitismo: A. Weiss, Apologia del cristianesimo. I : L’uomo intero, Trento 1894; G. Goyau, Uidée de patrie et Vhumanitarisme Parigi 1903; R. Eisler, Wórterbuch der philosophischen Begriffe, Berlino 1927; F. Meinecke, C. e Stato nazionale, Venezia 1930; F. D’Antonio, La filosofìa politica tedesca. Gli ideali cosmopolitici, Crema 1938; A. Messineo, La nazione, Roma 1942; C. Plessis de Granedan, Patrie, in DFC, III, coll. 1606-21
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Socialismo e comunismo sono definiti «funestissimi errori» nella Quanta cura (1864, Pio IX), ancora chiamati «pestilenza», sempre da Pio IX, nel Sillabo al paragrafo IV. Tali «sciagure» sono condannate più volte e con eloquenti (motivate) ammonizioni nella Lettera enciclica Qui pluribus del 9 novembre 1846; nell’Allocuzione Quibus quantisque del 20 aprile 1849; nella Lettera enciclica Noscitis et Nobiscum dell’8 dicembre 1849; nell’Allocuzione Singulari quadam del 9 dicembre 1854; nella Lettera apostolica Quanto conficiamur del10 agosto 1863.
Le «epidemie» del socialismo e comunismo, inoculate strategicamente nei popoli dalla massoneria, sono legate ad un’«iniqua cospirazione» con il nichilismo, dice la Quod Apostolici Muneris, 28 dicembre 1878. Non vi è nulla di comune fra le teorie socialiste ed il Vangelo, afferma Leone XIII nella Quod Apostolici Muneris, come diversamente sostiene la perniciosissima eresia della Teologia della Liberazione (riabilitata arbitrariamente da Bergoglio, basti pensare al caso Miguel d’Escoto Brockmann). Leone XIII condanna il «socialismo, comunismo, nichilismo», unico e solo movimento di ispirazione massonica, soprattutto per la sua opposizione ai valori morali, agli istituti naturali, ai legittimi diritti di proprietà e di autorità.
La proprietà, difatti, non è un ritrovato umano, come affermano le teorie massonico-socialiste, ma corrisponde alla legge naturale e divina. Il socialismo, il comunismo e il nichilismo sono orrendi mali e quasi morte della civile società. (cf. Diuturnum Illud, Leone XIII, 1881). L’eliminazione di tutte le disparità sociali, come pretende il socialismo, è una perniciosissima «utopia», spiega Leone XIII nella Rerum Novarum del 15 maggio 1891.
Il comunismo «inalbera le sue bandiere sataniche contro Dio», chiarisce la Caritate Christi compulsi di Pio XI, 3 maggio 1932.
I motivi di condanna del comunismo si riassumono precisamente nella Divini Redemptoris Promissio, 19 marzo 1937, Pio XI: è un movimento frutto dell’agnosticismo religioso massonico e del liberalismo sempre massonico. Il comunismo, bolscevico e massonico, «spoglia l’uomo della sua libertà, […] toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l’assalto degli stimoli ciechi», «intrinsecamente perverso», nel quale si cela una «falsa idea di redenzione».
Pio XI nella Mit brennender Sorge, 10 marzo 1937, condanna i reggimi totalitari, anticristiani e pagani, parimenti sia il comunismo che il nazismo: «Non si può considerare come credente in Dio colui che usa il nome di Dio retoricamente, ma solo colui che unisce a questa venerata parola una vera e degna nozione di Dio. […] Chi, con indeterminatezza panteistica, identifica Dio con l’universo, materializzando Dio nel mondo e deificando il mondo in Dio, non appartiene ai veri credenti. […] Né è tale chi, seguendo una sedicente concezione precristiana dell’antico germanesimo, pone in luogo del Dio personale il fato tetro e impersonale, rinnegando la sapienza divina e la sua provvidenza; un simile uomo non può pretendere di essere annoverato fra i veri credenti».
