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Introduzione. Si racconta che San Domenico, durante i lunghi anni spesi nel Mezzogiorno della Francia per ricondurre alla fede la gente caduta nell’eresia degli Albigesi, vedendo scarsi i frutti del suo lavoro, si rivolse sfiduciato alla Madonna. La potente Regina del Cielo, ascoltò le sue preghiere e, come pegno di sicura vittoria, gli diede la corona del Rosario: «È questa l’arma che verrà a dissipare l’eresia, a promuovere la virtù, ad implorare la misericordia di Dio. Prendi questa corona; predica i suoi misteri di gaudio, di dolore e di gloria e rinnoverai la faccia della terra».

Lepanto. Al Rosario fu, unanimemente, attribuita la vittoria che nel 1571 liberò la cristianità dal pericolo turco a Lepanto, il 7 ottobre (giorno dedicato in seguito alla festa della Madonna del Rosario). Scrissero i veneziani: «Non le armi, non la forza, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci fece vincitori». Nel 1571 a Lepanto sorge un grave pericolo per tutta l’Europa. I Musulmani minacciano di mettere a ferro e fuoco tutte le nazioni europee, ma il santo Papa Pio V invita tutti gli europei alla recita del Santo Rosario. Ebbene i pochi combattenti cristiani misero in fuga il potente esercito musulmano appoggiato da 500 navi. Il Rosario salvò l’Europa cristiana da chi la voleva scristianizzare. 

Assedio di Vienna. Vienna nel 1683 fu assediata dai Musulmani, decisi ad occupare e islamizzare l’Europa e a fare della Basilica di San Pietro la stalla per i loro cavalli. Ma il Papa, Beato Innocenzo XI, mandò in Austria, come suo rappresentante, il grande taumaturgo Cappuccino Beato Marco d’Aviano, il quale recitò innumerevoli Rosari insieme al Generale Sobjeski e al suo piccolo esercito. Così l’enorme esercito maomettano fu messo in precipitosa fuga.

Elezioni del 1948. In Italia il 18 aprile 1948, due mesi prima delle elezioni come assicurò in una conferenza a Bologna il Morlion, fondatore delle Università Pro Deo, risultava da una scrupolosa indagine che avrebbe stravinto il socialcomunismo. Invece i moltissimi Rosari e le tante processioni mariane sconfissero, nelle elezioni, il marxismo, che era potentissimo, e che avrebbe reso la nostra patria schiava dell’Unione Sovietica.

Austria (1945- 1958). Per 13 anni è tenuta occupata dal terribile esercito sovietico, ad un certo momento i cattolici recitano tanti Rosari per la liberazione della loro patria. La Madonna li esaudisce: il grande esercito sovietico si ritira e l’Austria riacquista la sua libertà. E stata la prima volta che la Russia comunista ha ritirato le sue truppe da una nazione occupata.

Filippine. Per ben due volte (nel 1986 contro il terribile dittatore Marcos e in Gennaio del 2001 contro il Presidente corrotto Joseph Estrada) le preghiere mariane, i Rosari di diversi milioni di cattolici hanno salvato la libertà dei cristiani filippini.

L’importanza del Rosario per la fede cristiana appare anche dal fatto che nelle due più importanti apparizioni del nostro tempo, a Lourdes e a Fàtima, la Madonna si è fatta vedere col Rosario ed ha inculcato di recitare il Rosario tutti i giorni.

