Cavalcoli era considerato in certi ambienti non solo un conservatore ma un ultraconservatore. Ora, finalmente facendo chiarezza, ha calato le carte.
Andrea Tornielli, altro ex conservator-ratzingeriano ben ricollocato nel bergoglismo d’avanguardia, lo ha intervistato. Già la sintesi dell’intervento la dice lunga:
Intervista con il teologo domenicano Giovanni Cavalcoli: «Il concedere o non concedere la comunione entra nel potere della pastorale della Chiesa e nelle norme della liturgia, che sono stabilite dalla Chiesa secondo la sua prudenza». Bisogna evitare sia «la rigidezza di un conservatorismo rigorista» sia «il modernismo storicista e lassista». Non esistono «condizioni peccaminose», perché «il peccato è un atto, non è una condizione, né è uno stato permanente»
Nel testo il Cavalcoli ci va pesante:
Dobbiamo quindi pensare che un eventuale mutamento dell’attuale regolamento sui divorziati risposati, non intaccherà affatto la dignità del sacramento del matrimonio, ma anzi sarà un provvedimento più adatto, per affrontare e risolvere le situazioni di oggi
Per tutto il resto rimandiamo volentieri alla lunga intervista che, lo ribadiamo, ha il grande merito di fare chiarezza su dove porti il “conservatorismo” del progresso: http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/
***
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poveri conservatori del NULLA!
lo studio eccessivo gli ha fuso la crapa?
È il pernicioso vizio di voler scindere dottrina e pastorale che trova il suo apogeo nella figura ipocrita del (sedicente) “credente non praticante”. È chiaro che San Vincenzo di Lerino indicava per assurdo cosa occorrerebbe fare nel caso di contraddizione dottrinale. Mai avrebbe pensato che nuove ed eretiche dottrine potessero essere insegnate da Concilii Ecumenici o dal Pontefice.
Rivoltante. Mi fa orrore e tristezza questa posizione.
Per certi conservatori qualunque cosa stabilirà l’autorità (proprio
qualunque) sarà non solo vincolante, ma anche senza ripercussioni
per la dottrina.
La stessa sensazione negativa l’ho avuta leggendo gli attacchi di
Introvigne contro i “fondamentalisti cattolici” [tradizione ipostatizzata].
Spero che tale atteggiamento di una parte dei conservatori sia solo
una strategia vigliacca per non venire cacciati e emarginati, perché se credono veramente a ciò che affermano allora la situazione è
ancora più grave.
E poi, anche ammettendo che si tratti esclusivamente di disciplina, come si può pensare che tali innovazioni siano positive e possano difendere il matrimonio?
Il Cavalcoli dice: “la Chiesa ha dato diposizioni pastorali atte a consentire a queste coppie di mantenersi in grazia di Dio, pur essendo escluse dai sacramenti. Esse possono ottenere il perdono dei peccati direttamente da Dio, anche senza accedere al sacramento della penitenza.”
Ah, beh, hai visto che i protestanti la sapevano lunga da sempre, altro che i cattolici! C’è gente che può ottenere il perdono dei peccati direttamente da Dio. Ergo, a cosa serve la confessione?!!
Addirittura i divorziati risposati si mantengono in grazia di Dio, senza sacramenti! Quasi quasi, a sentire Cavalcoli, conviene divorziare e risposarsi, si passa a uno stato di maggior intimità con Dio che ti perdona direttamente…
“Oggi la questione dibattuta è se il consentir loro di accostarsi alla Santa Comunione può servire a loro per l’aumento della grazia e la difesa contro il peccato, oppure se può crear scandalo e turbamento tra i fedeli”
Capito? Al massimo è una questione di dar scandalo ai fedeli -solo ai bigotti oltretutto, perché gli altri sono già adulti, non si scandalizzano, si sa- mica di sacrilegio nel dare l’Eucaristia a chi vive in peccato mortale! Ah già, dimenticavo, loro sono quelli che rimangono in Grazia anche senza confessione, col filo diretto, pur vivendo un adulterio! Quindi si tratta solamente di aumentarla la Grazia che già c’è, eh sì!!
