Noto che molte volte, come cattolici, ci “fregano” con le parole.
Per essere breve farò solo due esempi, lasciando ai lettori di indicarcene altri.
La prima è la problematica dei bambini “con due mamme” oppure “con due papà”.
Molti cattolici si affannano a capire come si debba confrontarsi con il problema dei bambini con due mamme o con due papà, come spiegare questa cosa ai propri figli, etc etc. Bisognerebbe invece innanzitutto osservare che non esiste alcun bambino con due mamme o con due papà. Ma questo non per un fatto “moralistico”, ma semplicemente per un fatto biologico. Può esistere soltanto un bambino con una mamma che “dorme” con un’altra donna o con un papà che “dorme” con un altro uomo. Ma dal punto biologico (ed anche dal punto giuridico, in Italia, ma questo ci interessa poco) non esiste né esisterà mai un bambino “con due mamme” o “con due papà”.
Analogo caso è quello dei “divorziati risposati” (i quali “non possono fare la comunione”).
Anche qui la risposta, che non si dà mai, è che non esistono “divorziati risposati”, perché il matrimonio civile non è un vero matrimonio, non è il “sacramento del matrimonio”. Quindi non bisognerebbe parlare di “divorziati risposati”, ma di un uomo sposato che “dorme” con un’altra donna, o di una donna sposata che “dorme” con un altro uomo.
di Pierfrancesco Palmisano