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In questi tempi di pauperismo dilagante, occorre fare chiarezze ed anteporre la verità ad ogni giudizio o parere personale,a questo scopo aiuta citare due norme tratte dai «Principi e norme per l’uso del Messale Romano»:
289. Tra le cose richieste per la celebrazione della Messa, sono degni di particolare rispetto i vasi sacri; tra questi, specialmente il calice e la patena, nei quali vengono offerti, consacrati e consumati il pane e il vino. 

290. I vasi sacri siano di materia solida e nobile, secondo la comune valutazione di ogni regione. La cosa è rimessa al giudizio della Conferenza Episcopale. Tuttavia si preferiscano materie che non si rompano né si deteriorino facilmente.

291. I calici e gli altri vasi destinati a contenere il Sangue del Signore, abbiano la coppa fatta di una materia che non assorba i liquidi. La base del calice può essere fatta con materie diverse, solide e decorose.

Riporto inoltre le parole,le esortazioni del santo di Assisi al quale pare ispirarsi il Vescovo di Roma Francesco ed i suoi molti ammiratori :

Nella Prima lettera ai custodi San Francesco d’Assisi scrive :
«Vi prego, più che se riguardasse me stesso, che, quando vi sembrerà conveniente e utile, supplichiate umilmente i chierici che debbano venerare sopra ogni cosa il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e i santi nomi e le parole di lui scritte che consacrano il corpo.

I calici, i corporali, gli ornamenti dell’altare e tutto ciò che serve al sacrificio, debbano averli di materia preziosa.E se in qualche luogo il santissimo corpo del Signore fosse collocato in modo troppo miserevole, secondo il comando della Chiesa venga da loro posto e custodito in un luogo prezioso, e sia portato con grande venerazione e amministrato agli altri con discrezione.»

Proprio questo è il mese del Preziosissimo Sangue di Gesù,ricordiamo volentieri questo episodio capitato al Ven. Buonsignore Caccinguerra, amico e compagno di S. Filippo Neri.
Un giorno mentre si lamentava al pensiero che i pagani, gli ebrei e i musulmani non potessero approfittare del Sangue del Salvatore, nostro Signore gli apparve col Sangue sgorgante dal suo costato e gli disse: “E’ per tutti e per chiunque ne vuole”.
Quel calice quindi contiene la nostra Salvezza,come diceva San Tommaso d’Aquino,la chiave per il Paradiso,appare evidente che bisogna avere la massima cura e venerazione per ciò che vi è contenuto.

Detto ciò spero di aver fatto un po’ di chiarezza,mostrando che non si tratta di opinioni personali, ma della Tradizione e Bellezza della Chiesa.
Se è vero che la «bellezza salverà il mondo», allora quel giorno è ancora lontano.

Alessandro Pini