Non mancano ai giorni nostri, all’interno del mondo cattolico e non, voci che si levano contro la pratica di battezzare i neonati definendola contraria alla libera volontà dei bambini in questione di ricevere tale Sacramento. Vediamo ora cosa afferma la dottrina cattolica a tal riguardo:
“Necessità del Battesimo anche per i bambini
La conoscenza di tutte queste verità è senza dubbio utilissima ai fedeli. Ma nessun insegnamento è più necessario di questo: che la legge del Battesimo è prescritta dal Signore per tutti gli uomini. I quali, se non rinascono a Dio con la grazia del Battesimo, sono procreati dai loro genitori, siano questi fedeli o no, per la miseria e la morte eterna. Molto spesso i Pastori dovranno commentare la sentenza evangelica: Chi non rinascerà per acqua e Spirito santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5).
L’universale e autorevole sentenza dei Padri dimostra che questa legge va applicata non solo agli adulti, ma anche ai fanciulli, e che la Chiesa ha ricevuto simile interpretazione dalla tradizione apostolica. Come si potrebbe credere del resto che nostro Signor Gesù Cristo abbia voluto negare il sacramento e la grazia del Battesimo a quei bambini, di cui disse un giorno: Lasciate i fanciulli, e non impedite loro di venire a me; che di tali è il regno dei cieli? (Mt 19,14); e che abbracciava, benediva, accarezzava? (Mc 10,16). Inoltre, quando leggiamo che Paolo battezzo un’intera famiglia, apparisce chiaro che anche i fanciulli di quella furono bagnati al fonte della salvezza (1Co 1,16 Ac 16,33).
Inoltre la circoncisione, simbolo del Battesimo, raccomanda fortemente tale consuetudine. E noto infatti che i fanciulli solevano essere circoncisi nell’ottavo giorno dalla nascita. Nessun dubbio che se la materiale circoncisione, con l’eliminazione di un elemento corporeo, giovava ai bambini, ai medesimi dovrà recare giovamento il Battesimo, che è la circoncisione di Gesù Cristo, non operata da mano di uomo (Col 2,11).
Finalmente, se è vero, come proclama l’Apostolo, che la morte ha esteso il suo regno a causa della colpa di un solo individuo, a più forte ragione coloro che ricevono l’abbondanza della grazia, dei doni e della giustizia, devono regnare nella vita, per opera di un solo, Gesù Cristo (Rm 5,17). Orbene: poiché a causa del peccato di Adamo i bambini contraggono la colpa originale, a più forte ragione, per i meriti di nostro Signor Gesù Cristo, potranno essi conseguire la grazia e la giustizia, per regnare nella vita; cosa però impossibile senza il Battesimo.
Perciò i Pastori insegneranno che i bambini devono assolutamente essere battezzati. Poi, adagio adagio, la puerizia dovrà essere educata alla vera pietà, inculcandole i precetti della religione cristiana. Poiché disse il Savio: Quando l’adolescente abbia preso la sua via, non se ne allontanerà più, neppure da vecchio (Pr 22,6). E non è lecito porre in dubbio che i bambini battezzati ricevano realmente i sacramenti della fede. Se ancora non credono con adesione positiva del loro intelletto, si fanno forti però della fede dei genitori, se questi sono credenti; se non lo sono, supplisce, per usare le parole di S. Agostino, la fede della Chiesa, ossia della società universale dei santi (Lett. a Bonif. XCVIII,5). In verità possiamo dire che essi sono offerti al Battesimo da tutti coloro che bramano di offrirli, e per la carità dei quali entrano a far parte della comunione dello Spirito santo.
Occorre esortare costantemente i fedeli perché portino i loro figli, non appena possono farlo senza pericolo, alla chiesa e li facciano battezzare con la solenne cerimonia. Si pensi che ai piccoli non è lasciata alcuna possibilità di guadagnare la salvezza, se non è loro impartito il Battesimo.Quanto grave dunque è la colpa di coloro che li lasciano privi di questa grazia più del necessario, mentre la debolezza dell’età li espone a innumerevoli pericoli di morte.”
