di CdP Ricciotti.
È passata quasi in sordina questa ennesima contro-catechesi di Bergoglio. Pochi giorni fa, ad una delegazione del movimento francese dei Poissons Roses, “cristiani di sinistra”, Bergoglio ha auspicato: «Alla Francia serve “una laicità sana”, che “comprende un’apertura a tutte le forme di trascendenza, secondo le diverse tradizioni religiose e filosofiche”» (clicca qui).
Cosa ne pensa la Chiesa?
Leggiamo su La Civiltà Cattolica, anno 132, volume IV, Quaderno 3151, pp. 215 e 216: «A questi sforzi di emancipazione e di laicizzazione la Chiesa ha reagito con la condanna, in blocco, del laicismo, dei suoi fondamenti dottrinali e delle sue manifestazioni nei diversi campi (legislazione ecclesiastica, lotta alla scuola cattolica, laicizzazione del matrimonio), e con l’affermazione dei principi cristiani. Cosi, Pio IX nel Sillabo (1864) condanna il razionalismo assoluto, l’indifferentismo, la separazione tra Chiesa e Stato, l’esclusione della Chiesa dal campo della scuola. Leone XIII sostiene l’obbligo per la società civile di rendere un culto pubblico a Dio e di onorare la Divinità secondo le regole e il modo con cui Dio stesso ha detto di voler essere onorato, e dichiara assurda l’opinione di coloro i quali pensano che sia permesso nelle cose pubbliche allontanarsi dagli ordini di Dio e legiferare senza tenerne alcun conto; rigetta, quindi, le “libertà moderne”, vale a dire la libertà di culto, la libertà di parola e di stampa, la libertà d’insegnamento e la libertà di coscienza (cfr. Libertas, 20 giugno 1888). San Pio X condanna come “un errore assai pernicioso” la separazione tra Chiesa e Stato, rilevando che “questa tesi infligge gravi danni alla stessa società civile, perché questa non può prosperare né durare a lungo quando non si dà nessun posto alla religione” (cfr. Vehementer nos, 11 febbraio 1906). Pio XI chiama il laicismo “la peste della nostra epoca” (cfr. Quas Primas, 11 dicembre 1925), e condanna la “laicità” intesa come “un sentimento o un’intenzione contrari o estranei a Dio e alla religione” (cfr. Maximam Gravissimamque, 18 gennaio 1924, in AAS XVI [1924], 17). In particolare, egli afferma che “tutto il genere umano è sotto la potestà di Gesù Cristo. Né v’e differenza fra gli individui e il consorzio domestico e civile, poiché gli uomini, uniti in società, non sono meno sotto la potestà di Cristo di quello che siano gli uomini singoli. È Lui solo la fonte della salute privata e pubblica; è Lui solo l’autore della prosperità e della vera felicità sia per i singoli cittadini sia per gli Stati. Non rifiutino, dunque, i Capi delle nazioni di prestare pubblica testimonianza di riverenza e di obbedienza all’impero di Cristo insieme coi loro popoli, se vogliono, con l’incolumità del potere, l’incremento e il progresso della patria” (cfr. Quas Primas, in Civiltà Cattolica. 1926 – 110)».
Ma veniamo ad una ulteriore contro-catechesi, nuovamente sui Sacramenti. Un’altra l’abbiamo vista appena ieri (clicca qui).
2016-02-11 Radio Vaticana. Bergoglio prima si lancia in un’invito criptoluterano all’anticlericalismo: «La malattia del clericalismo… Tutti! Tutti! Anche io. Tutti abbiamo questo… Non siamo principi, non siamo padroni. Siamo servitori della gente».
Subito dopo afferma pericolosamente: «Quando una persona viene al confessionale, è perché sente qualcosa che non sta bene, vorrebbe cambiare o chiedere perdono, ma non sa come dirlo e diventa muto. ‘Se non parli non posso darti l’assoluzione’. No. Ha parlato con il gesto di venire e quando una persona viene è perché non vuole, non vorrebbe fare lo stesso un’altra volta».