“i due sarebbero esposti in continuazione alla pressione di un’occasione o spinta inevitabile del peccato[…] con attenuazione dell’imputabilità a causa della forte occasione inevitabile”
Cose incredibili! Poveretti, dopo aver consumato l’adulterio e stabilizzato la situazione di peccato, è inevitabile che siano portati a peccare, perciò hanno un’attenuazione della colpa!
Inevitabile?? Ma qualcuno li *obbliga* a stare assieme??
E il mettersi volontariamente in condizione prossima di peccato, è sparito??
Meno male che Gesù aveva detto di togliersi un occhio, una gamba se questo ti portava a peccare: meglio zoppo che nella Geenna!
Ma oggi per fortuna c’è il CVII, Bergoglio e Cavalcoli che sono più buoni di Gesù e la Geenna non c’è più!
frank10,hai detto benissimo, con la giusta ironia e il giusto sarcasmo, nei confronti di una chiesa che si proclama ancora cattolica ma è protestante, anzi, neppure più cristiana…(dice infatti che non importa essere cristiani, professanti la fede in Cristo, per salvarsi…A ognuno la sua grazia , come ad ognuno pare..)
Ma una cosa non smetto di chiedermi: questi signori, questi signori che si sentono finalmente oggetto di tanta nisericordia, fatta su misura dei loro desideri, non pensano mai come si troveranno un giorno al ‘redde rationem’ finale, che non sarà certo coi Bergogli e i Cavalcoli di oggi? Basterà loro dire:ma io ho ascoltato il Bergoglio e il Cavalcoli???
Il Cavalcoli dice: “la Chiesa ha dato diposizioni pastorali atte a consentire a queste coppie di mantenersi in grazia di Dio, pur essendo escluse dai sacramenti. Esse possono ottenere il perdono dei peccati direttamente da Dio, anche senza accedere al sacramento della penitenza.”
Sì, è possibile, non però come coppie adulterine in quanto tali, ma come singoli fedeli, e sono assolutamente necessari almeno tre elementi:
a) L’indisponibilità di un confessore cattolico la cui ordinazione sia certa (oggi, purtroppo, può anche darsi il caso)
b) Il dolore perfetto per aver commesso in modo continuativo il peccato mortale di adulterio
c) La fermissima intenzione di non peccare più, la quale comprende l’intenzione altrettanto fermissima di fuggire le occasioni prossime del peccato: ciòè l’immediato scioglimento dell’unione adulterina.
Questo senza tener conto del peccato di scandalo (cioè inciampo grave alla salvezza altrui), specialmente se ci sono figli, precedenti o attuali.
Evidentemente il signor teologo “domenicano” (cioè della domenica) è ferrato in “nuova teologia” modernista ma non sa il catechismo cattolico.
La successione temporale seguente: mi sposo, divorzio e mi risposo ha lo stesso valore sia se si verifica una sola volta o anche più volte? E se invece mi sposassi più volte mantenendo tutte le mie spose contemporaneamente (poligamia), farei cosa diversa dalla prima situazione o no? Scusate, se qualcuno mi legge, abbia compassione, perchè mi sono perso nella ragnatela delle disquisizioni su sta storia della comunione ai risposati.
Rivado perciò a riflettere e a meditare su queste vere perle di saggezza teologica di Benedetto XVI:
“” L’Eucaristia è la “porta sempre aperta dell’adorazione ed il vero sacrificio, il sacrificio della Nuova Alleanza, che è il .
“Celebrare l’Eucaristia significa piuttosto entrare nella sfera pubblica della glorificazione di Dio, che abbraccia cielo e terra e che è stata inaugurata con la Croce e la Risurezione.
“In questa prospettiva, il concetto paolino della , del culto conforme al Logos, sarà da ritenersi la formula più appropriata per esprimere ciò che costituisce l’essenza della liturgia cristiana.