(Tratto dal Catechismo Tridentino, punto 177 del capitolo “Il Battesimo”)
Similmente, il Catechismo Maggiore di San Pio X afferma che:
“561. Quando si devono portare alla chiesa i bambini perché siano battezzati?
I bambini si devono portare alla chiesa perché siano battezzati, il più presto possibile.
562. Perché si deve avere tanta premura per far ricevere il Battesimo ai bambini?
Si deve avere somma premura per far battezzare i bambini, perché essi per la loro tenera età sono esposti a molti pericoli di morire, e non possono salvarsi senza il Battesimo.
563. Peccano adunque i padri e le madri che per la loro negligenza lasciano morire i loro figliuoli senza Battesimo, o lo differiscono?
Si, i padri e le madri che per la loro negligenza, lasciano morire i figliuoli senza battesimo, peccano gravemente, perché privano i loro figliuoli dell’ eterna vita; e peccano pure gravemente col differirne a lungo il Battesimo, perché li espongono al pericolo di morire, senza averlo ricevuto.”
Un cattolico quindi deve rigettare con forza le false opinioni di coloro che si oppongono al Battesimo dei bambini affermando che dovranno essere loro a volerlo ricevere in età più avanzata.
Testo raccolto a cura di Piergiorgio Seveso
Grazie per questo utilissimo piccolo compendio su un argomento cosi’ importante come il Battesimo. Dopo che hanno deciso che il Limbo non e’ verita’ di fede, ogni tanto una rinfrescata di sana dottrina tradizionale ci vuole.
L’hanno deciso altrove ma non su Radio Spada. Stia di buon animo: il Limbo c’è.
domando: ma allora tutti coloro che sono nati prima di Gesù, o che comunque non sono venuti in contatto con la Chiesa (e, in particolare, non sono stati battezzati), come possono salvarsi / essersi salvati? Se cioè il Battesimo è necessario per la salvezza, tutti coloro che, senza loro colpa, non l’hanno ricevuto, sono dannati?
Ringrazio in anticipo chi vorrà rispondermi
Infatti
Scese ai inferi per salvare quelli prima di lui.
Come hai ben letto la circoncisione era come il battesimo.
Quelli che non sono perdonati sono quelli dopo Cristo.
Adesso lo conosci Cristo non hai più scuse.
Se sono ignoranti invincibili, se rispettano la morale naturale con retta coscienza, se credono in Dio Causa prima , allora si salvano attraverso Gesù ,quindi attraverso la Chiesa, perché sono nell’anima della stessa senza saperlo, anche se non sono nel corpo della Chiesa.
Grazie per questa disposizione dottrinale
Mi auguro che tutti possano ricevere il Battesimo a Gloria del Signore.amen .