Ancora, riferisce Radio Vaticana: «E se una persona dice: “Io non posso promettere questo”, perché “è in una situazione irreversibile”, ma c’è un principio morale: ‘ad impossibilia nemo tenetur’ – aggiunge Bergoglio – se è impossibile che lui capisca, ma sempre cercare come perdonare».
Due giorni prima aveva incontrato i “Missionari della misericordia”.
Ci domandiamo: ma perché, nella Chiesa sono mai esistite Congregazioni di missionari anti-misericordiosi?
Il sito del Vaticano ci riporta il Discorso completo, qui cito un estratto: «[…] mi raccomando di capire non solo il linguaggio della parola, ma anche quello dei gesti. Se qualcuno viene da te e sente che deve togliersi qualcosa, ma forse non riesce a dirlo, ma tu capisci… e sta bene, lo dice così, col gesto di venire. Prima condizione. Seconda, è pentito. Se qualcuno viene da te è perché vorrebbe non cadere in queste situazioni, ma non osa dirlo, ha paura di dirlo e poi non poterlo fare. Ma se non lo può fare, ad impossibilia nemo tenetur. E il Signore capisce queste cose, il linguaggio dei gesti. Le braccia aperte, per capire cosa c’è dentro quel cuore che non può venire detto o detto così… un po’ è la vergogna… mi capite. Voi ricevete tutti con il linguaggio con cui possono parlare».
Cosa ne pensa la Chiesa?
Usiamo il Catechismo di san Pio X commentato da Padre Dragone, pp. 592 e 593: «N° 372. Che cos’è l’accusa, dei peccati? L’accusa dei peccati è la manifestazione dei peccati fatta al sacerdote confessore, per averne l’assoluzione. Il sacramento della Confessione è istituito a modo di giudizio. Il sacerdote confessore è il giudice cui spetta pronunciare la sentenza di assoluzione o di condanna. Ma prima di pronunciare la sentenza deve conoscere i peccati e le disposizioni del penitente l’unico che le può manifestare, accusando se stesso. È quindi NECESSARIO che il peccatore faccia l’accusa dolorosa dei suoi peccati. Se l’accusa o confessione è sincera e dolorosa, il sacerdote confessore pronuncia la sentenza di assoluzione; se invece il penitente si rifiuta di essere sincero, di pentirsi o di proporre di non peccare più, il confessore DEVE NEGARE l’assoluzione. ANCHE SE LO ASSOLVESSE IL PENITENTE NON SAREBBE PERDONATO, PERCHÉ NON PONE TUTTI GLI ATTI (ACCUSA, DOLORE E PROPOSITO DI SODDISFARE CON L’EMENDAZIONE E LA PENITENZA) CHE SONO COME LA MATERIA DEL SACRAMENTO. Il sacerdote confessore assolvendo in questo caso porrebbe la forma, che non costituisce il sacramento senza la materia. In primo luogo il sacerdote confessore è giudice. Ma è anche medico e padre. Perciò DEVE CONOSCERE i mali del penitente per poterli curare e guarire, assolvendo e suggerendo i mezzi per non ricadere. “Al medico si devono manifestare le piaghe” (Tertulliano, De poenit., 10, 1). Il Concilio di Trento ha definito: “Se qualcuno oserà affermare che per la remissione dei peccati nel sacramento della Penitenza non è necessario e di diritto divino confessare tutti e singoli i peccati mortali, anche occulti… e le circostanze… di cui si ricorda dopo diligente esame, SIA SCOMUNICATO” (Sess. 14, can. 7; DB 917). L’accusa dei peccati dev’essere fatta in ordine all’assoluzione, cioè per essere assolti. Se tu racconti i tuoi peccati a un sacerdote ma non hai l’intenzione di ricevere l’assoluzione, anche se il confessore te la dà, non è valida. Infine la confessione dev’essere fatta al sacerdote confessore, cioè approvato per le confessioni. Quello non approvato assolve invalidamente, eccetto i moribondi. Riflessione. – Teniamo presente che la confessione è una accusa dolorosa, fatta dal penitente. Nelle nostre confessioni dobbiamo quindi essere pentiti e fare noi stessi l’accusa e non costringere il confessore a farci l’esame con una noiosa serie di domande.