Il nome del Rosario. Narra una leggenda che ai tempi di San Domenico viveva un pastorello. Amatissimo della corona di Ave, Pater, Gloria, divulgata dal santo, non passava giorno senza che lo recitasse per intero. Essendo pastore, la sua preghiera era spesso distratta dalla necessità di ricorrere a raccogliere le pecore. Perciò, per aiutarsi a tenere a mente le preghiere dette, ricorse ad un ingegnoso espediente. Prese un tralcio di vite, lo fece in pezzettini, li traforò per il midollo, li infilò a dieci a dieci e, unite le estremità, ne formò una specie di corona e se ne serviva per contare le Ave Maria. Al tramonto, raccolse il gregge e, appesa la corona ad un albero per riprenderla il giorno seguente, se ne tornò a casa. All’indomani, tornato sul luogo, per riprendere la corona, con grande meraviglia al suo posto trovò una corona di bellissime rose bianche, intercalate ad ogni decina da una rosa rossa, tutte di una fragranza straordinaria. Quasi fuor di sé dall’emozione, prese la corona e corse a farla vedere ai genitori, che la portarono al parroco. Questi comprese il prodigio e predicò al popolo l’accaduto, esortando a recitare la corona, che da allora si chiamò corona del Santo Rosario.

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Testimonianze

Padre Pio, un gigante del secolo XX, come è stato definito in una trasmissione della Radio Vaticana il giorno stesso dell’apertura del processo di beatificazione, il 20 marzo 1983. Questo cappuccino che per tanto tempo ha portato nel suo corpo i segni della Passione del Signore, recitava tanti rosari da sbalordire chiunque. C’è chi sostiene che ne recitasse in media oltre trenta al giorno! E come lo raccomandava ai suoi figli spirituali! «Recitate sempre egli diceva il Rosario e bene. Satana mira a distruggere questa preghiera, ma non ci riuscirà mai; è la preghiera di Colei che trionfa su tutto e su tutti!». E un giorno che gli fu chiesto perché recitasse tanti rosari, rispose: «Se la Vergine santa l’ha sempre raccomandato dovunque è apparsa, non ti pare che ci debba essere un motivo speciale?». Torniamo a recitare il Rosario in famiglia: «Non vi è nulla dopo l’Eucaristia e i Testi Sacri, che noi possiamo stringere fra le nostre mani… che sia più dolce, soave, sorgente di conforto e di serenità…». San Pio da Pietrelcina raccontava, con una certa frequenza, questo suo sogno, che forse era stata una visione: «Stavo pregando nel Coro (che era in alto, in fondo alla chiesa), quando udii urla minacciose, bestemmie orribili, grida furenti… Mi affacciai alla finestra e vidi nel piazzale sottostante una grande folla di uomini armati fino ai denti… Con voce potente gridavano che volevano distruggere Padre Pio, la chiesa, la religione cattolica. Subito puntai contro di loro la mia arma. Ed ecco, tutti gettati a terra, tutti tramortiti». Quell’arma è la corona del Rosario. Se sarà recitato devotamente, ogni giorno, da molte persone, sconfiggerà tutti i demoni, farà cessare le guerre, convertirà tanti poveri peccatori, porterà pace nelle famiglie, santificherà le nostre anime, ci aprirà, un giorno, le porte del Paradiso.

Pio XII afferma: «Se trovate nella famiglia figli irriverenti e ribelli, se trovate litigi e rancori… sappiate che è perché non si prega. Dio è estraneo, si fa a meno di Lui» e si calpestano i suoi comandamenti. Ivi, purtroppo, non si prega, non si recita il Santo Rosario.

Santa Maria Goretti, la dodicenne martire della purezza (nel 1902), nella terribile lotta contro di lei dell’assassino Alessandro Serenelli, prende la corona che portava sempre in tasca, conforme all’insegnamento della sua mamma, la stringe nelle sue mani mentre lotta per difendere la sua castità. Quella corona del Rosario alla fine risultò tutta lacerata e spezzettata, ma lei ha riportato vittoria ed è morta martire. Il suo uccisore Serenella dopo aver fatto i suoi anni di carcere, è accolto nella famiglia religiosa dei Frati Cappuccini, insieme ai quali recita ogni giorno il Santo Rosario e tante altre preghiere. Vive molto religiosamente e fa una morte santa.

Stupende le parole del grande Convertito dalla Madonna, il Beato Bartolo Longo: «O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli attacchi dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora dell’agonia. A te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo».

