«[…] che facciano o no le esequie di Priebke è una cosa che non mi riguarda. Come ho già detto, dal punto di vista religioso la forma più opportuna sarebbe quella della sepoltura disonorevole, ma non è prevista dal regolamento comunale. Il resto non mi interessa, punto e basta».
Questa la frase riportata da “Il Tempo”. Poco prima era stato chiesto:
Ma la sepoltura di Priebke a Roma va fatta o no?
«La sepoltura non si nega a nessuno, anche al più malvagio. Nella nostra tradizione, però, può essere onorevole o disonorevole. Quest’ultima forma non è prevista da nessun regolamento comunale. La questione è politica e amministrativa e, mi perdonerà, non entro nel merito».
Ricordo una foto sul Jerusalem Post di anni fa. Era morto un bandito israeliano,un gangster,una specie di capo-mafia, e c’era la foto del morto con il talled, lo scialle di preghiera, e questo mi aveva colpito. Guarda un po’,pensavo, una vita di crimini e alla fine vestito come un devoto osservante. Mi sembrò grottesca la cosa, ma poi pensando la giudicai giusta: da morto è uno come tutti, e poi se la vedrà lui col Padreterno. Per il funerale di Priebke: nessuno lo vuole, e allora che ne facciamo? E di tanti criminali che ci sono, quando muoiono li mettiamo nei cimitero dei criminali? Ne disperdiamo le ceneri? Hai voglia, ce ne sarebbero da disperdere. La chiesa non lo vuole? Certo con il nuovo rito, in cui non si fa cenno alla giustizia e al castigo e al pentimento, ma è tutto un gioia e amore, sarebbe poco opportuno intonare il “In paradiso ti portino gli angeli”.