«Esempi. 1. Il libro degli Atti degli Apostoli ci fa sapere che ad Efeso molti convertiti andavano da san Paolo e gli confessavano i loro peccati. Coloro che avevano seguito le arti magiche o superstiziose, portarono i loro libri di magia, se ne fece una catasta e fu bruciata in presenza del popolo. Il valore dei libri bruciati era di parecchi milioni di lire (v. At c. 19).
«2. San Clemente Romano, Papa (91-100) e discepolo di san Pietro, scrive: “Chi ha cura della sua anima non deve vergognarsi di confessare i suoi peccati ai preposti della Chiesa, per poter ricevere da loro la santificazione. L’apostolo Pietro insegnava che conviene manifestare ai sacerdoti perfino i nostri pensieri. Finché siamo in questo mondo convertiamoci di cuore, perché quando ne saremo usciti, non avremo più la possibilità né di confessarci, né di pentirci”.
«Leibnitz, grande filosofo e pensatore protestante, lasciò scritto: “Non si può negare che l’istituzione della confessione sia opera della sapienza di Dio. Certamente il cristianesimo non ha nulla che meriti lode maggiore. In un confessore serio, pio, prudente, io vedo un gran mezzo per la salute delle anime. E se in questo mondo è appena possibile trovare un solo amico fedele, quanto non si dovrà stimare colui che dalla religione viene legato da un sacro giuramento a mantenere la fede nelle anime e ad aiutarle a salvarsi? Il confessore è apportatore di pace, di onore, di luce e di vera libertà morale».
La vergogna non è una scusante. È necessario, per essere validamente assolti e non sacrilegamente, formulare l’accusa in ordine all’assoluzione ed averne l’intenzione, e l’opinione contraria è «in anatema», come comanda Trento.
Sant’Alfonso, Padre dei Moralisti e dei Confessori, spiega in Foglietto di cinque punti… nelle Missioni, Punto V, Della rovina di quelle anime che per rossore lasciano di confessare i loro peccati: «Inoltre nella missione bisogna fortemente e più volte inculcare il punto di vincere la vergogna nel confessare i peccati. Chi è pratico di missioni ben intende che per questa maledetta vergogna l’inferno fa grande acquisto d’anime. Onde questo è il maggior frutto delle missioni: le quali per tal motivo ne’ paesi di campagna non solo sono utili, ma precisamente necessarie; perché in tali paesi i confessori sono pochi e per lo più parenti o amici, onde il rossore ha più forza ne’ paesani di far loro tacere i peccati.
«È una compassione il vedere quante anime guadagna il demonio per questa via, specialmente in materia di peccati disonesti, ne’ quali il nemico in atto di commetterli fa perdere il rossore, ma poi lo mette innanzi quando la persona se li ha da confessare. Di ciò appunto parlando sant’ Antonino narra che un santo romito vide una volta il demonio in una chiesa dintorno ad alcuni che voleano confessarsi, e gli dimandò che facesse colà. Rispose il nemico: “A costoro, acciocché commettessero il peccato, io tolsi il rossore; ora loro lo rendo, acciocché non se lo confessino”. Quindi scrive san Grisostomo: Pudorem dedit Deus peccato, confessioni fiduciam: invertit rem diabolus; peccato fiduciam praebet, confessioni pudorem.
«Oh Dio! sorella mia, hai fatto il male: se non te lo confessi, certamente sei dannata: ora perché non te lo confessi? Rispondi: mi vergogno. E per non vincere questa vergogna vuoi esser dannata per tutta l’eternità nel fuoco dell’inferno? È vergogna offendere questo Dio così buono che ci ha creati; ma non è vergogna il confessarsi di averlo offeso. Ma giacché vuoi tacere il peccato, almeno lascia di confessarti; al peccato fatto vuoi aggiungere il sacrilegio della mala confessione? Intendi quel che fai, facendo un sacrilegio? Al peccato già fatto, col quale ti hai meritato l’inferno, non vi è altro rimedio per te che il sangue di Gesù Cristo, che ti laverà l’anima, se ti confessi bene; ma tu, con tacere il peccato ti metti sotto i piedi il sangue di Gesù Cristo medesimo».