Pace. Il pedobattesimo (o battesimo degli infanti) è valido. Infatti ll bambino può essere lecitamente battezzato per la fede della chiesa. Il battesimo è «lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tito 3,5). Questo sacramento realizza quella nascita dall’acqua e dallo Spirito senza la quale nessuno può entrare nel regno di Dio (Giovanni 3,5). Il battesimo (segno della fede nella Nuova Alleanza) rimette tutti i peccati – quello ereditato dai nostri progenitori e tutti quelli che il neo-battezzato ha commesso prima di aver ricevuto questo sacramento – di chi lo riceve (Atti 2,38; 22,16), quindi ci rigenera e ci rende membra del corpo di Cristo, che è la chiesa (Matteo 28,19; Colossesi 1,18. 24). Quando il Signore comandò la circoncisione (segno della fede nell’Antica Alleanza) per i bambini, quest’ultimi non possedevano la fede. Venivano quindi circoncisi per la fede dei loro genitori. Questi poi educavano i propri figli alla fede in Dio e all’osservanza della legge. Ogni bambino ebreo veniva educato dai propri genitori, per cui a dodici o tredici anni raggiungeva l’età della maturità e diventava responsabile per se stesso nei confronti della legge. Quindi, come i bambini venivano circoncisi per la fede del popolo ebraico, così i bambini sono battezzati per la fede del popolo cristiano. San Paolo, infatti, insegna chiaramente che il battesimo è la nuova circoncisione (Colossesi 2,11-12). Il bambino deve essere battezzato, e sarà educato alla fede dai propri genitori. Sono questi infatti i loro primi e principali educatori. La chiesa (comunità dei credenti) si rende responsabile della fede del bambino. È cosa buona e giusta che la chiesa – come pure i genitori – si preoccupi della salute spirituale del bambino. Vi sono episodi nella Sacra Scrittura, nei quali non è la fede del diretto interessato a guarirlo, ma quella di altre persone. Così il servo ammalato fu guarito non per fede personale, ma per la fede del centurione: «E Gesù disse al centurione: “Và e sia fatto secondo la tua fede”. In quell’istante il servo guarì» (Matteo 8,13). Anche il paralitico venne guarito non per fede personale, ma per la fede di chi lo portò a Cristo: «Vista la loro fede, disse al paralitico: figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati» (Marco 2,1-5). La suocera di Simon Pietro fu guarita per la fede dei discepoli di Gesù: «La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò» (Luca 4,38-39). Al carceriere che domandò che cosa doveva fare per essere salvato, Paolo e Sila risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia» (Atti 16,31). Secondo l’affermazione di Paolo e Sila, la famiglia del carceriere sarebbe stata salvata da Cristo per la fede di lui. Ora, come si è detto sopra, il battesimo guarisce l’anima dai peccati. Perciò se costoro sono stati guariti dal Signore, non per fede personale ma per la fede di altri, niente c’impedisce di battezzare, giustamente e lecitamente, i bambini per la fede della chiesa. I contestatori del pedobattesimo si rifanno spesso a Marco 16,15-16, affermando che, siccome il bambino non possiede fede personale, allora non può ricevere il battesimo. Nulla di più falso, dato che Cristo non stava mandando i suoi discepoli a predicare il vangelo ai neonati, ma ai giudei e ai pagani che dovevano convertirsi. Ma i neonati da cosa dovevano convertirsi? È doveroso per noi cristiani far battezzare i bambini, e a tal proposito, nel suo vangelo, Luca presenta un episodio molto significativo, e che in maniera implicita sostiene la validità del pedobattesimo. Scrive l’evangelista: Gli presentavano anche i bambini perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite» (Luca 18,15-16). Per i bambini, nel primo versetto, Luca utilizza la parola greca brephe, che letteralmente indica gli infanti, i lattanti, i bambini piccoli. Mentre nel versetto successivo utilizza la parola greca paidìa. Ma i lattanti, non possedendo fede personale, come possono andare a Cristo, come lui stesso ci comanda? Ci vanno per la fede dei loro genitori (e/o per quella della chiesa), che permettendo ai bambini di ricevere questo sacramento, fanno si che anche loro siano rigenerati e possano camminare a vita nuova (Romani 6,3-4; Colossesi 2,12), diventando membra del corpo di Cristo, che è la chiesa (Colossesi 1,24). In Luca, il verbo toccare (18,15) ha spesso un valore terapeutico (5,13; 6,19; 8,44.47; 22,51). Quindi quei genitori presentarono a Gesù i loro figli piccoli, affinché