Citazioni e fonti tratte dal testo: “RECITARE IL ROSARIO OGNI GIORNO“, Edizioni Segno, Tavagnacco (Udine)

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La Vergine a Medjugorje prega come noi peccatori

In un messaggio dato alla presunta veggente Vicka di Medjugorje, quella che impone le mani e benedice i fedeli, la Gospa disse: “Quando ero sulla terra, io pregavo costantemente il Rosario“.La nostra fede, quella cattolico cristiana, è semplice, è comprensibile, non è ambigua, è talmente chiara che può essere “minata” solo da sfrenate elucubrazioni teologiche di qualche dottore pieno di sé che vuol innovare a tutti i costi, sbagliando. Un uomo [donna] semplice, leggendo un messaggio del genere è ovviamente portato a pensare che la Vergine Immacolata preghi realmente il Rosario, dicendo addirittura: “et dimítte nobis débita nostra […] et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo“.

Ma come può la Vergine domandare a Dio di “rimettere anche i Suoi debiti“, di “non indurre anche Lei in tentazione” e di “liberare anche Lei dal male“?

Si potrebbe approfondire citando dottrina e morale sul «senso del Pater», quindi anche fornire possibili spiegazioni all’accaduto, ma la nostra fede è semplice, quindi gli approfondimenti teologici li lasciamo ai dottori della Curia; ciò che a noi interessa, nell’attuale contesto di analfabetizzazione religiosa, è la percezione che l’uomo semplice ha dopo aver letto un messaggio del genere: si immagina visivamente una Vergine che fa preghiere come un comune peccatore!

Voglio solamente ricordare che la preghiera del Pater è già stata insegnata da Gesù ai discepoli (cf Mt 7,9-13; Lc 11,1-4). Pronunciate da Gesù, alcune parti del Pater potrebbero apparire in contrasto con il dogma della impeccabilità, tuttavia appare evidente che il Maestro, in questo caso, insegna ai discepoli come pregare e, rompendo la tradizione ebraica antica, avvicina il fedele a Dio Padre proprio attraverso la preghiera del Pater. E’ molto confortante. Gesù in questo caso è il Docente!

Come spesso accade, i messaggi della Gospa vengono ritrattati, modificati, giustificati, commentati e così via .. questo sempre dopo che qualcuno fa notare l’inesattezza teologica del messaggio o la ambiguità!

Anche in questo caso, dopo aver letto il messaggio “Quando ero sulla terra, io pregavo costantemente il Rosario“, è dovuta intervenire suor Emmanuel (http://messaggimedjugorje.blogspot.it/2012/06/la-madonna-recita-il-rosario-racconta.html) che ha fatto notare a Vicka che un messaggio del genere è una bestemmia, lo ha fatto dicendo alla “veggente”: “non è possibile, come poteva la Madonna dire: Salve me stessa, quanto sono grande ecc“. Suor Emmanuel faceva riferimento ai contenuti della preghiera Salve Regina: “Salve, Regina, Mater misericordiae …” e dell’Ave Maria: “Ave Maria, gratia plena …“.

Ma ecco che la Gospa, alla domanda di suor Emmanuel, ha detto: “Quando ero sulla terra, avevo costantemente fissi gli occhi del mio Cuore sulla vita di mio Figlio Gesù, è questa la preghiera del Rosario“. Adesso è tutto chiaro! Ma fino a quando?

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Dalle Cronache ufficiali di Medjugorje si apprende che il 25 giugno 1981, dopo momenti di terrore e panico dovuti alla presunta apparizione (in casi di apparizioni riconosciute non c’è mai stata paura nei veggenti), gli indovini si avvicinarono alla Signora (Gospa) e, si legge, «immediatamente caddero in ginocchio ed iniziarono a recitare il Padre Nostro, l’Ave Maria ed il Gloria al Padre e la Madonna pregava insieme a loro, ad eccezione dell’Ave Maria».

