-di Davide Consonni-
Johann Simon Mayr nasce a Mendorf, vicino ad Ingolstadt, il 14 giugno 1763 (deceduto a Bergamo, 2 dicembre 1845), è stato un compositore e insegnante di musica tedesco.
Fu uno nei maggiori operisti in Europa tra l’ultimo decennio del settecento e il primo dell’Ottocento. Attivo principalmente in Italia, fu in questo paese conosciuto maggiormente con il nome di Giovanni Simone Mayr.
Nell’autunno del 1769 Mayr fu mandato a studiare musica nel monastero di Weltenburg, ove rimase sino al 1771. Entrò nel Collegio gesuita di Ingolstadt, città in cui, profittando della protezione del barone Tommaso Maria de Bassus (nom de guerre Hannibal) e di Adam Weishaupt (nom de guerre Spartacus), frequentò i corsi universitari di giurisprudenza e di medicina. Fu ammesso all’Ordine degli illuminati (nom de guerre Aristotile).
Lo dice John Stewart Allit, ad esempio nel libro J. S. Mayr Father of 19th century Italian Music, Element Books, Shaftesbury 1989, e lo conferma Paolo Fabbri nell’intervista “Ma di chi è questo Verter?” sulla pagina musicologica del settimanale Centro Valle: “Mayr è stato certamente affiliato agli illuminati di Baviera”.
Mayr si immatricolò nel 1777, nel 1778 venne registrato tra gli studenti di retorica e di logica; dal 1780 al 1784 seguì i corsi di medicina e dal 1784 al 1785 quelli di giurisprudenza. L’abbandono degli studi universitari, nel 1785, coincide con la cacciata da Ingolstadt degli studenti sospetti di Illuminatismo, a seguito delle persecuzioni dell’Elettore di Baviera contro gli illuminati di Weishaupt.
Secondo Girolamo Calvi, biografo ufficiale ottocentesco sulla Gazzetta musicale di Milano, Mayr fu organista a Ingolstadt presso la chiesa degli Agostiniani e nella Cattedrale sino al 1787 quando Tommaso Maria de Bassus, per sfuggire alla persecuzione contro gli Illuminati di Baviera, dopo il sequestro dei suoi beni a Sandersdorf, lo condusse a Poschiavo e in Valtellina. Mayr non era a Poschiavo per perfezionarsi nella musica, anche se quella diventerà la sua missione, per volere suo e approvazione dei superiori: “Quando uscii di Gemania – confessa Mayr – non avevo alcuna istruzione nella composizione della musica, ed ivi non ho udito che tre o quattro operette di Hiller, eseguite da compagnie volanti nel teatro di Ingolstadt”. “Mayr – aggiunge Girolamo Calvi – a venticinque anni non sognava nemmeno la carriera musicale che ebbe a percorrere dopo i trenta”. Nella cittadina grigione il barone, nella sua tipografia a servizio di Spartacus (Weishaupt), aveva pubblicato nel 1782 la prestigiosa prima traduzione italiana dei Dolori del giovane Werther del Fratello Illuminato Wolfgang Goethe.
Thomas Maria Freiherr De Bassus era nato a Poschiavo nel 1742 sarà il protettore e mecenate di Simon Mayr. Compì studi di giurisprudenza all’Università di Ingolstadt. Weishaupt (nom de guerre Spartacus), fondatore il primo maggio del 1776 dell’Ordine degli illuminati di Baviera, era stato un suo compagno di scuola del De Bauss. De Bassus fece praticantato per un anno presso un Consigliere di corte a Monaco di Baviera. Nel 1767 divenne Podestà di Poschiavo, incarico già assunto da suo padre Giovanni Maria. Sposò Cecilia Domenica Massella, famiglia di notai, e, alla prematura morte del padre, ereditò il palazzo di piazza del Borgo a Poschiavo, l’odierno Albergo Albrici, oltre a ricchi possedimenti in Valtellina e nella Val di Poschiavo. Dopo aver assunto la carica d’Assistente legale a Tirano, in provincia di Sondrio, allora sotto i Grigioni, De Bassus divenne Podestà di Traona nel 1781 ed ereditò in quel periodo i beni del ramo familiare tedesco, cioé i feudi di Sandersdorf, Mendorf, Eggersberg, Harlanden e Dachenstein.Entrato nell’Ordine degli illuminati di Baviera (accusato delle peggiori nefandezza da parte dei cattolici) col nome in codice Hannibal, De Bassus ebbe il compito, come suggerisce lo pseudonimo, di diffondere al di là delle Alpi l’Illuminatismo, soprattutto nelle tre Leghe e nel nord dell’Italia. De Bassus acquistò una stamperia, che, con l’aiuto del tipografo illuminato Giuseppe Ambrosioni, divenne lo strumento di diffusione delle idee illuminate e anticlericali di Weishaupt da Poschiavo. Celebre, oltre alla pubblicazione di libri contro i vescovi e il papa, fu l’edizione di De Bassus nel 1782 della prima traduzione italiana del Werther di Goethe, anch’egli illuminato (nom de guerre Abaris), del milanese Gaetano Grassi.