“La transustanziazione (trasformazione sostanziale del pane e del vino), l’adorazione del Signore nel Sacramento, il culto eucaristico con l’ostensorio e con le processioni – tutto questo, ci viene detto, sarebbero errori medievali; errori da cui bisognerebbe ora distanziarsi definitivamente. Le oblate eucaristiche ci sarebbero per essere consumate, non per essere contemplate : sono di questo genere gli slogan che sentiamo. La superficialità con cui vengono proposte simili affermazioni può solo suscitare meraviglia…
“Nessuno dica ora che l’Eucaristia vada mangiata e non contemplata. Essa non è affatto un “pane comune” …
La Chiesa non può dare del veleno ai propri figli, né quindi una legge ecclesiastica contraddire un precetto divino : “Io poi vi dico che chiunque mandi via sua moglie, salvo il caso di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio, e chi s’ammoglia con la donna ripudiata, diventa adultero”. (Mt. 19, 9). Se gli adulteri sono tali perché vivono nel peccato e sono privi della grazia, come potrebbero ricevere la S. Comunione?
ma dopotutto, se una chiesa ha desacralizzato se stessa ponendosi al livello del mondo – li avete mai sentire questi della nuova chiesa parlare della chiesa come di istituzione DIVINA? -che scandalo fa se ammette alla ‘sua’ comunione i dissacratori del matrimonio? Quel ‘pane’ trattato nella ‘sua’ messa, resta pane, e quel pane lo dia a chi vuole: chi è indegno di un pezzo di pane???Il problema non è la concessione del ‘pane eucaristico’ ai divorziati ( o infrociati): il problema è quel pane, quell’ ‘eucarestia’, quella vuota cerimonia che essa chiama ‘Messa’….
Riuscire poi a far quadrare le liberalità del p. Cavalcoli in materia di disciplina ecclesiastica e l’intransigenza immediata dell’altro notissimo precetto evangelico, unitamente alle ricorrenti precisazioni del Magistero, non è che l’ennesimo sintomo della medesima decomposizione conciliarista. « “Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso in cuor suo adulterio con lei” [Mt. 5, 28]. Queste parole di Cristo non possono andare annullate, neppure per consenso del coniuge, giacché ESSE RAPPRESENTANO LA LEGGE MEDESIMA DI DIO E DELLA NATURA, CHE NESSUNA VOLONTÀ UMANA PUÒ DISTRUGGERE O MODIFICARE». (Pio XI, Lettera Enciclica “Casti Connubii”, 31 dicembre 1930).
Ah,ah,ah ! “padre” Cavalchi-Galoppi che trotta e fa trottare velocemente verso l’apostasia…
Avevo già smascherato la sua vena apostatica nelle frasi astutamente sottili che è sempre in grado di pronunciare, specialmente nel sito di “Ribollita cristiana” (ex Riscossa)
Un americano, che Padre Pio aveva convertito non da molto (ma che aveva fatto un catechismo, ovviamente NON con Padre Pio, un po’ troppo “semplificato”), era, tutto entusiasta, venuto alla Messa del Mistico del Gargano. Era in grazia di Dio, pertanto si era inginocchiato alla balaustra, per la Comunione. Arrivato a lui, Padre Pio lo salta e va appresso. Finita la Messa, l’americano gli si rivolge mortificato. Pensa che Padre Pio aveva scoperto in lui qualche peccato, di cui non si sentiva in colpa. Di fronte a tutti, Padre Pio gli disse:”Amico, sei in grazia di Dio, però un’ora fa hai mangiato due mele”.
Quel Pane era davvero il Corpo di Cristo! Ad impedirne l’accesso bastavano due mele: figurarsi una coppia in adulterio!
Vedrete che entro un paio di giorni ci sarà don Ariel che tenterà di difendere le fregnacce dette da Cavalcoli!
Già fatto
Ho letto la risposta di Cavalcoli alle critiche. E’ meglio della precedente intervista, ma ha conclusioni sempre inaccettabili.
