-di Davide Consonni-
Il prossimo numero di Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae (che sarà in commercio agli inizi di maggio) ospiterà l’edizione integrale dell’opera di Francesco Longano “Il Purgatorio ragionato”, curata da Francesco Lepore. Procediamo con ordine. La Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae è una pubblicazione ufficiale della Biblioteca Apostolica Vaticana, giunta alla 19° edizione, appartiene alla collana “Studi e Testi”. Chi è Francesco Longano? In cosa consiste la sua opera “Il purgatorio ragionato”? Chi è Francesco Lepore? Qui di seguito risponderò a queste semplici domande.
Francesco Longano (5 febbr. 1728- 28 apr. 1796)[0] iniziò gli studi nel borgo natale, e li continuò nel seminario di Bojano e poi a Baranello, nel Molise, sotto la guida di Ottavio Zurlo. Ottavio, arciprete molisano, fu zio del Conte Giuseppe Zurlo, uno dei più eminenti massoni della storia molisana, il quale nel 1784 fu Maestro Scozzese dell’aristocratica loggia “La Vittoria” ; in epoca murattiana fu Primo Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente di Napoli (Gran Maestro Titolare, ma con carica ovviamente onorifica, era Murat in persona), Zurlo fu tra i fondatori della prima e praticamente rimasta unica “loggia illuminata” in Italia, creazione della massoneria più concreta e razionalista, ispirata ai criteri illuministici più ortodossi, lontana tanto dalle simbologie esoteriche e misteriose quanto dallo spirito festaiolo e godereccio che caratterizzava buona parte delle pratiche massoniche del tempo[1]. Torniamo a Longano Francesco, il quale sotto la guida di Ottavio Zurlo, trasferitosi a Campobasso, si avviò al sacerdozio, venne ordinato sacerdote nel 1751. Si trasferì a Napoli l’anno successivo, riprendendo gli studi di logica, geometria, diritto e teologia. Cominciò a seguire anche le lezioni di Antonio Genovesi, celebre abate illuminista di Napoli, del cui magistero e delle cui idee rimase sempre più affascinato. Rientrato in patria verso il 1754, insegnò per breve tempo filosofia nel seminario di Cerreto Sannita ma, scoraggiato dalla chiusura culturale di quell’ambiente, rientrò ben presto a Napoli. Dopo il 1760 conobbe una svolta importante, destinata a durature conseguenze sulla sua attività di pensatore e scrittore: segnalato da Domenico Forges Davanzati, ebbe l’incarico di sostituire temporaneamente l’illuminista Genovesi nelle lezioni dalla cattedra di commercio. (non sussistono prove dell’iniziazione massonica del Genovesi benché esista oggi una loggia massonica a lui intitolata:). Il Longano dal 1763 cominciò a tenere lezioni private e nel 1764 pubblicò un Piano d’un corpo di filosofia morale, sorta di progetto per una futura opera in più volumi, dedicato al Vescovo di Avellino Latilla. In quell’epoca iniziarono pure gli scontri del Longano con gli ambienti ecclesiastici, acuiti nel 1767 dalla pubblicazione del volume Dell’uomo naturale (Napoli).
In questo scritto, destinato ad attirargli ben presto numerosissime accuse di irreligiosità, il Longano riprendeva una parte dell’insegnamento genovesiano, portando a esiti più radicali alcune riflessioni del maestro Genovesi, soprattutto nella polemica anticlericale, accentuata nella seconda edizione con l’attacco contro gli ordini regolari. Il saggio, considerato tra i più significativi per la diffusione della nuova religione della natura che andava circolando anche nella cultura italiana, proponeva quale primo obiettivo quello di condurre l’uomo a una nuova saggezza, grazie alla riconciliazione con se stesso e con la natura. Il Longano si poggiava su una rilettura di Vico, Spinoza e del massone Montesquieu. Il Longano s’ispirò grandemente anche agli scritti dell’ultra massone Rousseau, da lui indicato come “martire dell’umanità”. Al centro della sua polemica si trovavano le istituzioni della società meridionale, per lui rappresentati, dai frati e dalla Chiesa. Giungiamo al dunque, estremamente rilevante. Il Francesco Longano fu iniziato alla massoneria napoletana. Il suo nome compare già in un elenco della loggia napoletana La “Parfaite Union” del 22 ott. 1768, nel 1770 compare in quello della loggia Harmonie, di rito inglese. Inoltre recenti studi proposti dal Grande Oriente d’Italia hanno dimostrato che il Francesco Longano compare con il grado di Maestro anche nella loggia partenopea “Vittoria” all’obbedienza della Gran Loggia Nazionale dei Regni delle Due Sicilie [2]. Quindi il Longano è certificato che appartenne a ben tre logge massoniche. In merito si può rammentare la stretta amicizia che legò il Longano a Isidoro Bianchi, amicizia documentata da diversi scambi epistolari. Il Bianchi oltre ad essere frate fu autore di diverse pubblicazioni massoniche di vario tipo, ad esempio cito “Dei misteri eleusini e dell’antico arcano” e “Dell’istituto dei veri liberi muratori”[3]. Torniamo nuovamente al Longano Francesco, sacerdote e massone illuminista. “Nella scia del magistero genovesiano annotò abbondantemente l’opera sulla scorta degli scritti di L.