SANREMO: TERZA SERATA

Abbiamo assistito a sproloqui sul femminicidio, ospiti stranieri imbarazzanti che leggono proclami incomprensibili (una specie di sosia di Platinette tinto accolto come l’oracolo di Delfi). Abbiamo visto un Albano affaticato e vagamente stranito che ripropone, in un mesto karaoke dopolavoristico,  i successi dei tempi felici. Tempi felici in cui c’era lei, Romina, la moglie vera, sorridente, entusiasta,  praticamente afona ma indispensabile, tempi felici che non torneranno più.  

Riproposte le canzoni dei “big”; alcune (come sempre accade a Sanremo) con una performance migliore rispetto alle prime due serate.  Attendiamo questa sera “revival” per aggiornare i giudizi.

Sanremo giovani  

Andrea Nardinocchi: spesso quando si vedono i giovani a Sanremo, viene spontaneo domandare “Perchè?”. Non sarebbe meglio far cantare Jimmy Fontana, Riccardo del Turco, Mal dei Primitives e Gianni Nazzaro? Almeno andremmo sull’usato sicuro. Qui invece ci vengono propinati polpettoni musicali avvelenati e indigesti. Quale universo morale e spirituale si cela dietro queste meste ballatine di amori distruttivi e infelici, ripiegati su un sentimento che si fa ogni istante materia?     

Antonio Maggio: motivetto furbo e accattivante dell’ex Aram Quartet, cantato con sicurezza e presenza scenica, con inediti cori a cura di Capitan Basilico. Possibile candidato a sbarrare la strada al postino sodomita di Rubino, quindi quasi un antemurale del diritto naturale.    

Paolo Simoni: Desolante e straziante, con qualche eco di Dalla, interminabile e vagamente autistica, oscura e pretenziosa. Menzione speciale per aver appeso un post-it al microfono a fine canzone con l’oscura scritta “Riprendiamoci il nostro futuro”.  Permetteteci di dire che il futuro è meglio che rimanga dov’è, ovvero altrove.

Ilaria Porceddu: brano immaginifico costruito con una buona dose di maestria, buona voce. Menzione di merito per aver cantato in sardo campidanese. Una prestazione decorosa.  

 

A cura di Piergiorgio Seveso della Redazione di Radio Spada (un ringraziamento a Gio)