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E’ morto oggi, dopo una lunga vita, il milanese Giuseppe Mendella (1927-2014), autore di numerose sillogi poetiche dalla schietta sensibilità cattolica integrale. Lo ricordiamo a chi l’ebbe come amico, anche e soprattutto nella comune testimonianza di Fede e nella difesa della Messa cattolica negli anni più cupi e più duri. E per testimoniarne il sentire, ripubblichiamo una sua poesia custodita in una delle sue raccolte poetiche ovvero “Armonie e dissonanze”.

Qui nos praecesserunt in Fide, requiescant in pace.

“MEA CULPA”

Ministri sono del Signore, eppure
svellono il Credo nostro. Ora perseguono
conferme di primato universale,
da giudei e musulmani, da induisti
e pur buddisti, da animisti ed atei,
come da cristiana fratta selva.

Lettera del Vangelo a tempo oscurano,
relegando Gesù a mera icona.
Ricetto invece fu la Sposa Mistica
di prevaricazioni e orrori e vizi,
una sentina di nequizie unica,
da Pietro a Pio Duodecimo in opera.

Si offuscano e atti di Apostoli e Santi,
Dottori e Papi, e tradizioni memori,
orali e scritte, e una fede di popoli
ben di secoli salda, oggi spossata:
Fu detto: “Il mondo di Dio è in voi”
a immemori che il Verbo era nel mondo.

[…]Provocano per tanto avvilimento
le rese a partigiane attività
della superba diaspora ebraica,
della fanatica eresia islamica.
Creano apostati codeste insonni
azioni negatorie vaticane.

Duole e anche sdegna l’asserzione omessa:
la Chiesa, società perfetta,è il nuovo
popolo dal Crocifisso e dalla fede eletto.
Scandalo invece desta la ratifica,
extra Vangelo, di un’etnia incredula,
accusatrice implacata di Cristo.

[…]Ma oltre la negazione trinitaria,
par che onorare si debba anche il culto,
proprio fittizio, de seguaci islamici.
Ma Maometto predetto non fu,
e non compì miracoli, e il “devoto”
ignaro volle e al credo suo prono.

Umane brame e terreni piaceri
traslò nei tersi oltremondani azzurri,
l’anima alla materia impastando.
Intorno a debolezze e umiliazioni,
quelle amorose per Zainab e Ayesha,
con sure eresse alti e dialettici argini.

é “fede”, questa, di conquiste umane,
di aggregazioni d’esseri, serrati
entro oppressive gabbie di coazioni,
religiose, civili, economiche.
Il Giudeo anela a imperio sommo e s’isola,
s’espande, invece, e incorpora l’islamico.

Ma il creato è di Dio, ed Uno e Trino,
tre Persone in unità di natura,
Amor di Padre, Carità di Figlio,
Comunione di Spirito Santo.
E, qual Dio incarnato, assunti i debiti,
Cristo affranca il fedele al Verbo ligio.

Fonte: GIUSEPPE MENDELLA “ARMONIE E DISSONANZE” L’AUTORE LIBRI, FIRENZE, 2000, PP. 53-55

testo raccolto a cura di Piergiorgio Seveso