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Durante il meeting europeista organizzato a Cantù da Forza Nuova, Radio Spada ha avuto modo di intervistare il professore Agostino Sanfratello, intervenuto in qualità di relatore esperto sulla questione mediorientale.

Cantù

13/09/2013

 

Prima del 2011, la Siria ha mai avuto avvisaglie che potessero far pensare all’esplosione dei settarismi che stanno dilaniando il paese?

« Non episodi specifici, possiamo però affermare che la cancrena massonica, che aveva preso piede durante il periodo napoleonico, ha preparato nell’ombra il terreno per quelle che vengono comunemente chiamate “primavere Arabe”, le quali è bene ricordarlo, sono dei veri e propri colpi di stato organizzati dal cancro sionista, secondo veri e propri schemi socio-militari; vedi i testi di Gene Sharp, da decenni disponibili in diverse lingue, anche in rete».

 E’ possibile che i governi che hanno subito la democratizzazione americano-sionista, non fossero a conoscenza di tali schemi sovversivi?

 

« Il fattore determinante per lo scatenarsi di queste crisi è stata l’inadeguatezza tattica del genio militare, che nonostante sia a conoscenza degli schemi sovversivi sopra citati, non ha mai approntato una difesa adeguata per fronteggiare un’eventuale aggressione non convenzionale. In Siria tale fattore è stato aggravato da un intervento eccessivamente tardivo nel frenare l’esplosione della guerriglia urbana».

 

 Se dovesse dire quali sono i tre paesi del mondo arabo musulmano ad avversare maggiormente la Siria di Assad, che nomi farebbe?

« Qatar, Arabia Saudita insieme con la Turchia.

La spinta sovversiva, in particolare per il mondo turco, è dovuta principalmente al peso dell’intossicazione del “Dunmeh”, una setta di cripto-giudei seguaci del falso messia Sabbatai Zevi, convertiti apparentemente all’Islam nella seconda metà del Seicento, nota alla storia moderna per le vicende del 1908 ad Instanbul. Per Qatar e Arabia Saudita, il fattore determinante la propria prostituzione al potere sionista è identificabile con la gravissima bassezza morale di reucci ed emiretti, al di sotto di ogni disprezzo, avidità e bulimia, insieme all’indescrivibile abiezione morale e personale».

Esistono segnali che possano lasciar sperare in una soluzione pacifica delle questioni territoriali, quali l’occupazione del Golan da parte di Israele?

« Assolutamente no! L’unica soluzione è la forza!

L’invasore sionista non si piegherà, andrà piegato dal nodoso bastone di Ulisse.

Solo allora, la bassezza morale dei contagiati dal criminale magistero talmudico, potrebbe cedere il passo a qualche elementare, primo grado di civiltà morale. I nazional-sionisti, potranno sempre ripartire per casa propria: il Birobidjan, focolare ebraico regalato loro da Stalin».

Cosa ci si potrà aspettare dal “nuovo Egitto”?

« Esistono sintomi interessanti presso l’intellighenzia egiziana e la stessa Università islamica di Al-Azhar – revisioni delle posizioni da prendere sulla Sharia nelle sue controverse e numerose formulazioni- per auspicare la nascita di un’ elite, politica, militare e culturale, finalmente consapevole dell’infamia e del tradimento connaturale di cui è portatore il banditismo mondialista».

Secondo lei, a crisi conclusa, il sentimento nazionalista che ha mantenuto Assad al governo col 70% dei consensi, risentirà del conflitto? Ne verrà fuori, indebolito, rinforzato o resterà immutato.

« Sicuramente lo spirito di coesione nazionale, non solo resterà illeso ma addirittura ne verrà fuori piu’ forte di prima. Lo lascia auspicare l’attuale unione del popolo attorno al proprio presidente, un comportamento esemplare da parte di tutte le comunità, che porterà il governo nazionalista a schiacciare la milizia terrorista.

La vittoria di Assad, potrebbe significare l’inizio del declino dell’arrogante e prepotente potere usraeliano, che già le superbe forze dell’Hezbollah, avevano magnificamente bastonato con la vittoria militare su Israele nel 2006».

Che ruolo potrebbero avere il mondo Cattolico, nell’immediato futuro della società siriana.

« I Cattolici potrebbero avere un grande ruolo, se anzitutto i Vescovi cattolici e i Patriarchi, di fronte al lupo che aggredisce il proprio gregge, ritrovassero il Coraggio e la Dignità del Potere evangelico, il quale non si limita a miagolare od a deplorare il male da qualunque parte esso provenga, ma prende l’ascia e il coltello e si getta nel combattimento contro il lupo.

Dunque, la rilevanza sociale del mondo cattolico in Siria, sarà importante, solo se i Vescovi sapranno riabbracciare la lezione evangelica del dire la verità, piuttosto che il piagnucolare di chi mette sullo stesso piano aggressore e aggredito; il coraggio di gridare pubblicamente chi sia il lupo e chi sia l’agnello.

Dio giudicherà i lupi ed i pastori, degni e indegni».

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Con questo lavoro, abbiamo voluto anzitutto rendere omaggio all’ impegno decennale dell’instancabile professore Sanfratello, che ringraziamo nuovamente per la disponibilità dataci, e ci auguriamo di essere stati in grado d’ accendere quella fiammella di sana curiosità, necessaria per muovere i primi passi verso la comprensione di quelle che sono le autentiche realtà storiche e sociali che da secoli determinano la geopolitica della nostra Europa e del Medio Oriente.

Carmelo Modica.