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Qui a Radio Spada scopriamo, con un certo stupore (ma non con troppo stupore), che il possibile presidente del Consiglio, l’ago della bilancia della politica italiana, negli anni scorsi aveva tentato di depositare il marchio “Dio” presso l’ufficio Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico.  Si tratta di un noto caso di conflitto di interesse: Può il Padreterno genovese brevettare se stesso?  Forse lo fa per evitare che i suoi fedelissimi seguaci possano avere crisi di coscienza nei confronti di un Dio che trascenda il Movimento Cinque Stelle?

Ma se Beppe Grillo non è un Padreterno, allora cos’è ? Un neo-illuminista, uno stirneriano fuori tempo massimo, un Feuerbach al pesto ligure, un materialista dialettico, un agnostico irreligioso, un kantiano dei carrugi?  

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