Posso dire che in linea di massima Cavalcoli fa un ragionamento
molto preciso e sottile, in gran parte corretto, però ignora o
sottovaluta la situazione storica e culturale e la certezza degli
abusi progressisti, che rendono rischiosissima qualunque modifica
disciplinare in senso di apertura.
1- Anche se tale operazione “pastorale” fosse ortodossa al 100%, sarebbe letale nelle società occidentali contemporanee, quindi non adeguata, dannosa, da non attuare.
In secondo luogo per me Cavalcoli esagera le condizioni che limitano la libera scelta, come la convivenza “irreversibile”, la “passione sessuale”, avvicinandosi a un’impostazione buonista e psicologista.
2- Cavalcoli sbaglia quando dice che la convivenza “irregolare” non è peccato ma solo atto volontario non peccaminoso e circostanza del peccato, quando invece è chiaro che QUESTE convivenze sono il risultato dell’adulterio e espressione della volontà di rigettare il vero matrimonio e portare avanti una relazione adultera.
Inoltre si presenta un modello praticamente irreale di due divorziati “risposati” che si sono pentiti del loro peccato, o si pentono in continuazione, ma per circostanze indipendenti dalla loro volontà non possono tornare al vero matrimonio né abbandonare la convivenza (“circostanza di peccato”). Ma dove sono queste
coppie? Casi rari. Mi pare invece che i veri divorziati “risposati” si “pentano” e siano tristi del “fallimento” del “vecchio” matrimonio (visto come non più valido o ignorato), ma siano felici della nuova unione, commettano adulterio senza tante preoccupazioni, non vogliano cessare la convivenza, neppure se potessero, e si domandino perché ancora non possono accedere alla comunione.
3-La tesi di Cavalcoli si può applicare totalmente anche alle unioni sodomitiche, anzi, ancora di più perché oltre alle circostanze vincolanti della “convivenza” c’è anche l’inclinazione sessuale disordinata (passione irresistibile?), per non parlare del caso in cui ci siano dei bambini di mezzo (circostanze non modificabili?).
Uniamo ciò alla strategia pastorale del non contrapporsi alle unioni civili e del non parlare male di tali unioni, di “essere accoglienti”. Cosa si ottiene? L’accettazione totale delle unioni gay e delle adozioni.
L’inammissibile diviene ammissibile.
4- Ciò che mi sconcerta di più, perché è assurdo, è il voler negare a tutti i costi l’evidenza e accettare passivamente ogni cosa che venga dall’autorità, vera o presunta: (cit.)
“La voce attuale dei nostri pastori, sotto la guida del Papa, è la voce della Tradizione” […]”Ma il giudicare o il sapere in ultima istanza se il Papa si attiene o no alla Tradizione, spetta solamente al Papa stesso.” […] “L’impressione che a volte il Papa non si attenga al dato rivelato trasmesso dalla Sacra Tradizione, è sempre un’impressione falsa ”
Significa che se domani un Papa accetterà, ad esempio, il gender o
l’aborto non solo bisognerà obbedire, ma anche credere che non c’è contraddizione tra il prima e il dopo.
”Ma il giudicare o il sapere in ultima istanza se il Papa si attiene o no alla Tradizione, spetta solamente al Papa stesso.” […] “L’impressione che a volte il Papa non si attenga al dato rivelato trasmesso dalla Sacra Tradizione, è sempre un’impressione falsa ”-
quindi secondo il ragionamento cavalcoliano noi cristiani non capiamo niente della nostra fede, San Pietro (1Pt3,15) racconta frottole o pensa ad un altro tipo di cristiano… Noi dovremmo capire che stare ai dogmi è condizione della fede, ed attenerciad essi, e nello stesso tempo non potremmo capire quando qualcun altro, si dicesse anche papa,ai dogminon si attiene… vere pecore matte saremmo, incapaci di sentire la voce del Buon Pastore e dalla voce riconoscere la presenza di un cattivo pastore… Scemi saremmo, grazie Cavalcoli!