-S. Mercier e G.-T. Raynal, premettendovi un Discorso del notatore in cui interpretava l’economia politica e il commercio in generale come parte di un’evoluzione cosmica e umana. Si trattava già dell’accettazione di una cosmogonia diffusa nelle logge massoniche, che per il Longano serviva a studiare le “periodiche rivoluzioni” nella storia dell’uomo e i loro effetti nei costumi e nel commercio mondiale. Individuava nel nuovo regno di Ferdinando IV l’inizio di una benefica “rivoluzione dei costumi”; Con toni profetici e apocalittici ripercorreva quindi anche le periodiche rivoluzioni del commercio, utilizzando il mito massonico del sapere mosso da Oriente verso Occidente e reinterpretando la storia e la natura attraverso i grandi eventi catastrofici dell’antichità e dei suoi tempi”[4]. Passo ora a rispondere alla domanda “in cosa consiste l’opera del massone Longano “Il purgatorio ragionato”? “Il Trattato teologico politico sull’esistenza del purgatorio, commissionatogli da un libraio viennese e di cui probabilmente non fu terminata la stampa, fu immediatamente sequestrato, iniziò comunque a circolare e a suscitare reazioni opposte e critiche feroci. Fu attaccato in particolare da Gian Francesco Conforti, celebre sacerdote e revisore dei libri esteri, e da numerosi altri intellettuali della penisola. I contenuti dell’opera sono noti soprattutto attraverso una confutazione pubblicata con il titolo di Lettere critiche contro l’autore di un certo purgatorio politico, attribuita a Francesc’Antonio Zaccaria (Siena 1779)” [5]. Secondo Zaccaria, il Longano aveva avanzato riserve sull’efficacia delle preghiere e dei suffragi, sostenendo che tali dubbi potevano essere superati solo considerando in modo nuovo il rapporto tra viventi e defunti, in quanto tutti partecipi di una medesima comunità umana. Si trattava quindi di un contratto sociale “interminabile”, esteso sino al purgatorio, che diveniva a questo punto la metafora di un purgatorio politico quale luogo per la realizzazione di una maggiore giustizia sociale e correzione delle disuguaglianze e delle ingiustizie terrene. Significativo è il collegamento con la visione rousseauiana e contrattualista che il Longano pone alla base delle tesi contenute nel Trattato teologico politico sull’esistenza del purgatorio. Nel suo racconto sull’origine della religione, il Longano risaliva fino alla religione di Noè e a un antichissimo stato di natura, riportando il cattolicesimo a una dimensione storica, definendolo solo come culto proprio dei cittadini degli Stati che lo avevano accettato. Le sue fonti, risalenti al corpo ermetico (Ermete, Sanconiatone, Mosè) e al neoplatonico e cabbalista Marsilio Ficino (ispiratore di Pico della Mirandola), gli servivano per proporre un paragone fra creazione ermetica e creazione mosaica. Mosè, in particolare, non era visto come personaggio ispirato da Dio ma come profano, narratore e storico, testimone della natura informativa e documentaria del racconto biblico ormai spogliato di autorità rivelatrice. Giungiamo all’ultima, massonica ed utopistica, opera del Longano: “Il Viaggio per lo contado di Molise”. Pubblicato una prima volta nel 1788. Il Longano immaginava nel Sannio un luogo chiamato Filopoli, un’utopica società perfetta e democratica in cui Montesquieu stesso, scriveva, avrebbe voluto soggiornare e scrivere. Era il luogo in cui veniva armonizzato il rapporto tra città e contado, e Longano vi rivelava ancor più la sua militanza massonica (quella più recente, risalente forse al 1786 e alla fondazione a Napoli della loggia degli Illuminati a opera di Friedrich Münter) ed esaltava il mito del popolo sannita, attaccato alla patria e amante della libertà. La costituzione stessa di Filopoli prevedeva l’uguaglianza perfetta dei beni, dei diritti e dei doveri, di fronte a una religione civile senza Chiesa e senza poteri, conservata da sacerdoti scelti fra i più illuminati e benevoli padri di famiglia. Filosofia massonica pura. Ad onor dell’operatività filosofica massonica del Longone egli compare citato in numerosissimi testi dedicati alla massoneria settecentesca napoletana, vedi nota [0].