Anche laddove Bergoglio, solitamente popolano e dal lessico sguaiato, quasi per confondere le idee usa invece il latinismo «ad impossibilia nemo tenetur», non dobbiamo farci trarre in inganno. «Nessuno è tenuto a fare cose impossibili», e questo è vero, tuttavia anche i santi sono stati consci dei propri limiti, nessuno però ha riconosciuto il limite dell’uomo come una scusante verso se stessi e le costanti cadute. Come spiega sant’Alfonso: non bisogna mai fare pace col peccato, anche se ve ne sono alcuni duri da debellare. Senza il pentimento, difatti, non può esserci assoluzione.
Tornado sempre a Bergoglio, nel punto in cui esplicita il senso del latinismo usato: «”Io non posso promettere questo”, perché è in una situazione irreversibile», non si capisce a quale “situazione irreversibile” egli faccia riferimento. Chi non può promettere di smettere di peccare, è consapevole che sta peccando, ma dimostra di non volersi redimere (ostinazione). Potremmo analizzare molti casi “limite”, ma non mi sembra questa la sede e comunque il risultato non cambierebbe, viste le premesse della “religione bergogliana”, che NON è la Cattolica, come stiamo volta per volta dimostrando.
Aggiunge Padre Dragone (Op. Cit., pag. 599): Se ci vergogniamo o se non ci pentiamo «… non otterremo il perdono e saremo svergognati dinnanzi a tutti nel giudizio universale. Ora ti puoi illudere di tenere nascosto il tuo peccato. Ma lo puoi nascondere a Gesù Cristo ed alla tua coscienza? Verrà il giorno che il tuo vergognoso segreto sarà manifestato davanti a tutti a tutti gli uomini adunati per sentire la sentenza del Giudice eterno. È assai meglio subire ora la vergogna manifestando il peccato al solo confessore e averne il perdono, che subire l’onta di essere scoperti peccatori davanti a tutti gli uomini e a tutti gli angeli presenti nel Giudizio universale, ed essere condannati. La vergogno di quel giorno sarà senza frutto!».
San Pio X al numero 377 del suo Catechismo spiega: «Chi per vergogna […] tacesse un peccato mortale, non farebbe una buona confessione, ma commetterebbe un sacrilegio». Al numero 380 poi spiega l’assoluzione: «Il sacerdote nella confessione, dopo aver ascoltato l’accusa del penitente ed essersi accertato delle sue disposizioni, pronuncia la sentenza di assoluzione della colpa, se l’accusa fu sincera e il dolo vero, efficace, interno, universale; o di condanna, non assolvendo, se il reo non ha le disposizioni necessarie».
Ora, io non sono nessuno e non ho alcun potere, ma ho quantomeno il dovere di denunciare la verità e di esortare i fedeli ed i religiosi di ogni ordine e grado a sollecitare il proprio vescovo, se ancora di vescovi si può parlare, ad ammonire canonicamente Bergoglio per questa sua ennesima sedizione e semina di veleni. Potranno perdere la sedia, ma almeno “conserveranno l’anima”.
Rincuoriamoci con le parole di pace di Sua Santità Pio XII al Sacro Collegio (2 giugno 1947): «Resistite fortes in fide!. L’avvenire appartiene ai credenti, non agli scettici e ai dubbiosi. L’avvenire appartiene ai vigorosi, che fermamente sperano e agiscono, non ai timidi e agli irresoluti. L’avvenire appartiene a coloro che amano, non a quelli che odiano. La missione della Chiesa nel mondo, lungi dall’essere terminata e presunta, va incontro a nuove prove e a nuove imprese. L’ufficio a voi affidato dalla Provvidenza in quest’ora cruciale non è di concludere una languida e pusillanime pace col mondo, ma di stabilire per il mondo una pace veramente degna al cospetto di Dio e degli uomini […]».
di CdP Ricciotti.
