Nella notte tra il 24 e il 25 marzo è stato ucciso Oleksandr Muzychko, uno dei leader di Pravyi Sektor (tra i partiti nazionalisti ucraini ad aver guidato la rivoluzione di Maidan). Al di là delle posizioni politiche, Radio Spada esprime cattolico cordoglio per la sua scomparsa.
Muzychko (nom de guerre Sashko Bilyi) è stato colpito mentre si trovava nei pressi della città di Rovno, nella parte nordoccidentale del paese. La polizia ucraina ha aperto un’indagine al riguardo e il Viceministro dell’Interno, Vladimir Yevdokimov, ha dichiarato che l’uomo “era ancora in vita” nel momento in cui è stato arrestato ed è morto successivamente, a causa delle ferite riportate durante una sparatoria.
Muzychko era il coordinatore regionale di Pravyi Sektor ed era ricercato dall’Interpol e dalle autorità di Mosca per terrorismo, e perché accusato di essere responsabile della tortura e dell’uccisione di 20 militari russi durante combattimenti in Cecenia nel ’94-’95. Dalle prime ricostruzioni, era emerso che il leader nazionalista era stato ucciso fuori dal caffé Dzhereltse, nel villaggio di Barmaky. Il servizio stampa della polizia ucraina in un primo momento ha rilasciato un comunicato in cui veniva specificato che “c’erano molte persone nei pressi del caffè e sono state intraprese azioni investigative, molti testimoni sono già stati interrogati ma nessuno è stato ancora arrestato”. In realtà, tre uomini armati (probabilmente guardie del corpo di Muzychko) sono stati fermati. Il comunicato, riportato dall’agenzia stampa russa Itar-Tass, rilevava inoltre che Muzychko “è stato presumibilmente ucciso da un fucile mitragliatore.”
Certo il leader nazionalista ucraino non godeva delle simpatie di Mosca: il portavoce del comitato investigativo russo Vladimir Markin non ha esitato a definire Oleksandr Muzychko “un uomo che con le sue azioni ha più volte mostrato il suo odio nei confronti dei militari russi”.
Già nella giornata del 25 marzo, tuttavia, è apparso chiaro che i colpi letali erano stati sparati dalla polizia ucraina. L’operazione, ordinata e diretta dal capo dell’intelligence ucraina, Valentin Nalivaichenko, mirava infatti non tanto ad arrestare Muzychko – ricercato secondo alcuni per appartenenza alla criminalità organizzata, ma secondo fonti più attendibili per reati quali vandalismo, insurrezione, banda armata, ostacolo alla giustizia – quanto a “neutralizzarlo”, a toglierlo dall’attenzione pubblica per il discredito che stava gettando sul nuovo governo ucraino. Pare infatti che dopo il colpo di stato, che lo aveva visto tra i sostenitori, Muzychko avesse rifiutato la consegna delle armi. Armi che, occasionalmente, impiegava per intimidazione contro funzionari locali in Rovno.
Muzychko stesso aveva intuito e dichiarato, in un video su Youtube, che il nuovo establishment ucraino lo voleva eliminare, né aveva cercato di cattivarsene le simpatie, formulando anzi a più riprese minacce verso molti funzionari, incluso il Procuratore Generale, e minacciando di impiccare Yevdokimov.
Stando alle autorità ucraine, durante il blitz (condotto dalle forze speciali Sokol) Muzychko ha aperto il fuoco, è stato ferito ad una gamba e quando la polizia l’ha preso, i soccorsi ne hanno dovuto constatare il decesso.
La reazione di Pravyi Sektor sembra avallare l’origine degli spari mortali, dal momento che il partito ha dichiarato di ritenere il Ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, responsabile della morte del leader: “è stato un assassinio ordinato dal Ministero. Muzychko non aveva ricevuto alcun avviso di garanzia, né era stato mai chiamato a comparire davanti al giudice”. Tuttavia Pravyi Sektor ritiene falsa la ricostruzione degli ultimi istanti di vita di Muzychko e afferma che gli erano state legate subito le mani, cosa che gli avrebbe impedito di difendersi sparando. Muzychko non sarebbe quindi caduto vittima durante la sparatoria, ma sarebbe stato sequestrato e, successivamente, ucciso: questa la versione fornita, su FB, dal parlamentare ucraino Alexand Doni, che parla anche di colpi inferti al cuore e non solo, come l’Interno ha dichiarato, alla gamba.
Pravyi Sektor promette vendetta.
[fonti: asca.it, ilprimatonazionale.it, rt.com, nsnbc.me]
, semprecchè non scoppi un’altra guerra mondiale!continuando in tal modo l’ucraina può diventare un altro iraq
la violenza, il ricatto la rapina sono i biglietti da visita dei ribelli Ucraini come tutti i ribelli made in eu e usa
http://rt.com/news/pro-russian-picket-ukraine-397/