Il semplice è ancora indotto a pensare che la Vergine Maria [l’Immacolata, l’Assunta] preghi come un peccatore. L’uomo non teologo [il semplice] è indotto a pensare che anche la Vergine può aver bisogno di essere “liberata dal male” e “non indotta in tentazione“; il discorso che sto facendo è di focalizzazione visiva di un’immagine astratta, di percezione collettiva di una azione narrata .. non è analisi teologica, tuttavia il danno è enorme!

Il 30 giugno 1981 due ragazze proposero ai ragazzi di andare con la macchina a fare una passeggiata; in realtà il loro obiettivo era quello di andare lontano dal luogo delle apparizioni e di trattenerli fino a quando non sarebbe trascorso l’orario delle apparizioni. Tuttavia, sebbene i ragazzi fossero lontani da Podbrdo, all’ora solita delle apparizioni, come avvertendo una spinta interiore, chiesero di scendere dall’auto. Scesero e pregarono e la Vergine dalla Collina delle apparizioni, lontano molti chilometri, venne ad incontrarli e recitò con loro sette Padre Nostro.

Di momenti in cui la Gospa prega con e come i peccatori, ve ne sono molti! Ma facciamo un passo indietro.

L’8 dicembre 1981, ella apparve ai “veggenti” «molto preoccupata». “Ella si inginocchiò, aprì le mani, le rivolse verso il cielo e cominciò a pregare: «Figlio mio beneamato, se tu vuoi, perdona questi gravi e numerosi peccati con i quali l’umanità ti offende». Quando ebbe finito la sua preghiera personale, ella recitò il Padre Nostro e il Gloria con i ragazzi, poi disse loro che ella pregava così tutti i giorni [sic] ai piedi della croce…” (S. Kraljevic, Les apparitions de Medjugorje, Ed. Fayard, 1984, pag. 85).

Questa volta non è più un dettaglio, non potrebbe nemmeno essere una svista in quanto abbiamo notato almeno una dozzina di volte delle testimonianze dei “veggenti” che affermano che la “Vergine” ha l’abitudine di recitare il Pater con loro.

Fece notare il sacerdote e teologo don Luigi Villa, recentemente scomparso, che l’Immacolata direbbe dunque al Padre, come noi tutti: «Perdona a noi i nostri debiti… Non indurci in tentazione, ma liberaci dal male?». Ciò è almeno sorprendente, afferma il teologo. Tanto più che a Lourdes, Ella teneva ostensibilmente le labbra chiuse durante tutte le Ave e i Pater, che Bernardette recitava da sola. La Vergine inchinandosi pronunciava solamente il Gloria Patri, l’unica preghiera del Rosario che Ella possa effettivamente pronunciare senza incongruenze o ambiguità. (cf. Mons. F. Trochu, Sainte Bernardette Soubirous, Ed. Émmanuel Vitte, 1954, pag. 84). A Lourdes la Madonna non recitava il Pater, ed i teologi ne diedero questa spiegazione: il Padre nostro è la preghiera dei viatori, e cioè delle persone che si trovano in questo mondo,  nel mentre Bernadette diceva il Rosario, la Madonna sgranava le perle della corona, lei presenta le preghiere all’eterno Padre, è mediatrice.

Gesù (cf. Luca 11,1 e succ.) insegna il Pater ed è una docenza ad una richiesta formulata appositamente da e per i discepoli, non da o per Maria, difatti dalla Scrittura mai risulta che Maria abbia pregato il Pater, risulta comunque che pregò nel Cenacolo (cf. Atti 1,14). Cristo Docente insegna ai discepoli, non mai a Maria. Proclo di Costantinopoli , Omelia 6 (PG 65,753-757): «Maria è il santuario dell’impeccabilità, il tempio santificato di Dio […], il paradiso verdeggiante e incorruttibile» 8 dicembre 1854, Ineffabilis Deus: « […] dichiariamo, affermiamo e definiamo la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli. »

Spero che il presente articolo non venga letto quale “sfida” al credente inconsapevole o come scritto offensivo, poiché la mia unica intenzione è quella di riportare alla luce alcune verità storiche così celate in Italia. La Vergine ci protegga e dissipi in noi tutta questa confusione!

Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)