E tu,profeta di forza nuova ,vediamo quanto avanti andrai.
Mi sa che da bambino tu forse eri un po’ “manesco “adesso magari ti stai inventando un modo per continuare ad esserlo.
Sbaglio?
pazienta ancora un po’, Alessio, presto verrà la primavera, e la nostra predicozzista sarà impegnata nell’ orto; per noi, un po’di riposo!
Io al tuo posto non m’illuderei tanto. E nemmeno al suo, perchè come le ho risposto i suoi errori si ritorceranno anche contro di lei ed i suoi cari. Se tutti la pensassero come lei, tra una ventina d’anni quando i suoi nipoti fossero costretti a vivere da sottomessi a casa loro, in una società diventata una discarica, allora forse si metterebbe a scrivere commenti tipo i miei… sempre che RS non fosse stata soppressa a forza.
Grazie a Dio lo sono sempre stato, e non solo per questioni religiose e politiche, ma per tutto. Ci mancherebbe esserlo solo da bambini, lo si deve essere per tutta la vita, e fare in modo di migliorare sempre la propria efficacia.
Su FN nessuna profezia, solo un consiglio che so benissimo che rimarrà quasi inascoltato, perchè la stragrande maggioranza o non andrà a votare o voterà partiti inutili.
A patirne sarà poi l’Italia intera, tu e la tua famiglia compresi… l’ondata islamica, la diffusione della perversione e quant’altro, se non fermati, non risparmieranno certo i tuoi nipotini. Prova a pensarci.
Credo che per Alessio troverò sempre un po’ di tempo. Quindi, non penso proprio che lo lascerò riposare.
Tra un paio di giorni potrei ritrovarmi per un dieci giorni in posti senza connessione internet (non è la galera), quindi è possibile che debba prendermi un riposo forzato.
Non capisco… se Dio Padre ha inviato Cristo per espiare tutti i peccati degli uomini, allora siamo già tutti salvi… e se a noi chiede solo misericordia (per chi??? certamente per noi stessi prima di tutto perché se invece ci mettiamo a soffrire che misericordia è ???) allora che senso ha la morte in Croce di Cristo?
Dio Padre avrebbe costretto il Figlio a morire in Croce non per dare un esempio a noi, ma così noi possiamo essere tutti salvi a prescindere.
Certo… per salvarci dobbiamo pure essere misericordiosi con noi stessi? (sai che faticata)…..
Padre Pio chiese a Cristo di soffrire per i peccati altrui e fu esaudito (eccome se fu esaudito), quindi era scemo o era santo? Se bastava già quello che ha fatto Cristo morendo in croce che senso ha
la Chiesa militante? Che senso ha la Chiesa Purgante? Che senso hanno le opere? Che senso ha l’esempio dei martiri che per Cristo si sono fatti torturare e uccidere?? e dei santi come Padre Pio? Basta essere più buoni di Dio Padre (perché lui il sacrificio lo ha chiesto al figlio) e il gioco è fatto…. no???
Per salvarci basta essere più buoni di Dio in definitiva….. è facile no?
…questa è la Sua eresia cara Maria….
Per fede, si chiede perdono e poi misericordia a Dio per i peccati commessi.Perche’ si sarebbe per noi crocifisso ? ( stato di umiltà )
Siamo misericordiosi con i nostri fratelli perché Lui è stato misericordioso con noi.( amore verso il Padre e verso i suoi figli pure nostri fratelli ).
Umiltà e Amore = Carità perfetta. I santi, solo i santi se ne possono avvicinare. Per tutti gli altri, ” noi “, dal dire al fare c’è di mezzo il mare.
Il pentimento,per un peccato commesso viene sempre perdonato,nelle modalità che la chiesa insegna.
Quindi,Misericordia, come porta di accesso alla conoscenza del Suo progetto divino.
