MATER INVIOLATA
Sonetto di don Paolo Donegana pubblicato in “Elogio mariano.
Trentatré sonetti sulle Litanie Lauretane (Como, 1893).
Il poeta adombra la verginità (ante partum, in partu e post partum) di Maria Santissima.
Iride apparve, e’l vol sul auree piume
incontro ad Essa Gabriel distese,
quando dal Padre il generato Nume
ne puro chiostro virginal discese…
Nè simulata d’uom forma e costume,
ma vero spirto e vera carne prese,
che irradiata dal supremo lume.
Verace in sé divinità comprese.
Però nascendo la divina prole
integro lascia ed inviolato il grembo,
che maggior quindi purità riceve:
siccome allor ch’esce dall’alba il sole,
l’alba si tinge d’un candor di neve,
e fiori versa dal purpureo lembo.
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CANZONETTA MARIANA DI ANONIMO
Solchiamo un mare infido
di un mondo traditore
al sospirato Lido
chi mai ci condurrà?
Maria pietosa e bella,
del mar lucente stella,
Maria speranza nostra,
guida di noi sarà.
Il senso lusinghiero
entro di noi ribelle,
aspro nemico e fiero
chi lo distruggerà?
In ogni rio periglio,
di puritade il giglio,
Maria speranza nostra,
avrà di noi pietà.
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L’Immacolata Concezione della Santissima Vergine del marchese Cesare Lucchesini
Chi fia costei che bella oltre alle belle
Pur or di mano al divin fabro uscita,
Ricinta il capo di fiammanti stelle
Scese, e de rai del sol tutta è vestita?
Chi fia costei, che l’angelo ribelle
Come prode guerriera affronta ardita:
Anzi l’empie n’ha vinte insidie e felle
Sul primo liminar di nostra vita?
Chi fia costei, che intemerata e pura
Quaggiù tanta di ciel parte disserra
Infra la faccia de mortali impura?
Ah ben io la ravviso. Ella è… ma pria
Ognuno al santo augusto nome a terra
Adorando si prostri. Ella è Maria.
testi raccolti a cura di Piergiorgio Seveso e Marco Massignan
Benché Maggio sia passato, propongo una poesia alla Madonna del prete enigmista e linguista don Anacleto Bendazzi. La particolarità di questo componimento è che è comprensibile in italiano, nonostante sia scritto in perfetto latino:
Salve Regina ! Te saluto, o pia,
nostra tutela in tenebrosa via,
in sinistra terrifica procella
benigna stella.
Quando te non saluto, o nostra vita,
gemo in amaritudine infinita;
in tranquilla quiete, te invocata,
vivo, o beata.
Saluto te, Regina gloriosa,
arca divina, intemerata rosa;
te, bella oliva, Iris serena, pura,
nivea figura.
Quando miser vacillo in vento infido,
Regina generosa, in te confido;
in te confido in fausta, in dura sorte,
in vita, in morte.