Perché la Chiesa ha sempre condannato – fino al 1958 e non oltre (es. secondo alcuni Vescovi, Pio XII sarebbe l’ultimo vero Papa) – questi reggimi totalitari, soprattutto quelli socialisti e comunisti, come ancora oggi fanno i veri pochi Chierici rimasti cattolici, biasimando anche la terribile Unione Europea? Perché codeste «pestilenze» (comunismo, socialismo, nazionalsocialismo, UE, ecc…) non sono altro che delle radici invasive e distruttive dell’unica pianta di spine che viene chiamata comunemente massoneria?
La massoneria è una società segreta a carattere cosmopolita e iniziatico (*note distintive), sorta col fine di affratellare gli uomini di tutte le nazioni (Cosmopolitismo) e di organizzare la società su basi esclusivamente umanitarie e laiche. Detta così, al profano inesperto potrà sembrare cosa buona, eppure non lo è affatto, basti pensare alla differenza fra cameratismo (solidarietà in ragione del bene comune) e massonismo (fratellanza settaria in ragione del bene di circoscritte lobby). La realizzazione del Cosmopolitismo, difatti, prevede bestialità inaudite.
Le note distintive(*) della massoneria sono imprescindibili, pertanto, quando oggi si parla di massoneria, indicando determinati soggetti o circoli noti, siamo certi che quella non è la massoneria propria, poiché diversamente questa avrebbe perso la «segretezza». Ciò che vediamo e conosciamo, non è più segreto, appunto per questo, seguendo un logico ragionamento, sappiamo che: 1) la massoneria non rinuncia alla sua esistenza; 2) non rinuncia alla segretezza; 3) non rinuncia a conseguire i suoi piani di “mondialismo”.
Per ragionamento, si capisce che gli organi decisionali, ancora vivi e vegeti, così come la storia contemporanea testimonia, non sono quelli che hanno perso segretezza, bensì hanno mutato faccia e si celano altrove. Secondo alcuni studiosi, il piano principale della massoneria è quello di nascondersi nei pastori in Vaticano e soprattutto in chi siede sullo Scranno di san Pietro. Ma questo è un altro discorso …
Il barone Yves Marsaudon, alto dignitario della massoneria francese, nel suo libro L’Oecuménisme vu par un franc-macon de tradition (Parigi, Vitiano, 1964, p. 121), testo dedicato alla memoria di Roncalli (Giovanni XXIII) ed a Montini (Paolo VI), introdotto dal massone 33° del Rito Scozzese Charles Riandey, scriveva: Si può veramente parlare di rivoluzione che, partita dalle nostre logge massoniche, si è estesa magnificamente sotto la cupola di san Pietro.
La massoneria è così una Società laica, segreta, umanitaria, iniziatica, con gerarchia (per scimmiottare la Chiesa) e rito d’iniziazione (Ivi.), organizzata in «logge».
Le vere logge massoniche contemporanee sono ancora da individuarsi precisamente (ci sono numerosi indizi ed indiscrezioni), poiché hanno conservato scrupolosamente la loro «segretezza».
Dal punto di vista religioso, essa, la massoneria, è per lo più agnostica. Per il massone, tutte le religioni si equivalgono (es. Bergoglio in una famosa intervista filmata e registrata afferma: «… si la educación de un chico se la dan los católicos, los protestantes, los ortodoxos o los judíos, a mí no me interesa …», NdR) e, dalla ragione, sono ritenute superstiziose; la stessa ragione le supererebbe e alla cui luce pretende di liberare l’uomo da ogni tipo di schiavitù civile, morale e religiosa (Cf. Dizionario del Cristianesimo, E. Zoffoli, Sinopsis, Brescia, 1992, v. Massoneria).