Cavalcoli e Levi oramai sono sprofondati nel ridicolo.
La rottura del sacro vincolo del matrimonio è palesata dall’abbandono del coniuge e dalla irregolare convivenza con una persona con cui non si è sposati, tale stato è già di per sé stato di peccato, anche se non vi fossero (come è ovvio che vi sono) rapporti di alcun tipo riguardo gli atti propri dei coniugi, con la persona con cui si convive.
La tesi di Cavalcoli poi anche riguardo l’aspetto puramente logico è del tutto incoerente. Un uomo ed una donna che decidono di andare a vivere assieme non lo fanno certo per vivere in castità, né sarebbe logico presumerlo o ritenerlo plausibile e l’assenza tra loro di vincolo matrimoniale non può che scaturire da un rifiuto della legge di Dio, che si può violare anche soltanto con le omissioni o con il pensiero e non soltanto (come avviene praticamente sempre) con le azioni.
A ciò si aggiunga la testimonianza scandalosa che tali coppie inesorabilmente pongono in essere.
Argomenti che per i due “criptomodernisti” non hanno rilevanza.
Appunto, qualcuno si dimentica che nel matrimonio si è fatto un giuramento davanti a Dio?
Il giuramento di fedeltà viene rotto nel momento stesso in cui uno lascia il coniuge per un altro/a. A prescindere dagli atti sessuali che compirà; la stessa nuova procedura di matrimonio civile è la garanzia di questa volontà di infrangere il giuramento/sacramento. Come si faccia a dire che il peccato dipenda solo dai singoli futuri atti sessuali è assurdo.
Se il problema sono i figli, che si prendano cura dei figli vivendo separati, non da coniugi. Non si vuole ferire i nuovi figli, ma non ci si è pensato troppo a farlo per quelli vecchi, eh??
Ho letto anch’io la replica del p. Cavalcoli da cima a fondo. Sapevo che in generale l’atto di contrizione implica la volontà di confessarsi dei peccati commessi: ma davvero esistono peccati che per essere perdonati, ed accostarsi così alla S. Comunione, non necessitano prima di essere confessati qualora si possa farlo? In modo da riparare al male commesso, ristabilendo l’ordine di giustizia? Di certo resta fermo che ci si ristabilisce in grazia di Dio tramite le vie sacramentali e penali divinamente stabilite, non però a prescinderne… come invece sembra suggerire, proprio alla maniera protestante, il p. Cavalcoli che non ritiene essenziale una tale riparazione, ma solo accessoria. Del resto, i concubini e gli adulteri si sarebbe davvero pentiti del peccato commesso senza avere intenzione di evitare – e quindi nei fatti, abitualmente, “non evitando” – le occasioni prossime, tornando all’adulterio e al concubinato? Costoro possono davvero, come dice il p. Cavalcoli, vivere in grazia? C’è da sbalordire! Mantenere un matrimonio è spesso difficile e tutt’altro che scontato, ma gli sposi, per il p. Cavalcoli, in caso di peccato sembra non meritino in nulla più degli adulteri: un motivo in più per lasciar finalmente perdere le apparenze si dirà! Si sa anche che si può cadere in peccato anche venialmente, ma l’adulterio e il concubinato, magari la sodomia (per di più abituale), possono dirsi sul serio peccati veniali? Si parla di occasioni di peccato… dovrebbero allora diventarlo anche i provvedimenti disciplinari della Chiesa? O i consigli di p. Cavalcoli? Ma di fatto ciò è quello che sembra succedere.
Comunque sia il p. Cavalcoli sbaglia a prendersela coi “lefebvriani”, dato che costoro stanno in materia di disciplina in tutto, e cioè nella sostanza, dalla sua parte. Essi gli daranno contro su ciò che secondo loro è meglio o peggio, ma in materia di dottrina la pensano da fallibilista come lui : sebbene ritengono abitualmente per opinabile non solo ciò che è disciplina (e che fa in realtà parte costitutiva dell’oggetto secondario dell’infallibilità magisteriale, inerente le verità connesse), ma anche ciò che nella Chiesa viene solitamente chiamato “concilio ecumenico”, “canonizzazione”, etc., sul punto “teorico” fanno la stessa cosa.