Dopo aver brevemente risposto ai quesiti, inizialmente posti, in merito alla figura del “sacerdote” massone Longano e in merito ai contenuti della sua massonica opera “Il purgatorio ragionato”, giungo ora a contestualizzare la pubblicazione della stessa da parte della Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae. Qui arriviamo all’incredibile. Una domanda è d’obbligo. Come si può sapere in anteprima che la Biblioteca Apostolica Vaticana sta per pubblicare uno studio sul Longone e la sua blasfema opera? La risposta a questa domanda è assurda, seppur vera, reale e purtroppo incontrovertibile. Niente di meno che il solo sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia ha dato l’annuncio della pubblicazione in anteprima! [6] Non il sito ufficiale della Biblioteca Apostolica Vaticana, non il sito ufficiale del Vaticano, ma bensì il sito web ufficiale della più grande ed operosa obbedienza massonica italiana, il Grande oriente d’Italia. Come può sapere il Grande Oriente d’Italia, in anteprima, quale sarà la pubblicazione di maggio della Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae? La risposta è semplicissima e la fornisce direttamente il Grande Oriente d’Italia nell’articolo riportato nella nota [6]. Visto e considerato che lo studio, curato da Francesco Lepore (tra poco introdurrò meglio questo giornalista e studioso), riguarda il massone Longano, il Lepore appunto, per ottenere le coordinate massoniche del Longano, ha dovuto per forza di cose richiedere il permesso al Grande Oriente d’Italia per accedere a ben due biblioteche del Grande Oriente d’Italia: la biblioteca di Villa Medici del Vascello e la Biblioteca del Grande Oriente d’Italia. Infatti è proprio nell’anteprima lanciata dal sito del Grande Oriente d’Italia che si dice che “Nella sua ricerca lo studioso [Lepore] ha potuto consultare volumi conservati presso la Biblioteca di Villa Medici del Vascello. Utile, inoltre, è stata la segnalazione ricevuta dal responsabile del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, che ha consentito a Lepore di provare l’affiliazione di Longano (di cui era già conosciuta quella a La Parfaite Union e a l’Harmonie) alla loggia partenopea Vittoria all’Obbedienza della Gran Loggia Nazionale de’ Regni delle due Sicilie (Per ulteriori approfondimenti cfr. B. Fioravanti, “Nuovi documenti sulla Gran Loggia Nazionale di Napoli”, Hiram, 3, 2011, pp. 75-82)”. Mi pare quindi che il Lepore non avrebbe potuto svolgere la parte fondamentale del suo studio (che ribadisco verrà pubblicato dalla Biblioteca Apostolica Vaticana) senza il “disinteressato” aiuto del Grande Oriente d’Italia, il quale s’è gentilmente offerto di cedergli riferimenti bibliografici e documenti unici, segreti e gelosamente custoditi nelle biblioteche massoniche dell’obbedienza del GOI. Vorrei inoltre sottolineare e precisare che la pubblicazione del Fioravanti sulla rivista ufficiale del GOI “Hiram” n°3 del 2011, non si situa, come afferma il lancio del sito del Goi, da pagina 75 a pagina 82, ma da pagina 51 a pagina 73 [7]. Il sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia dice, lanciando l’anteprima assoluta della pubblicazione dello studio di Lepore sull’opera eretica e blasfema del sacerdote massone, che il titolo dello studio di Lepore sarà “F. Lepore (a cura di), Il Purgatorio ragionato di Francesco Longano (1729-1796). Storia ed edizione d’un trattato illuministico-massonico sulla purificazione ultraterrena (Vat. lat. 15366). In «Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae», in press.”.