Si capisce facilmente che il primo nemico della massoneria è la Chiesa cattolica, dipinta dalla stampa illuminista e delle consorterie, come una sorta di oppressore e di ente che priva di ogni libertà. Si capisce anche il motivo perché molti “gerarchi” della “chiesa” contemporanea (prona al “conciliabolo” Vaticano II) predicano ed insegnano eresie (dottrine contrarie al divino e rivelato, definito dalla Chiesa, colpite con anatema eterno), incuranti del giudizio di Dio (condanna all’Inferno); semplicemente perché essi sono agnostici (es. Ratzinger «Cari fratelli e sorelle, nel Messaggio per l’odierna Giornata della Pace ho avuto modo di sottolineare come le grandi religioni possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana, ed ho ricordato, a tal proposito, che in questo anno 2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace che il Venerabile Giovanni Paolo II convocò ad Assisi nel 1986. Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di san Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio», 1 gennaio 2011, dopo Angelus, clicca qui per scaricare un dettagliato dossier teologico sull’agnosticismo ratzingeriano), credono che il giudizio di Dio sia una superstizione e che l’Inferno non esista, altrimenti: 1) o sono pazzi; 2) o non c’è altra logica spiegazione plausibile (incoerenze e contraddizioni del Modernismo).
Quale uomo si condannerebbe da solo al carcere più duro che esiste, per di più in eterno? Solo chi non crede nell’esistenza di Dio (lo dimostra concretamente revisionando le immutabili Costituzioni divine a suo piacimento).
La verità è che la Chiesa, ovunque essa sia stata (fatta eccezione per le località dove sono stati commessi abusi da alcuni «figli degeneri», mai autorizzati a compiere il male dalla Chiesa stessa, pertanto soggetti «iniqui» che hanno operato per il nemico di Cristo, buttando fango sul suo Corpo Mistico dall’interno), le società sono sempre state rigogliose, unite, benedette da Dio, ricche di grazie attuali e basate sull’amore e sulla retta ragione. Ciò disturba molto i piani del massonismo, perché l’uomo che vive bene e che si sente apprezzato nella sua Nazione, difficilmente sarà disponibile ad abbandonarla ed a disperdersi nel mondo, dimenticando anche i propri parenti ed amici (i suoi affetti). Anche un cane non vuol abbandonare il suo padrone ed il suo habitat, se si trova bene (o benino o anche se sopravvive in maniera mediocre)!
Questa naturale dinamica, essendo un limite invalicabile per i piani cosmopoliti della massoneria, secondo gli scopi di questi soggetti, va distrutta, altrimenti diventerebbe impossibile produrre il vero cosmopolitismo, preludio all’instaurazione del «Nuovo Ordine Mondiale», sotto il dominio delle gerarchie deicide, che, per adesso, muovono i fili dietro le quinte (vedi guerre di conquista e dominio finanziario).
Allora, per la massoneria è opportuno: 1) Distruggere i legami affettivi basati sull’amore e sulla vera fratellanza, pertanto vituperare il Cristianesimo che diversamente li esalta; 2) Opprimere la proprietà privata con leggi inique, disoccupazione ed eccessiva tassazione; 3) Affossare le Nazioni con le speculazioni di borsa e tratte finanziarie; 4) Impoverire gli stati favorendo politiche di austerità; 5) Unificare le monete, così da danneggiare le Nazioni dall’indole più cristiana e generosa; 6) Promuovere azioni di conquista sul campo [infiltrazioni segrete, movimenti migratori (di mescolanza delle etnie) e/o guerre civili].
Ecco che, in questa dinamica, le politiche di austerità, come quelle socialiste e comuniste o della U.E., oggettivamente soffocanti per i popoli, si collocano perfettamente nei piani della massoneria. Qual cittadino abbandonerebbe la sua Nazione ed i suoi affetti, la sua chiesa ed il suo confessore, per andare altrove in cerca di fortuna, senza alcuna garanzia e solo quasi come un cane? Nessuno!