Alla fine il solo e unico vero problema è, ancora una volta, quello dell’Autorità nella Chiesa. Il p. Cavalcoli sa che non basta un “sì” a convalidare l’unione di due sposi (la cui unione può essere invalidata, perché in realtà non avvenuta). Ebbene: basterebbe allora un “sì” a fare di un eletto dal conclave il Vicario di Cristo?
“Alla fine il solo e unico vero problema è, ancora una volta, quello dell’Autorità nella Chiesa.”
sì,il problemaè tutto qui : l’autorità della chiesa (contraffatta) per distruggere l’autorità della Chiesa (vera): la grande genialata massonica che è arrivata a insediare oscenamente nel luogo stesso del Beatissimo Pietro” (Leone XIII) una chiesa agli ordini della Loggia e di lì dirigere le operazioni di smantellamento della Chiesa e della sua dottrina. E la tragedia è che si prende la contraffazione per l’ autentico , perché noi non potremmo accorgecerne, ma dovremmo aspettare che fosse la contraffazione stessa a dichiararsi tale.
e quanto sangue risparmiato se Clemente VII avesse benedetto le voglie di tale Enrico VIII! Quanto più facile con costui, che dopotutto era cristiano e addirittura insignito di encomio per la sua difesa della fede cristiana!
Il Battista: “Non ti è lecito *tenere* la moglie di tuo fratello”. “Tenere”, non solo fare sesso…
Eh sbagliava! In realtà poteva tenerla tranquillamente e fare continui atti di pentimento diretto con Dio dopo ogni atto sessuale. E poi, se si fosse convertito al cristianesimo, avrebbe potuto fare pure la Comunione, avendo riacquistato la Grazia, pure senza Confessione.
Certo che questi Vangeli ci allontanano proprio dalla Verità di come ci si deve comportare!
E poi, ‘sto Battista, farsi ammazzare per un banale adulterio che in realtà si risolve da solo nel mantenersi in Grazia da sè stessi senza Sacramenti… che spreco inutile di sangue.
Un’altra cosa assurda è la “misericordina seletiva” : perché agli adulteri dovrebbe essere concesso di fare ciò che non è concesso di fare agli usurai o ai mafiosi?
Abolire il peccato in massa è già profondamente acattolico ma mettersi a dire “questo peccato è perdonabile anche senza confessione e senza abbandonare quel tipo di vita, perché è perdonato direttamente da Dio” senza dirlo anche per TUTTI gli altri peccati (e guarda caso sarebbe perdonabile un peccato voluto dalle sinistre) è volersi mettere al posto di Dio, credersi più saggi di Lui, e volersi reinventare il Diritto Divino: Gesù non ha mai detto che ci sono adulteri di serie B e San Paolo è stato chiarissimo sull’adulterio e sulla Comunione a chi è in stato di peccato mortale!
Se un papa (o pseudopapa) si scontra con la Tradizione, chiunque sia cattolico e sano di mente se ne accorgerebbe, se Cavalcoli NON è in grado di farlo, questo è un problema suo!
Padre Cavalcoli e don Ariel: siete così sicuri che un papa non possa fallire mai?
E allora riconoscete la vacanza della Sede, visto che Bergoglio (e alcuni suoi predecessori) hanno fallito!
certo, un papa non può fallire mai, parola di Cristo! Se fallisse, dimostrerebbe da sè di non essere papa! Un impostore piuttosto! Questi falliscono su tutta la linea:per forza,sono papi di una chiesa falsa,quello del Concilio secondo loro! Questo un cattolico sano di mente lo sa dai primi anni del Catechismo (di San Pio X), E sa anche che il garante della fede è il Papa,non Lefebvre o la SSPX!…
Ma il Cavalcoli va ben oltre! Arriva a dire che chi dubita della predicazione orale del papa contemporaneo, *qualunque cosa dica*, vuol dire che si aggrappa alle “caduche e vane tradizioni degli uomini”!!
