JLAwithbenedictJohn L. Allen, Jr. con Benedetto XVI

Abbiamo ricevuto due giorni fa l’ultimo contributo di Locatelli nel dibattito sul “caso Kowalska”, che riportiamo integralmente.

Giorni fa ho letto con interesse l’articolo dell’amico Masciullo, che cerca di affrontare con alcune osservazioni un mio discusso articolo su suor Faustina Kowalska.
Realmente ci sarebbero più punti ai quali rispondere ma ne citerò solo i più eclatanti.
Al contrario di quanto è stato scritto, deve essere chiaro che l’unica Fonte Autorevole a fondamento di tutto il discorso è il Santo Uffizio, non certo Don Villa che a sua volta, nei suoi articoli, riprese la divulgazione teologica del Dott. Minarelli.
Il Santo Uffizio non può essere messo in discussione.
Si tende troppo spesso a dimenticare che il compito esplicito di questa santa congregazione era quello di “mantenere e difendere l’integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine” e proprio per questo era necessario agire sempre con estrema prudenza, decisione ed autorità  e solo dopo esami approfonditi, a beneficio delle anime, veniva emessa una sentenza tesa a conservare e preservare da errori la fede cattolica. Quindi come dipingere il Santo Uffizio come organo facile agli abbagli o violento persecutore? Le omissioni nella Coroncina sono palesi ieri come oggi.
Il giudizio non fu un semplice ammonimento prudenziale come ha scritto Masciullo ma un vero e proprio ordine: “Doversi proibire la diffusione delle immagini e degli scritti che presentano la devozione della Divina Misericordia nelle forme proposte dalla medesima suora”…e notare quel nelle “forme proposte” che delinea perfettamente l’imperfezione di questa misericordia automatica.
Poi in breve: sul tema mariavita devo sottolineare che questa fu chiesa ufficiale, diffusa sul territorio, che fondava perfino villaggi, per la quale molti polacchi simpatizzavano, e quindi è del tutto normale, e non stupisce, che Suor Faustina potesse conoscerla ed esserne forse perfino influenzata.
In verità l’accostamento con i mariaviti è una mia idea mentre l’assurda affermazione che Kowalski, il capo dei mariaviti fosse parente di suor Faustina è invece solo una speculazione gratuita.
Stendendo un velo pietoso sul fatto che “la scintilla che preparerà il mondo” alla Sua venuta possa essere GPII, ritorno al punto cruciale di tutta la devozione: la coroncina e la sua definizione.
Il testo afferma, OTTIENE, tout court, parla univocamente di una salvezza automatica per qualsiasi agonizzante, senza la partecipazione della sua volontà, e ricordiamo che gli agonizzanti, spesso purtroppo, non sono nemmeno coscienti e non possono pentirsi.
Masciullo si è aggrappato alla teoria del “pentimento sottinteso”, ma se per convalidare una devozione dobbiamo colmare le lacune con le opinioni, non siamo messi bene
Anche se fosse, ma non lo è, la dottrina cattolica comunque non potrebbe mai contemplare il sottinteso, per il semplicissimo fatto che ciò che è sottinteso non è chiaro e ciò che non è chiaro da luogo a fraintendimenti che possono essere colmati dalla fantasia di ciascuno cadendo in possibili perniciosi errori, come in effetti è avvenuto. Le vere devozioni si fonderanno sempre e solo su una limpida chiarezza espositiva senza ambiguità.
Detto questo passo e…chiudo.

— G.M.G. Locatelli

Inaspettatamente, abbiamo registrato in redazione ulteriori dubbi in merito alla devozione legata alla Divina Misericordia. Tali dubbi sono stati sollevati da fonti autorevoli e ben inserite nell’orbita Vaticana. In un articolo pubblicato nell’estate del 2002 sul National Catholic Reporter, John L. Allen Jr. scriveva di suor Faustina:

[…] Gesù le parlava delle cose più disparate (una volta assicurandole che avrebbe avuto una camera singola quando sarebbe dovuta andare all’ospedale), ma il punto focale era sempre la misericordia – il desiderio di Dio di elargirla, il bisogno dell’umanità di averlo, e i metodi con cui si poteva ottenere.

Sebbene il diario di Faustina sia l’unico testo mistico composto in polacco, sarebbe finito nel dimenticatoio se non fosse stato per Karol Wojtyla, in seguito divenuto Papa Giovanni Paolo II.

Nel 1959, il Sant’Uffizio (l’apparato vaticano della dottrina, oggi conosciuto come Congregazione per la Dottrina della Fede), lanciò un ordine di cessazione e abdicazione nei confronti del diario di Faustina e della devozione alla Divina Misericordia, una censura che sarebbe durata per almeno 20 anni, fino al 1978. Wojtyla lavorò a lungo per rovesciare il verdetto, avendo intrapreso il processo di beatificazione per Faustina nel 1965, mentre era arcivescovo di Cracovia.

Ufficialmente, la censura ventennale è ora attribuita a malintesi creatisi a causa di una fallace traduzione italiana del Diario, ma nei fatti c’erano delle gravi riserve teologiche – l’affermazione di Faustina che Gesù avesse promesso, per certi atti devozionali, una completa remissione dei peccati, che può essere offerta solo dai sacramenti, per esempio, o quello che i periti del Vaticano percepivano fosse un’attenzione eccessiva alla figura di Faustina stessa.

Giovanni Paolo II non ha mai promosso alcuna devozione con più vigore e più velocemente. La sua seconda enciclica, la Dives in Misericordia, del 1980, è stata ispirata da Faustina. L’ha beatificata nel 1993, e l’ha canonizzata nell’aprile del 2000, come prima santa del terzo millennio cristiano. Ha approvato una Messa speciale della Divina Misericordia per la domenica dopo Pasqua nel 1994, e l’ha celebrata lui stessa in Piazza San Pietro davanti a una folla di duecentomila persone nell’aprile del 2001. Nel 1994 ha assegnato la Chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma come quartier generale del movimento della Divina Misericordia e, proprio in questo mese [agosto 2002] ha approvato un’indulgenza speciale per chi partecipa alla domenica della Divina Misericordia.

Alcuni critici affermano che i contenuti del messaggio di divina misericordia di Faustina non sono originali, e addirittura banali. Ma il Cardinale Franciszek Macharski, il successore di Giovanni Paolo II come arcivescovo di Cracovia, ha affermato in risposta ad una domanda del NCR [National Catholic Reporter], il 18 agosto [2002], che Faustina “ci ricorda il vangelo che abbiamo dimenticato”.

Macharski ha aggiunto che la disapprovazione del Vaticano non è stata mai “assolutamente negativa”, ma semplicemente un “allarme” di usare cautela. Ha detto che è stato il Cardinale Alfredo Ottaviani, capo del Sant’Uffizio, a dare il semaforo verde per le inchieste per la canonizzazione negli anni ’60, così che le testimonianze potessero essere raccolte mentre i testimoni erano ancora in vita. Agì così nonostante i dubbi del suo stesso ufficio.

Macharski ha aggiunto che, infine, è stato Paolo VI, e non Giovanni Paolo II, a invertire la censura sull’opera di Faustina, nel 1978.

— John L. Allen Jr.