Ora passo a rispondere all’ultimo quesito che mi son posto nell’apertura di questo articolo. Chi è Francesco Lepore, autore dello studio “Il Purgatorio ragionato di Francesco Longano (1729-1796). Storia ed edizione d’un trattato illuministico-massonico sulla purificazione ultraterrena”? Tenterò di rispondere, ovviamente parzialmente, attraverso l’ausilio dei pochi dati a mia disposizione. Francesco Lepore è laureato in lettere antiche ed ha conseguito la licenza in teologia dogmatica. Ha pubblicato volumi e studi monografici d’argomento storico-teologico, ha anche curato qualche edizione critica di testi omiletici altomedievali [8]. Francesco Lepore è anche giornalista e collaboratore dell’Huffington Post per il quale cura il blog Gaia Vox; curiosa la scelta di Lepore di pubblicare gli articoli del blog sia in latino che in italiano. Il blog Gaia Vox dell’Huffington Post tratta il tema dei diritti omosessuali. Cito direttamente dal blog: “Ho chiamato questo blog Gaia Vox, perché vi tratterò di cultura e diritti degli omosessuali. Nel redigere i brevi post utilizzerò, per lo più, uno stile piano nonché uno scorrevole linguaggio di tipo colloquiale. Non mancherò, inoltre, di fare battute, perché la mia voce sia davvero gaia e possa benché di poca importanza, promuovere la causa degli omosessuali, che, per l’appunto, sono correntemente chiamati gay. Ma perché mai scrivere post in latino? Sono del parere che il latino debba senza dubbio ritenersi lingua universale, perché, nello specifico, non appartiene ad alcuna nazione. L’utilizzo mi sembra perciò quanto mai adatto a tutelare i diritti umani: diritti, questi, – e giova ripeterlo in ogni modo – che sono generali e si riferiscono dunque a tutti gli uomini, non escluse le persone LGBT (secondo il comunissimo acronimo inglese). Che dire poi dell’Italia, dove a tutt’oggi il Parlamento non è stato nemmeno in grado d’approvare una legge che contrasti efficacemente l’omofobia e la transfobia? Ma di ciò basti quanto detto fin qui. La prossima volta tratterò un nuovo argomento”[9]. Dall’introduzione che il Lepore propone del suo blog Gaia Vox pare chiarissima la sua posizione in merito alla questione omosessuale. Sorvoliamo. Ciò su cui invece non intendo sorvolare è un articolo pubblicato da Francesco Lepore in merito, ovviamente, alla questione del prete massone Pascal Vesin [10] . Tale questione va brevemente rammentata in quanto semisconosciuta ai più: Pascal Vesin, prete cattolico francese, iniziato all’obbedienza massonica del Grande Oriente di Francia (obbedienza irregolare e apertamente ultra anticlericale) nel 2001. La notizia era stata inizialmente smentita dal sacerdote come “volgare calunnia”. Ma un volantino della loggia d’appartenenza, in cui si annunciava una conferenza tenuta dal “fratello” Vesin, ha fatto esplodere il caso nel 2011. Per tali questioni il Vesin venne scomunicato dal suo magistero, rimosso direttamente dalla Santa Sede – mediante la Congregazione per la Dottrina della Fede su sollecitazione del proprio Vescovo, Mons. Yves Boivineau, della Diocesi di Annency – per il suo reiterato rifiuto di abbandonare la Massoneria. Don Vesin, ordinato sacerdote nel 1996, fu iniziato in una loggia del Grande Oriente di Francia, nel 2001, proprio l’anno in cui è venuto alla diocesi il vescovo Mons Boivineau. Giovedì 23 maggio 2013, i due hanno tenuto una riunione durante la quale è stato informato della pena, che è stata resa pubblica il Venerdì 24 maggio 2013 in una dichiarazione: scomunica temporanea, con cui è vietato a don Vesin ricevere i sacramenti e la sospensione di tutte le funzioni sacerdotali. Ripetute le richieste a don Vesin di lasciare la Massoneria, ma tutte inutili[11]. In Italia, circa tale questione, furono pubblicata una manciata di articoli e come già anticipato uno fu proprio ad opera del Francesco Lepore, nel quale narra il proseguo della vicenda che vede protagonista il Vesin, che dopo la scomunica decise di intraprendere una marcia su Roma (dalla Francia), durata 39 giorni, per farsi ricevere