Quindi, se si dimostra che i presunti papi moderni insegnano esattamente l’opposto del Magistero di sempre e dell’immutabile Deposito della Fede, in realtà staremmo difendendo solo delle tradizioni di uomini! Ma come si fa ad avere un simile coraggio?? A definire tradizioni di uomini i testi infallibili del passato?
O forse non si è ancora accorto di nulla perché vive in un mondo etereo da 50 anni? Ma li ha mai letti veramente??
Semmai tocca a lui e ai suoi simili dimostrare che in realtà non hanno contraddetto nulla: cosa che nessuno ha mai fatto in modo convincente, fuorché a parole vane e inconcludenti, come la famosa “ermeneutica della continuità”.
Per Cavalcoli è letteralmente e praticamente impossibile che si insegni l’opposto della dottrina. La contraddizione e il problema sono solo “apparenti”, irreali. Bisogna obbedire e fidarsi, senza dimostrazione alcuna.
Come mai?
Il fedele per Cavalcoli e altri (Introvigne, Cantoni…) non
sarebbe in grado di capire cosa hanno detto realmente i papi del passato, neppure leggendo le frasi in modo letterale.
Deve essere Bergoglio (o autorità inferiori preposte) a spiegarglielo.
Secondo questa teoria si deduce che: i testi dei papi passati sono veri e infallibili solo se re-interpretati secondo la linea di governo e l’approccio dell’attuale pontefice. E così si rifarà
quando cambierà di nuovo il pontefice.
Il passato è vincolato da ciò che si dice nel presente, non il contrario.
Siamo a un delirio tale che persino un non cattolico può capirlo, solo sulla base della logica.
E inoltre: sommiamo il fatto che spesso e volentieri sono le stesse parole di Bergoglio ad essere ambigue e lui non si spiega efficacemente, non dissipa i dubbi.
Bisogna “fidarsi” senza dimostrazione e senza spiegazione, senza ragionare e facendo finta che il disagio che si prova non esista.
P.S. Aspetto quello che scriverà Cavalcoli sui sodomiti e le unioni civili, sono quasi sicuro di aver già capito cosa dirà.
Quando si arriva a dare per scontato il contrario di quello che viene dichiarato è ovvio che c’è qualcosa che non quadra.
Il significato delle parole che dice Bergoglio e che praticamente tutti, hanno interpretato in un modo (ci ha vinto pure il premio di filogay dell’anno), Cavalcoli le interpreta al contrario e così invece di pensare a salvare le anime crede di difendere l’indifendibile.
Cavalcoli oramai da per scontato che quando Bergoglio dice, fa o scrive l’ennesima boiata, voleva dire, scrivere o fare il suo contrario.
In pratica Cavalcoli giustifica le boiate di Bergoglio con le boiate sue.
La tautologia è questa: Bergoglio non sbaglia mai, e la dimostrazione stà nel fatto che anche se sbaglia ha ragione.
Ci voleva stà sorta di teologo per arrivare a questa pagliacciata?
ma che dice questo teologo? certo che il peccato è un atto, ma ti mette in una condizione di dis-grazia, dalla quale esci se ti penti davantin a Dio e ti rimetti nella sua Grazia! Non si diecva una volta cheil dannato è uno che la moprte raggiunge mentre vive in ‘stato’ di peccato mortale??? Stai o condixzione non sono la stessa cosa??? E questo è quel teologo che vede il collegamento tra terremoto e peccato da unione-civile! E il collegamentop del peccato tout-court con la pena eterna no? Già, l’inferno e vuoto, Dio castiga solo di qua! Vghe Dio castighi anchje di là, e questa volta senza rimedio, è idea da fanatico rigorista!!! Povero San Domenico e povero San Tommaso d’ Aquino, che figliolanza e fratellanza!