Dove sta l’eresia? Signor Matteo,ma si va sempre alla ricerca delle eresie con la lente di ingrandimento. Se non ci sono non ci sono.
Ho difficoltà a comprendere il suo contributo. Mi perdoni .
Ma come ebbe giustamente a dire Sant’Agostino, la pace è la tranquillità dell’ordine. Venendo a mancare l’ordine viene a mancare il presupposto fondamentale della tranquillità, che non può più sussistere e che non è adatta a ristabilire l’ordine.
Se vuoi idealmente condannare i tuoi nipotini ad essere sottomessi agli islamici ed ai pervertiti fai pure, ma non venire a dirci che anche noi dovremmo desiderare una simile pazzia/idiozia. Se odi tanto i tuoi nipotini continua col buonismo, se li ami piantala.
Alessio, e come si i stabilisce l’ordine? Non certo con il disordine: guerre,dittature,imposizioni di ogni genere.L” ordine “non appartiene all’uomo; la natura per sopravvivere togli o aggiunge a secondo la propria necessità.L’essere umano non e’ solo materia ,ha a che fare anche, con la sua parte spirituale.Il suo mondo interiore non e’ conforme a nessun altro.Quindi il suo concetto di ordine e’ relativo.Ci cerca di conseguenza,per egoismo naturale,togliere all’altro per il raggingimento di un equilibrio e benessere personale. Con questo sistema caro mio non si potrà mai raggiungere la tranquillità per una pace.
Le cose dovrebbero andare al contrario. Il nostro egoismo deve trasformarsi in altruismo di modo che,si venga ad riequilibrare quelle grandi tensioni ,che oggi stanno portando ,se non si cambia, alla distruzione di intere civiltà.
Altro che il ” fai da te “. Che sarebbe venuto a fare Gesù a questo mondo ad essere solo uno spettatore passivo…….?
Noi, caro Alessio, non siamo in grado di cambiare nulla se non siamo sintonia con la Sua Parola.Fattene una ragione.
L’ordine è quello che la Tradizione ha sempre rappresentato e difeso. Nel momento in cui si smette di difenderlo, ovviamente anche con la forza, la civiltà inizia a precipitare.
Fattene una ragione, o dovranno farsela per forza i tuoi nipotini.
questa presunta Maria, chissà perché mi sembra un Troll; del tipo ” attrition warfare troll ” .
Per quanto riguarda “….è in una situazione irreversibile…” indicata da Bergoglio, non potrebbe trattarsi del peccato di aborto? la mia è solo una domanda.
Signor Franco cosa sta a significare questa presunta Maria?
Io sono Maria! E quello che scrivo e’ anche quello che penso. Perché ha dei dubbi? Non si può mica pensare in maniera diversa da voi? Il mio contributo e’ chiaro e a mio avviso incontestabile.
Dicci qualcosa di Fionda, per favore…
Testo e video della scomunica comminata a papa Bergoglio dal Patriarcato Cattolico Bizantino per bocca del Patriarca Elia:
http://uogcc.org.ua/it/actual/article/?article=11307
Quando si dice uno con i santissimi al loro posto!Che non fa altro che ragionare e parlare, come da mandato ricevuto: “ Se anche un angelo venisse a portarvi un insegnamento diverso dal mio, che sia anatema”. È scritto così, o dobbiamo discuterne??? Ecco allora la santa e doverosa reazione di un /(vero) vescovo cattolico contro l’ insegnamento di uno che angelo ( di ‘misericordia’ ) vuol apparire, ma in realtà angelo decaduto è, un povero diavolo, a servizio di tutti i diavoli dell’ Inferno. Che sia MALEDETTO! Chi non sa VEDERE la Chiesa al di fuori di pappo Francesco, è servito! La Chiesa è là dove è la fede cattolica! E laChiesa c’è! “Loro hanno le chiese – gli uffici,i titoli,gli ossequi, le cerimonie…- noi abbiamo la fede”, diceva S.Atanasio. Perché la Chiesa cattolica non è necessariamente a Roma; che anzi la Madonna a Fatima ha detto: ROMA perderà la fede. Roma, non la Chiesa, che è là, VISIBILE e INDEFETTIBILE dove si professa la Fede, come per la bocca e ilcoraggio del Vescovo Patriarca Elia! (Altro che i nostri pavidi resistenti alla Mons.Lefebvre…)
Aspettando la famosa ” fumata bianca “del 13 marzo 2013, cercavo di immaginare chi,sarebbe stato scelto al Soglio di Pietro,per condurre la nostra S.Chiesa.