Nel 1787 una lettera del conte Costanzo Di Costanzo (nom de guerre Diomede) a Friedrich Münter (nom de guerre Syrianus) dimostra ch’egli fu in quel tempo “il solo Superiore importante in Italia”. Goethe stesso passò per Chiavenna al ritorno del suo viaggio in Italia per incontrarlo a Riva di Chiavenna, vicino a Traona, il 29 maggio 1788. De Bassus fece da tramite tra Chiavenna, Trento, Rovereto e Vienna (con la loggia di von Born (nom de guerre Furius Camillus) e di Wolfgang Amedé Mozart. Dal 1787 al 1789 De Bassus tenne con sé il musicista Johann Simon Mayr, anch’egli illuminato (nom de guerre Aristotile), a Poschiavo e in Valtellina e lo sostenne nei suoi studi a Venezia e nella carriera a Bergamo. Nel 1787, quando il barone era a Poschiavo, la Commissione Elettorale bavarese perquisì il suo castello di Sandersdorf, trovò documenti illuminati compromettenti, e sequestrò tutti i suoi beni. De Bassus, chiesto aiuto alle autorità dei Grigioni, fece stampare nella sua tipografia l’Esposizione presentata agli illustrissimi Signori Capi dell’Eccelsa Repubblica de’ Grigioni, che gli valse, nonostante fosse Areopagita degli illuminati di Baviera, la restituzione dei castelli e delle proprietà.
Alessandri conte Marco è Maestro Venerabile nel 1796. Alto funzionario della Repubblica italiana, verrà nominato senatore da Napoleone. Coprirà nella Massoneria i più alti gradi nel Grande Oriente d’Italia.
Da un elenco compilato nel 1831 dal massone Torresani sugli ex massoni della Loggia: Bernardo Ambrosioni (viceprefetto di Breno) – prof. Giovan Battista Baisini (prete e professore del Liceo di Bergamo)- Luigi Beluschi (Pretore a Sarnico)- Pietro Benaglia (giudice della Corte di Giustizia)- dott. Vitale Benaglia – dott. Ambrogio Bogni-dott.Luigi Calvetti- ing. Giuseppe Cusi- ing. Giovanni Antonio Giavazzi- Giovan Battista Locatelli – Simone Mayr (musicista)- march. Giuseppe Pallavicini (consigliere di stato)- Pietro Parigi (sindaco a Sarnico) – avv. Silvestro Patirani – dott. Giovanni Antonio Piccinelli (chirurgo)- Antonio Ronchi (presidente della Corte di Giustizia)- Antonio Rota – avv.Giuseppe Salvi – don Agostino Salvioni M.V. (professore di Liceo)- dott.Patrizio Sequino – Angelo Viganoni (cancelliere di Pretura ad Edolo)-gen. Giovanni Villata-” da [http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_26.html]
Johann Simon Mayr si trasferì di seguito a Venezia per studiare con Ferdinando Bertoni, successore di Baldassarre Galuppi al magistero della Cappella di S. Marco. Bertoni, forte del suo prestigio nella Serenissima, spalancò a Mayr le porte dei più importanti archivi musicali di Venezia, nelle biblioteche dei Conservatori, in alcuni importanti archivi annessi ai teatri e in quello della Basilica Marciana. Fu proprio a Venezia che fu rappresentato, in forma privata, il Verter scritto da Mayr su libretto di Sografi nel 1794(?). Il libretto è basato sulla prima traduzione italiana di Poschiavo del romanzo epistolare I dolori del giovane Werther di Goethe, uscita dalla tipografia clandestina ‘Illuminata’ di De Bassus nel 1782. La musica contiene temi del Flauto Magico ed è la prima interpretazione illuminata del Singspiel di Mozart.
