Il 26 Agosto 2013 ero in pellegrinaggio a Fatima, Portogallo. La prima parte della mattinata è stata dedicata ad una bellissima ed emozionante recita della Via Crucis, nei pressi della contrada Valinhos, dove i tre piccoli veggenti ebbero la prima e la terza apparizione dell’Angelo custode del Portogallo e la quarta apparizione di Nostra Signora del Rosario, il 19 Agosto 1917. Il percorso è chiamato caminho dos pastorinhos, cammino dei pastorelli, e le 15 cappelline che ricordano le altrettante stazioni della Passione e Risurrezione di N.S.G.C. furono edificate dai rifugiati cattolici ungheresi nel 1964. La cappellina finale della Via Crucis è, infatti, intitolata a Santo Stefano I, Re d’Ungheria, che per primo consacrò la nazione alla Madonna. Fu inaugurata nel 1992. La Via Crucis di Valinhos, a Fatima, è la testimonianza del grande potere di Maria, della infallibilità della sua promessa celeste e della materna vicinanza a coloro che a Lei si affidano sinceramente e amorevolmente. La Via Crucis di Valinhos, apparentemente un luogo di preghiera come tanti, è invece oltre che un grande dono di grazia anche una meravigliosa opportunità di riflessione per tutti noi.
Nel 1956 ci fu una sollevazione armata antisovietica in Ungheria che finì presto repressa nel sangue, con l’arrivo dei carri armati russi. Molti ungheresi così, cattolici e nazionalisti, stanchi degli abusi del potere comunista, fuggirono in Occidente, alcuni dei quali in Portogallo, dove la Madonna era apparsa nel 1917 per mettere in guardia il mondo intero dall’imminente pericolo rosso, dagli errori che si sarebbero propagati ovunque qualora il Papa in unione con tutti i vescovi del mondo non avesse consacrato la Russia al Suo Cuore Immacolato. Così nel 1964 alcuni di questi rifugiati costruirono la Via Crucis a Fatima, detta per questo in lingua portoghese anche Via Hùngara.