La Nazione (Società naturale), difatti, è un insieme di persone unite da forti legami, da interessi comuni, dalla stessa fede e lingua, dalla medesima merce di scambio, da forti vincoli di sangue e di ragione; così nasce la necessità di costituirsi in Stati che si differenziano gli uni dagli altri, e difendono i loro tesori spirituali e materiali. L’unico modo per mantenere la vera pace, come la storia ci insegna, è che ogni Stato, intelligentemente operativo in se stesso, rifugga le passioni di conquista e si relazioni con gli altri Stati civilmente (ovvero come insegna Gesù) e senza ambizioni diaboliche/passioni disordinate. Appunto, cristianamente. Alla massoneria questo non fa piacere, perché uno status simile, descritto ignobilmente come paludoso, sarebbe statico e non dinamico, ostativo per le conquiste migratorie e le mescolanze delle diverse culture, pertanto sarebbe un limite invalicabile per i piani cosmopoliti delle consorterie internazionali. Allora si usano i Governi, occupati da uomini verosimilmente affiliati alle massonerie internazionali, i quali dirigono gli Stati e la vita dei rispettivi abitanti, per esasperare le identità, al fine di distruggerle.
Ecco perché la Chiesa, quella «Una, Santa, Cattolica ed Apostolica» – non quella miserabilista dei burattinai, degli agnostici e degli eretici, oggi felicemente in comunione di fede con il cosmopolita pancristiano irenista Bergoglio (Cf. Mortalium Animos, Pio XI)- condanna sin dalla notte dei tempi ogni forma di miscuglio multiculturale, religioso e pluri-etnico, basato sui valori astratti dal laicismo.
Capisco che è molto difficile approvare questo pensiero, soprattutto perché la massoneria, che ben corrompe i nostri pastori da decenni, ha fatto sì che i ripetuti scandali e gli insegnamenti eretici, distruggessero la percezione della corretta morale e fede nei soggetti [da strada (corruzione etica e di pensiero) o accademici(Modernismo)], alterando l’uso della retta ragione. Come? Insegnando largamente e per decenni una falsa religione, filantropica e cosmopolita, falso tollerante e buonista, che non ha nulla a che vedere con quella dogmatica ed immutabile predicata da nostro Signore Gesù Cristo e custodita dal Deposito della Fede (Cf. Humani generis e Mystici Corporis Christi, Pio XII).
È legittimo pensare che l’unico modo per dare credibilità a questi falsi, nuovi ed eretici insegnamenti, era quello di occupare le cattedre che un tempo (e da millenni) erano dei pastori cattolici (Chiesa docente; Cf. Pascendi, san Pio X), così da insegnare, dalle stesse cattedre, falsi credi propinandoli per veri. Il trionfo del pensiero moderno, ereditato dal Luteranesimo e rilanciato dal Modernismo. Oggi numerosi ed autorevoli studiosi, soprattutto dopo il raduno pancristiano, irenista e sincretista di Assisi del 1986, denunciano il fatto che, con le presunte canonizzazioni di Wojtyla e di Roncalli (clicca qui), questo modus operandi, diventerà finalmente la nuova (e modernista) fede dei cattolici del XXI secolo. Pertanto una fede falsa ed apostata, mai approvata da Dio. Il Magistero preconciliare, indietro nel tempo da Pio XII fino a san Pietro, ne è viva testimonianza, dunque o lo si conosce, o non si hanno le armi cognitive per intuire perfettamente il gravissimo problema (clicca qui), donde imparare a difendersi (come, dove, quando, perché …).
L’omelia di Sodano nella Missa pro eligendo “pontefice” (Bergoglio), contiene anche questa frase: «[…] gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale, promuovendo senza sosta la giustizia e la pace e l’ordine mondiale. Preghiamo perché il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale […]». Sermone agnostico chiaramente dal messaggio massonico. Il testo ufficiale non riporta affatto la frase originale, tuttavia è possibile verificare guardando i video (clicca qui).