Nessuno dei Cardinali preposti pensavo adatti a tale responsabita’,e mi chiedevo su chi lo Spirito Santo avesse posto la Sua fiducia incondizionata. Devo dire che visto i tempi,mi ero anche fatto un’idea,penso un po’ come tutti,ma,mai avrei pensato che l’elezione a questo papa,fosse andata al di la delle mie aspettative. Pertanto cosa dire: la scomunica a papa Bergoglio dal Patriarca Cattolico Bizzantino per bocca del cardinale Elia,non viene per niente ad influenzare in maniera negativa, il mio credo in questa Chiesa e in questo papa.
Questa mia S.Chiesa e questo mio “pappo” come tutti gli altri precedenti,hanno reso chiaro al mio intelleto e al mio cuore,il Suo messaggio d’Amore.
Se credo,e spero in ciò che Lui, con la sua Parola, in ogni momento della mia vita, ne sia l’ unica salvezza,su chi altri dovrei porre la mia fiducia?
Non faccio confusione! Ho ben chiara la differenza di Chiesa diretta da Dio e chiesa diretta da uomini anche fossero i “pappo”.
Oggi di questi tempi, brutti e tenebrosi, per quanto vogliamo,il Cristo si rivela a questa Sua S.Chiesa.
Che piaccia o no,non ne abbiamo altre,quindi remarle contro non potremmo cambiare le cose anzi..; molto possiamo fare pero’, singolarmente.
“Amare Dio e amare il prossimo” .Tutto il resto sara’ reso estremamente più facile e chiaro, con la benedizione del nostro Signore.
Amali, gli invasori, amali… poi saranno i tuoi nipotini a pagarne le spese. Ama anche i massoni e i depravati, già che ci sei.
Io passo.
c’è stato Uno che al sultano d’Egitto disse che era dovere del cristiano combattere chi era nemico di Dio e del genere umano…Poveretto, era solo il Poverello d’ Assisi, che il suo nome se l’è fatto scippare da un altro, che lui fin’ora quel nome l’aveva portato deltutto indegnamente…Pensare che si era arruolato come cappellano crociato! ..Senza tenereezza e senza misericordia alcuna, fondamentalista e proselitante! Nulla da spartire davvero col nuovo Francesco e i suoi mariuoli…
Alessio
Fionda poverino e’ innamorato.Sta perdendo peso,ed è sempre più magro.Ma per per me e’ sempre un amore.
Innamorato? Come lo sai? Cosa fà? E per questo non mangia? Ma guarda questi animali…! Sarà l’effetto della primavera!
Senti Alessio, non vorrai mica che di insegni io certe cose.
Mi stai proprio prendendo in giro vero?
Il tuo “tempo delle mele” e’ già finito,o deve ancora incominciare?
Sai essere anche simpatico,oltre l’antipatia per altro.
Tutto sommato sei ” un fiore all’occhiello” per RS rispetto a tanti tuoi camerati.
No, no! Nessuna presa in giro, parlo seriamente. Io non ho mai avuto gatti, quindi mi dà una certa curiosità come sia il comportamento di un gatto innamorato. Tutto qua. Se voglio prenderti in giro lo faccio apertamente, questa è una domanda normalissima e senza sarcasmo.
