Una precisazione che è anche uno sfogo: su Radio Spada non ci avete sentito e non ci sentirete usare nei commenti relativi alle questioni vicinorientali termini ricondicibili alla presunta dicotomia imperialismo-antimperialismo. Non ci appartiene, così come non ci appartengono gli scontri tra tifosi fascismo-antifascismo, destra-sinistra et alii. 

Sarebbe necessario indagare più approfonditamente la problematica relazione tra Impero ed “imperialismo”, tanto nel passato remoto quanto nella contemporaneità. Vi sono stati “Paesi non allineati”  o “Paesi socialisti” che una volta “emancipati” hanno adottato un comportamento internazionale e una linea politica interna non troppo dissimile rispetto agli Imperi tradizionali, restando fermo il fatto che questi ultimi erano imparagonabilmente meno mortiferi e bellicosi di quelli contemporanei.

Fatta salva la retorica, la stessa Urss ebbe – comprensibilmente – un atteggiamento de facto imperiale rispetto ai popoli che raccoglieva sotto la sua protezione.

Esiste, più che una contrapposizione imperialismo-antimperialismo, una visibile differenza tra le caratteristiche politiche ed ideologiche dei vari Imperi. Non vogliamo quindi nascondere che questo sito guarda con simpatia storica e sanza nostalgie tanto al Sacro Romano Impero quanto all’Impero Austro-Ungarico, all’Impero del Messico (asburgico) e a quello portoghese (Império Português) e così a molti altri.

Gli Imperi di un tempo avevano il buon gusto di chimarsi col loro nome, in tempi deformazione comunicativa in salsa politicamente corretta si preferisce dimenticare in modo ipocrita le definizioni veraci in nome da un lato di uno strumentale dirittoumanismo e dall’altro di un antimperialismo non meglio precisato.

Dunque è bene ribadire che:

1) La politica internazionale è nient’altro che la regolazione dei conflitti, con o senza combattimento fisico, tra gli attori coinvolti.

2) Interessi materiali e dottrine (religiose o ideologiche)  determinano la qualità e la quantità del conflitto, sia esso militare o no.

3) Il conflitto non è mai eliminabile ma contenibile ed indirizzabile.

Quindi:

a) Il pacifismo (e per derivazione: certo “antimperialismo” e il dirittoumanismo), in riferimento a quanto detto nei due punti precedenti, risulta essere una dottrina che non elimina il conflitto ma si limita – in molti casi – a supportare gli interessi degli attori avversi a quelli contro i quali è usato.

b) La neutralità è una finzione: il soggetto neutrale regola il conflitto in conformità con i suoi interessi materiali e attraverso la dottrina (religiosa o idelogica) che lo pervade. Nel campo delle relazioni l’esito del confiltto determina nuovi scenari – più o meno proficui – per tutti i soggetti che si rapportano all’interno dello scacchiere.

In conclusione:

L’aggressione che è in corso contro il legittimo governo della Siria è dettata dagli interessi materiali ed ideologico-dottrinali di un gruppo di Potenze, la sua difesa, oltre che allo Stato siriano, è nelle mani di un altro gruppo di Potenze anch’esse dotate di specifici interessi materiali ed ideologico-dottrinali. Discorso identico per le minacce di questi giorni alla Repubblica Islamica dell’Iran. Che nell’opinione di questo o di quello esistano dottrine migliori o peggiori e diversi giudizi sui metodi più o meno criminali di raggiungere i propri obiettivi fa parte di quelle interpretazioni riconducibili al libero arbitrio di ciascuno.

Mi si permetta di dire che il resto sono chiacchiere.

Andrea Giacobazzi

P.S.: Nel riferimento alle dicotomie imperialismo-antimperialismo, fascismo-antifascismo, destra-sinistra non si vogliono condannare evidentemente i signoli aderenti a questi ipotetici blocchi. Spessissimo ho avuto il piacere di relazionarmi con persone che si dichiaravano parte di queste realtà e ho condiviso con loro esperienze ed opinioni. Ho tentato con questo breve testo di spiegare una scelta terminologica che intenderemo adottare.