dal Bergoglio. Il latinista Lepore, battagliero difensore dei diritti LGTB, nel suo articolo sulla questione scrive «non solo non ha fatto [Vesin] marcia indietro ma ha assunto apertamente posizioni invise alla gerarchia cattolica, sostenendo, a esempio, la liceità dei matrimoni omosessuali. Poi la decisione della “marcia su Roma”. Don Vesin è partito domenica 14 luglio (anniversario dell’inizio della Rivoluzione Francese) alla volta della città eterna, per sottoporre il suo caso a Papa Francesco. Il 1° agosto, da Pontremoli, ha inviato a Bergoglio una lettera, inoltrandola, però, “attraverso alcuni cardinali” – come egli stesso ha dichiarato -, per avere maggiori possibilità che giunga nelle mani del pontefice. Nella missiva l’ex curato ha illustrato il suo caso e, soprattutto, i motivi della sua presa di posizione. Perché per il sacerdote essere cattolico e massone non è affatto incompatibile, anzi è un segno d’arricchimento e crescita. Ed è questo quello che vuole ottenere dal suo pellegrinaggio al di là del Tevere: essere, cioè, sollevato da una “scomunica ingiusta” – come egli l’ha definita, riprendere l’esercizio del ministero e vivere liberamente la propria appartenenza al’organizzazione liberomuratoria. “Io sento – così don Vesin – che la mia marcia è nella dinamica di ciò che il nuovo pontefice annuncia e sembra cominci a fare. Spero di averne una verifica nei fatti”. Ha quindi aggiunto: “Mi auguro d’essere ricevuto da Papa Francesco o da uno dei suoi segretari»[12]. Evitando di commentare l’assurda vicenda del Vesin, prete cattolico, massone ed omosessualista che avrebbe voluto la grazia pontificia, vorrei però fare una brevissima e particolare riflessione sulla inusuale passione che il Lepore ha dimostrato d’avere per i sacerdoti massoni. Immagino che, avendo pubblicato tale articolo nell’agosto 2013, fosse già al lavoro nella stesura del suo studio in merito all’altro prete massone, il Francesco Longano. Mi vien da chiedermi perché mai un cultore di lettere antiche, filologo e teologo, finisca per essere cantore e difensore dei diritti LGTB e delle gesta di preti massoni scomunicati? A questa domanda non so proprio rispondere senza proporre insinuazioni che non posso dimostrare e che potrebbero essere stigmatizzabili penalmente. Evito.
Mi si conceda però, tornando alla questione centrale di quest’articolo, di rimanere sbigottito ed incredulo nel constatare, attraverso un articolo del sito web ufficiale del Grande Oriente d’Italia, che la Biblioteca Apostolica Vaticana si lanci nella pubblicazione del testo eretico e blasfemo del prete massone filosofo illuminista e utopista Francesco Longano. Tutto ciò di Apostolico non ha nulla. Considerando poi il fatto che tale pubblicazione è curata dal Lepore, meritorio latinista, giornalista e filologo medievalista, evidentemente appassionato di storie trash di preti massoni e fiero battagliero diritto umanista progay.
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Optima Stampa Cattolica: http://www.edizioniradiospada.com/
NOTE:
[0]i riferimenti biografici sul Longano sono tratti da: http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-longano_(Dizionario-Biografico)/; Vedi anche: http://www.delpt.unina.it/stof/5_luglio_dicembre_2000/ART3.PDF;
Bibliografia di riferimento: F. Giampaolo, Di F. L. e d’un suo autografo inedito, in Poliorama pittoresco, IV (1840), 35, 11 aprile, pp. 282 ss.; P. Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia del Molise, II, Campobasso 1865, pp. 87-101; R. Trifone, Feudi e demani. Eversione della feudalità nelle provincie napoletane. Dottrina, storia, legislazione e giurisprudenza, Milano 1909, pp. 104 ss.; F. Zerella,Lineamenti filosofici di F. L., in Logos, I (1942), pp. 75 ss.; F. Venturi, Nota introduttiva, in Illuministi Italiani, V, Riformatori napoletani, Milano-Napoli 1962, pp. 333-346 (il volume contiene l’autobiografia del L.); G. Arena, Introduzione allo studio di F. L., Napoli 1970; Id., La rivolta di un abate, F. L., Napoli 1971; R. Lalli,Introduzione, a