il Signore, toccandoli, li guarisse. Se quei genitori portarono da Cristo i loro figli piccoli, affinché fossero guariti, perché mai oggi un genitore non può far battezzare il suo figlio piccolo, affinché anche per lui siano aperte le porte del regno dei cieli? Negli Atti degli apostoli abbiamo un altro episodio che sostiene implicitamente il pedobattesimo. Infatti, leggiamo che, ai giudei che ascoltavano la predicazione di Pietro, egli disse loro: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro» (Atti 2,38-39). Per figli, Luca utilizza qui la parola greca teknois, che deriva dalla parola greca tekna, che è utilizzata in Atti 21,21 riguardo i neonati che non avevano ancora ricevuto la circoncisione. Quel giorno – racconta Luca – furono battezzati circa in tremila (Atti 2,41), e certamente tra questi v’erano i neonati, dato che anche per loro è la promessa. Poiché tutti gli uomini hanno ereditato il peccato dei nostri progenitori (Salmi 51,5; Romani 5,15-19), giustamente anche i neonati devono essere battezzati. Non dimentichiamo che gli apostoli hanno battezzato intere famiglie (Atti 10,48; 16,15. 33; 1 Corinzi 1,16), e non possiamo negare che vi fossero dei bambini. Dire infatti che in nessuna di quelle famiglie v’erano bambini, sarebbe un parlare inutile. La chiesa cattolica insegna che «il battesimo è il sacramento della fede. La fede però ha bisogno della comunità dei credenti… La fede richiesta per il battesimo non è una fede perfetta e matura, ma un inizio, che deve svilupparsi. In tutti i battezzati, bambini o adulti, la fede deve crescere dopo il battesimo… La preparazione al battesimo conduce soltanto alla soglia della vita nuova. Il battesimo è la sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l’intera vita cristiana. Perché la grazia battesimale possa svilupparsi nel neo-battezzato è importante l’aiuto dei genitori. Questo è pure il ruolo del padrino o della madrina, che devono essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato, bambino o adulto. Il loro compito è una vera funzione ecclesiale» (Catechismo, 1253-1255). Perciò, giustamente, i bambini vengono battezzati per la fede della chiesa. Infine, per quanto riguarda le accuse mosse contro il battesimo per infusione praticato nella chiesa cattolica, ritenendolo non valido, è giusto ricordare che San Pietro battezzò – aiutato dagli altri apostoli – in un solo giorno tremila persone, e certamente non usò il battesimo per immersione, ma, come appare evidente, proprio quello per infusione. Infatti il battesimo per immersione di così tante persone in Gerusalemme, che si trova in una zona arida, sarebbe stato impossibile. Quanto al battesimo dell’eunuco, leggiamo: «Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: “Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?”. Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino» (Atti 8,36-39). Ora, è improbabile che il battesimo dell’eunuco sia stato praticato per immersione. Infatti le due preposizioni «eis» (in, nel, presso, dentro) ed «ek» (da, fuori da), utilizzate da Luca nel suo racconto, non stanno affatto descrivendo il battesimo, ma piuttosto ciò che avvenne prima e dopo il battesimo. Il racconto quindi non implica affatto il battesimo per immersione. Le preposizioni «eis» ed «ek» sono applicate non solo all’eunuco, ma pure a Filippo, e perciò non stanno descrivendo il momento del battesimo, altrimenti dovremmo ammettere che Filippo stesse battezzando, per immersione, non solo l’eunuco, ma anche sé stesso, poiché Luca precisa: «discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco», e: «furono usciti dall’acqua». Perciò «eis» ed «ek» non descrivono affatto il battesimo per immersione, ma ciò che avvenne subito prima e subito dopo il battesimo dell’eunuco, avvenuto probabilmente per infusione, poiché in quel luogo non doveva esserci molta acqua, ed è possibile che Filippo battezzò l’eunuco presso un ruscello. È vero che «battesimo» significa «immergere», e che l’immersione nell’acqua simboleggia la sepoltura di Cristo, e il successivo ritorno alla posizione eretta simboleggia la risurrezione dalla morte. Ma ciò non invalida assolutamente la modalità per infusione. Infatti non è tanto importante che la modalità del battesimo sia quella per immersione o per infusione, ne è tanto importante la quantità dell’acqua, ma è importante invece il battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, secondo quanto è stato comandato da Gesù (Matteo 28,19).