……….Devo dire che visto i tempi,mi ero anche fatto un’idea,…..lo dicevo io che Maria è un Troll 🙂 🙂
lister,a proposito del tuo post dell’ 8 marzo, che mi era sfuggito,ti rispondo solo dicendoti: pensa un po’ se la difesa della Chiesa dalla massoneria l’avesse intrapresa già lui stesso, in prima persona …
All’epoca, bbruno, Padre Pio aveva da pensare alle nuove indagini volute da GXXIII su di lui (era il 1952) e non avrebbe avuto né il tempo né la possibilità di indagare sulle infiltrazioni della massoneria nella Chiesa.
Alla sua morte, comunque, la massoneria si è vendicata incaricando Renzo Piano di progettare la nuova Chiesa dedicata a S.Pio: questo l’ha ringraziata realizzando un Tempio massonico e trattando le spoglie del Santo come se fosse un “illuminato”. (Il mistero della Chiesa di S.Pio; F. Colafemmina)
Napolitano che -a sentire il gran maestro Magaldi- è un massone, ha premiato Piano nominandolo Senatore a vita…
La massoneria ha voluto la chiesa di Padre Pio? Certamente!. Ma i confratelli di padre Pio non avevano voce in capitolo?’? Certo che l’avevano, quindi conniventi sono. Quindi l’opera di Padre Pio è condizionata dalla massoneria, e il suo corpo stesso, fatto testimonial della chiesa massonica…. Di autentico allora che cosa è rimasto di quell’opera ? Scusa, lister, in tutta questa faccenda troppe cose non mi quadrano, non riesco a capirle…
Caro bbruno,
i “confratelli” di Padre Pio??
Quelli che non usano più il saio dei Cappuccini, ma girano in jeans, polo Ralph Lauren e Ray Ban specchiati agli occhi?
Non è solo a Roma che si è insediato Satana: è arrivato anche a S. Giovanni Rotondo e Don Villa, da vivo, è stato tacitato come “un povero vecchio pazzo”.
Ma se erano massoni i “papi”, da GXXIII in poi, fino a quello che adesso alloggia al S. Marta, che potevano fare Padre Pio e Don Villa?…
Per eliminare la massoneria ci possono provare solo i laici, ormai, e FN ci prova.
Alessio,devi sapere, che questo e’ il tempo degli amori,per cani e gatti.Oltre a Fionda c’è anche Nerino che, in questi periodi, per accappararsi la femmina,fanno lotte furibonde fra di loro.L’anno scorso a quest’ultimo,gli hanno fatto la “ceretta” ossia,strappato di netto tutto il pelo sul petto,sembrava avesse il bavaglio.
Guarda,faceva proprio ridere e non di dico quanto.
Quello che e’ vissuto più lungo 13 anni,e’ stato Arturo l’ultimo dei miei 5 bassotti.Per il fatto che,non essendo stato per niente uno “stallone “…..,ha trascorso in serenità senza pensieri la sua esistenza.A lui interessava solo le pappe e i suoi padroni.
Diciamo che, questi due esempi ci porterebbero a fare delle considerazioni…..
Grazie delle delucidazioni. Mi accontento di queste, senza approfondire con considerazioni.
Se l’affermazione di Papa bergoglio fosse vera allora nè il giubileo nè le visite del Papa in vari posti diverebbero come la frontiera di un’aeroporto. Egli è un vescovo e non un Papa e dunque qualche Papa nascosto lo sostituisce. Ci sono spose cattoliche che generano guerre perchè fanno sesso anale con i militari degli illuminati rifiutando sesso con il proprio marito. Ciò è guerra al marito e guerra nella chiesa con risultante apostasia. Le donne che fanno ciò, lo credo Io dalla mia esperienza personale, sono donne imprenditrici e diventano bionde, sono aggressive con tutti, asociali, non fanno donazioni, non vanno a messa, fanno spesa anche di domenica. Se si accetta una sposa del genere senza combatterla allora non meravigliamoci delle guerre.
“Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode”… Questo qui nella foto trae dai bimbi degli strilli di spavento…L’innocenza non sbaglia!
Una volta quando ci si confessava c’era la grata molto fitta che toglieva il problema della vergogna. Oggi invece il confessionale e” uguale al tavolo di un bar e molti preti quando entri ti chiedono come va e nemmeno fanno il segno della croce.