Non è possibile attuare il cosmopolitismo se non si distruggono le identità nazionali; non è possibile distruggere le identità nazionali se non si superano i limiti nazionali (Società naturale); non è possibile superare le Società naturali se prima non si strumentalizza ed asservisce quella che deve essere la Società eminentemente religiosa, la quale ha il compito di risvegliare le coscienze e di innalzare barriere invalicabili contro gli abusi dei legislatori iniqui e degli immondi conquistatori etici e monetari.
Leggiamo Leone XIII Rerum novarum del 15 maggio 1891: «... abbiamo dimostrato che l’inviolabilità del diritto di proprietà è indispensabile per la soluzione pratica ed efficace della questione operaia. Pertanto le leggi devono favorire questo diritto … Ne seguirà un terzo vantaggio, cioè l’attaccamento al luogo natio; infatti non si cambierebbe la patria con un paese straniero, se quella desse di che vivere agiatamente ai suoi figli. Si avverta peraltro che tali vantaggi dipendono da questa condizione, che la privata proprietà non venga oppressa da imposte eccessive. Siccome il diritto della proprietà privata deriva non da una legge umana ma da quella naturale, lo Stato non può annientarlo, ma solamente temperarne l’uso e armonizzarlo col bene comune. È ingiustizia ed inumanità esigere dai privati più del dovere sotto pretesto di imposte» (Papa Leone XIII, Rerum novarum del 15 maggio 1891).
Guardiamo all’Italia: chi governa la impoverisce con leggi di matematica astuzia. Le braccia giovani sono, così, sovente costrette a disperdersi nel mondo in cerca di “fortuna” e di serenità. La nazione, popolata da italiani sempre più anziani e da consumatori di droghe e psicofarmaci, ha comunque bisogno di forza lavoro … se “a buon mercato” … è meglio. Chi governa agevola, favorisce e sponsorizza con impunita strafottenza l’immigrazione proveniente dal Sud e dall’Est del mondo (una vera tratta dei voti targata “sinistre”). È lecito supporre, proseguendo così le cose, che entro 20 anni il numero dei neonati “ibridi” o “extracomunitari” supererà quello degli “indigeni”. Identità e tradizioni pian piano si estingueranno (sopravvivendo solo in piccole sacche di resistenza) per mescolarsi in una “creatura handicappata”, un ibrido import-export di uomini, economia, pensieri e “religioni” (se tutte le religioni fossero vere, poiché insegnano tutte “verità” differenti, sarebbero dunque tutte false). È “pace mistificata” ottenuta a prezzo della nostra disperazione!
Non credo che questa mia breve riflessione introduttiva possa essere definita «di complottismo», ma una semplice deduzione basata solidamente sul Magistero della Chiesa e sugli studi della storia degli ultimi secoli, nonché sulle cronache audio-video contemporanee.
Il Gran Maestro Raffi, massone noto, quindi non più segreto, si è fortemente compiaciuto con la “Chiesa del Concilio Vaticano II”, per la designazione di Bergoglio, per questo ulteriore e decisivo passo: «[…] nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale […]» (clicca qui).
Riferisce IlSole24Ore: «“L’Onu ha fatto il suo tempo: quello che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, un’Onu delle religioni”. È la proposta che l’ex presidente israeliano Shimon Peres, secondo quanto lui stesso riferisce a Famiglia Cristiana, ha avanzato oggi (4 settembre 2014) a Bergoglio in Vaticano … “È il modo migliore per contrastare i terroristi che uccidono in nome della fede”. Una proposta che Bergoglio ha “ha ascoltato con attenzione, esprimendo interessamento” senza prendere però “alcun impegno personale”».
Staremo a vedere fin dove questi “sedenti” (clicca qui) avranno la faccia tosta di arrivare, mentre il mondo cattolico, anche quello della “tradizione” è sempre più frastagliato e logorato da lotte interne e da personalismi inaccettabili!
Carlo Di Pietro
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