F. Longano, Viaggio per lo contado di Molise, Isernia s.d., pp. 5-44; E. Stolper, La massoneria settecentesca nel Regno di Napoli, in Rivista massonica, LXVI (1975), p. 420; A. De Francesco, Introduzione, a F. Longano,Viaggio per lo contado di Molise 1796, Bari 1983, pp. 7-12; G. Galasso, La filosofia in soccorso de’ governi. La cultura napoletana del Settecento, Napoli 1989; G.A. Arena, La cultura molisana nell’età dell’illuminismo, Napoli 1990; R. Ajello, L’estasi della ragione, dall’illuminismo all’idealismo, in Id., Formalismo medievale e moderno, Napoli 1990, pp. 50-52; E. Chiosi, L’evangelo della ragione. Il pensiero religioso di F. L., in Riv. stor. italiana, CIV (1992), 1, pp. 153-182; E. Chiosi, Lo spirito del secolo. Politica e religione a Napoli nell’età dell’illuminismo, Napoli 1992; G. Giarrizzo, Massoneria e illuminismo nell’Europa del Settecento, Venezia 1994, pp. 177, 405, 463; V. Ferrone, I profeti dell’Illuminismo. Le metamorfosi della ragione nel tardo Settecento italiano, Roma-Bari 2000, ad ind.; S. Borgna, F. L., in Riv. di storia finanziaria, III (2000), pp. 23-47;
[1] Circa il massone Conte Ottavio Zurlo vedi: “Cenni sulla tradizione massonica molisiana”, pubblicazione ad opera della Loggia Akhenaton, sul sito akhenaton.org: http://www.akhenaton.org/DOCUMENTI/massoneria%20molisana.doc;
Vedi inoltre: http://www.iststudiatell.org/rsc/art_7n/studi_su_giuseppe_zurlo.htm;
[2] Per l’affiliazione massonica del Longano vedi Hiram, n°3, 2011, pp. 51-73; p. 65: http://www.grandeoriente.it/images/Goi/Riviste/hiram/2011/03-2011.pdf;
Vedi “La Massoneria settecentesca nel Regno di Napoli”, di ED STOLPER, p.3: http://www.montesion.it/_Documenti/_Storia/_Pdf/MassoneriaSettecentescaNapoli_1776_1784.pdf
vedi inoltre: http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-longano_(Dizionario-Biografico)/;
[3] Vedi: http://www.treccani.it/enciclopedia/isidoro-bianchi_(Dizionario-Biografico)/;
[4]Cfr.: http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-longano_(Dizionario-Biografico)/;
[5]Cfr.: http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-longano_(Dizionario-Biografico)/;
[6] L’unico articolo apparso nell’intero web in merito a tale pubblicazione è il seguente http://www.grandeoriente.it/culturaedintorni/2014/04/la-biblioteca-apostolica-vaticana-pubblica-il-trattato-illuministico-massonico-di-francesco-longano.aspx; Qui la scheda: http://www.grandeoriente.it/media/339628/Scheda-RM-11-04-14.pdf; L’articolo è poi stato ripreso dal blog della Loggia Heredom 1224 di Cagliari: http://loggiaheredom1224.blogspot.it/2014/04/la-biblioteca-apostolica-vaticana.html;
[7] Per verificare: http://www.grandeoriente.it/images/Goi/Riviste/hiram/2011/03-2011.pdf
[8]Qui di seguito una breve biografia di Lepore: http://www.huffingtonpost.it/francesco-lepore/;
[9]Cfr.: http://www.huffingtonpost.it/francesco-lepore/gaia-vox-videlicetgaia-vox-ossia_b_4574643.html;
[10] Articolo del Lepore sul Vesin: http://www.huffingtonpost.it/2013/08/21/pascal-vesin-prete-massone-arriva-a-roma-dopo-39-giorni-di-cammino_n_3790776.html;
[11]Articolo di LeMonde in merito al caso Vesin: http://www.lemonde.fr/societe/article/2013/05/25/un-pretre-demis-de-ses-fonctions-en-raison-de-son-appartenance-a-la-franc-maconnerie_3417282_3224.html;
Articolo di CorrispondenzaRomana: http://www.corrispondenzaromana.it/scomunica-temporanea-per-un-sacerdote-dichiaratamente-massone/;
Articolo di Luca Bagatin sul blog Cannocchiale, il Bagatin non fa mistero d’esser massone lui stesso: http://lucabagatin.ilcannocchiale.it/post/2790349.html;
Qui la scomunica dal magistero: http://www.diocese-annecy.fr/rubriques/haut/actualites/communique/newsitem_view;
Qui la pagina facebook apologetica dedicata all’ex prete massone Vesin: https://www.facebook.com/pages/Groupe-de-soutien-au-P%C3%A8re-Pascal-Vesin/581026461929197;
[12]Articolo di Lepore sul caso Vesin e la sua marcia massonica su Roma: http://www.huffingtonpost.it/2013/08/21/pascal-vesin-prete-massone-arriva-a-roma-dopo-39-giorni-di-cammino_n_3790776.html;