Dalla sterminata miniera di brani musicali d’ogni autore, custoditi negli archivi musicali di Venezia e nelle biblioteche dei Conservatori, Mayr seppe trarre tutti quegli esempi che i suoi maestri italiani non avevano potuto fornirgli. Cercò di apprendere le regole della composizione direttamente dai brani contenuti nei fondi musicali, partiture che per usare le sue stesse parole “… tentò di procurarsi e di copiare con indefesso travaglio”. Un lavoro di inimmaginabile mole, ancora oggi visibile nel suo archivio manoscritto presso la Biblioteca Civica di Bergamo. In essa troviamo infatti numerose Cantate, Oratori, Opere teatrali, Arie e Scene trascritte per studio a Venezia; i più grandi capolavori di Haydn, Mozart e Beethoven e tutte le sue composizioni (un archivio ricco di diverse centinaia di migliaia di pagine).
Le opere teatrali che egli produsse successivamente lo proiettarono alla ribalta tanto che già nel 1797 era considerato uno tra i maggiori compositori d’Europa.
La Cappella di S. Maria Maggiore di Bergamo, sotto il suo magistero, divenne una delle più celebri d’Europa. Non a caso Mayr fu chiamato a scrivere il solenne Te Deum per l’Incoronazione di Napoleone nel maggio 1821.
Nella città di Bergamo Mayr realizzò la maggior parte della sua immensa produzione musicale che comprende settanta Opere teatrali, dieci Oratori, circa mille brani di musica sacra per soli, coro e orchestra, cinquanta Cantate, vari Concerti e musica da camera.
L’energia di Mayr non si spense neppure dopo i seri problemi di vista che incominciarono a affliggerlo dal 1822 e che si acuirono nel 1826 dopo un’operazione mal riuscita, sino a condurlo alla cecità. La situazione divenne critica dal 1840 quando il maestro non era più in grado di vedere se non a distanza di pochi centimetri. Simone Giovanni Mayr si spense il 2 dicembre i845, alla veneranda età di 82 anni essendo riconosciuto come uno dei più importanti operisti d’Europa.
Fu proprio il decennale incarico di Maestro di Cappella a garantirgli un monumento funebre all’interno della basilica di S.Maria Maggiore di Bergamo, monumento funebre che nelle seguenti fotografie possiamo ammirare nei suoi particolari:
- Monumento funebre di Simon Mayr: notare l’OROBORO che circonda il rilievo del mezzobusto di profilo di Mayr e notare la presenza del sigillo di Davide scolpito sulla lira dell’angelo di sinistra
Perfino l’allievo prediletto di Mayr, l’arcinoto e celeberrimo compositore e operista bergamasco Gaetano Maria Donizetti è stato sepolto all’interno della basilica di Santa Maria Maggiore, vicino al suo Maestro; qui di seguito una fotografia del sepolcro di Donizetti:
Bibliografia e Fonti:
-“Goethe, Mozart e Mayr Fratelli Illuminati” di Luca Bianchini e Anna Trombetta, ed. ARCHE’ Milano 2001
–Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Simon_Mayr
-RitoSimbolico.net: http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_26.html
-Italianopera.org: http://www.italianopera.org/mayr/project.html
Un appello al cardinale Ravasi, ministro vaticano per la Cultura: Eminenza! Quel monumento blasfemo va rimosso con urgenza dal Duomo di Bergamo e spostato nel cimitero degli acattolici, massoni, ebrei e atei di varia estrazione. La sua presenza in chiesa è un sacrilego!
Anna Clericetti
Beata ingenuità la tua, sorella Anna! Fin dal 2016 l’eminentissimo a cui rivolgi il tuo appello ha lanciato una calda “operazione simpatia” nei confronti della setta grembiulinesca. Puoi documentarti su questo stesso sito all’indirizzo:
https://www.radiospada.org/2016/02/la-massoneria-risponde-allarticolo-del-card-ravasi/
E vuoi che adesso vada a rompere il sonno (massonico?) dei canonici bergamaschi solo per fargli spostare qualche tonnellata di marmo ingiallito? Dopoiché come faranno a recuperare i finanziamenti per i concerti di musica sacro-satanica in Cattedrale? Sì, la musica blasfema dell’apostata J.S. Mayr. Leggi i libri dei grandi musicologi Luca Bianchini e Anna Trombetta; scoprirai la verità che Sua Emittenza Ravasi cerca di nascondere ai cristiani in buona fede come te.