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Cavalcoli era considerato in certi ambienti non solo un conservatore ma un ultraconservatore. Ora, finalmente facendo chiarezza, ha calato le carte.

Andrea Tornielli, altro ex conservator-ratzingeriano ben ricollocato nel bergoglismo d’avanguardia, lo  ha intervistato. Già la sintesi dell’intervento la dice lunga:

Intervista con il teologo domenicano Giovanni Cavalcoli: «Il concedere o non concedere la comunione entra nel potere della pastorale della Chiesa e nelle norme della liturgia, che sono stabilite dalla Chiesa secondo la sua prudenza». Bisogna evitare sia «la rigidezza di un conservatorismo rigorista» sia «il modernismo storicista e lassista». Non esistono «condizioni peccaminose», perché «il peccato è un atto, non è una condizione, né è uno stato permanente»

Nel testo il Cavalcoli ci va pesante:

Dobbiamo quindi pensare che un eventuale mutamento dell’attuale regolamento sui divorziati risposati, non intaccherà affatto la dignità del sacramento del matrimonio, ma anzi sarà un provvedimento più adatto, per affrontare e risolvere le situazioni di oggi

Per tutto il resto rimandiamo volentieri alla lunga intervista che, lo ribadiamo, ha il grande merito di fare chiarezza su dove porti il “conservatorismo” del progresso: http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/

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