Da un lettore, medico, riceviamo e pubblichiamo una replica al comunicato stampa della Lega antipredazione, che avevamo rilanciato qui. Rimaniamo naturalmente a disposizione di chiunque altro voglia rispondere o rettificare, partecipando al dibattito. [RS]

 

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di Gianluca Sambataro

 

Invitato, esprimo pubblicamente la mia opinione circa il comunicato stampa della lega nazionale contro predazione organi, firmato dalla presidentessa Nerina Negrello.

L’evento della canonizzazione dei due papi ha certamente destato interesse di tutta la comunità cattolica del mondo. Anch’io mi sono interrogato sull’opportunità o meno di una canonizzazione così precoce, ma i miei dubbi sono stati dissipati in modo immediato. E il motivo è uno solo e bastevole: la canonizzazione è un pronunciamento ex cathedra del Pontefice. Come tale inquadra un dogma di fede, cui il fedele cattolico deve obbedienza (1). Impegnandosi l’infallibilità del Papa, i miei dubbi (di natura ben diversa da quelli della presidentessa), vengono assolutamente cancellati e credo fermamente che Papa Giovanni Paolo II sia Santo, e modello di virtù eroiche come la Santa Madre Chiesa mi dice.

Quindi posso ammettere che Papa Francesco non risponda al mio carisma, e lo stesso posso ammetterlo finanche di Giovanni Paolo II, ma mai metterò in dubbio l’infallibilità dell’uno e la santità dell’altro.

Cancellare quel dubbio è ancor più facile, se penso che la Chiesa vive in continuità da Pietro a Francesco, e che la mia mente, singola e caduca, può appoggiarsi alla saggezza di Pietro, Paolo, Sisto, Clemente, Pio, Leone e Gregorio in un qualunque momento. E tutto questo con la certezza della custodia di Cristo, che conferisce alla Chiesa di essere “una, santa, cattolica e apostolica” (2), su cui le porte degli inferi non praevalebunt (3). Per chiosare con una frase ormai nota: Chi sono io per giudicare?

Adesso il punto è: chi sono io per giudicare, ma anche chi è Nerina Negrello per farlo?

Partendo da una disquisizione sul fatto che Giovanni Paolo II sia un mito mediatico, lo critica perché non si è opposto alla definizione statale di morte cerebrale, a suo dire equiparabile al coma.

Ciò merita una descrizione punto per punto:

Sotto il suo pontificato (dal 15/10/1978 al 2/4/2005) sono esplose leggi statali criminali senza la sua opposizione, le principali:

– Ridefinizione di morte in termini di “morte cerebrale” a cuore battente, ovvero equiparazione del coma alla morte (L.578/93);

– Dichiarazione di “morte cerebrale” imposta su base protocollare in tempi abbreviati (D.M. 582/94);

– Esproprio dei diritti della persona in coma, resa “donatore” con la formula del silenzio-assenso o donazione presunta (L. 91/99 art. 5);

Ciò non corrisponde per nulla alle conoscenze scientifiche attuali, secondo cui la morte cerebrale è semplicemente morte. La diagnosi viene fatta da tre medici che devono valutare

1. assenza di attività respiratoria autonoma

2. assenza di riflessi tronco encefalici

3. elettroencefalogramma “piatto” per 30 minuti

4. eventuale doppler transcranico.

Il tutto in almeno 2 determinazioni a distanza di 3 ore l’una dall’altra (4).

Risulta evidente anche all’occhio più ingenuo e speranzoso che una condizione del genere non lascia alcun tipo di possibilità di errore. Laddove si muova qualche dubbio, la scienza ci aiuta a risolverlo: la combinazione di questi elementi risulta avere una capacità diagnostica del 100% (5).

Quindi, con le conoscenze attuali, sappiamo che un paziente che risponda a quelle caratteristiche è un paziente semplicemente morto.

– Creazione della rete trapiantistica con centri regionali ed interregionali per la macellazione, promozione trapianti, organizzazione, finanziamenti, export-import (L.91/99).

A questo punto, non solo trovo illegittima la posizione della presidentessa, che vuol far imputridire i suoi organi nella tomba, ma trovo assolutamente ragionevole una legge che preveda un silenzio-assenso o una donazione presunta, dato che l’alternativa appare come un assurdo spreco. Tutto ciò a maggior ragione del fatto che nel terzo punto del suo comunicato descrive come “coma” quello che in realtà è già “morte”. E trovo oltremodo opportuno che si creino centri regionali per l’espianto, perché vi è la possibilità di salvare una vita di fronte ad un’altra ormai assolutamente spenta.

– Autopsie autoritarie dopo 20 minuti di arresto cardiaco (DPR 285/90) per fornire le banche di tessuti.

Se si esula addirittura dal discorso del trapianto e si parla di autopsia dopo 20 minuti di elettrocardiogramma sull’isoelettrica, allora quale tempo si dovrà ritenere opportuno? Magari potrebbe essere una soluzione ragionevole non seppellire più nessuno, aspettandone pazientemente la resurrezione, con premura della presidentessa di fornire a tutti maschere anti-gas e antibiotici per la peste.

– Prelievo delle cornee anche nelle case (L. 301/93).

Rispettate determinate necessità di natura igienica non trovo nulla di assurdo…

– Prelievo di parte di fegato da viventi sani (L. 483/99) sulla falsa riga del prelievo del rene da vivente sano (L. 458/67 sotto Papa Montini).

Quale sarebbe il problema in questo punto? In caso di donazione spontanea (es. padre per figlio, gemello con gemello) non si capisce per quale motivo un parente assolutamente sano, in piena libertà, non possa donare una parte di fegato o un rene a un suo congiunto malato. La riserva epatica è, infatti, enorme, e un uomo riesce a vivere in modo egregio anche con un fegato funzionante molto ridotto. Lo stesso vale per il rene: un solo rene sano è anch’esso ampiamente sufficiente.

Per un quarto di secolo l’escalation verso la “morte cerebrale” autoritaria dichiarata su base protocollare e non constatata su base naturale, è stata protetta dal suo silenzio e dal suo sistematico delegare la definizione di morte ad un diktat della “scienza”, non tenendo conto dell’esistenza dell’anima nel corpo umano; con ciò si è reso connivente dell’omicidio di migliaia di persone in coma sequestrate negli ospedali-lager, dove il malato diventa una cava d’organi e la sanità un mercato.

Si capisce dunque, alla luce della precedente, ancorché sbrigativa, definizione scientifica di morte cerebrale, che accusare Giovanni Paolo II di connivenza in omicidio è oggettivamente scorretto. Come lo è il legare in modo tanto stretto l’anima al corpo umano: a questo punto dovrei pensare che il paziente monorene dalla nascita abbia un pezzetto di anima in meno a disposizione. A una coppia di gemelli siamesi invece, per assurdo, corrisponderebbe una coppia di “anime siamesi”. Mi fa riflettere il tutto, perché a questo punto il falegname maldestro che perda un dito sarebbe in pericolo di dannazione eterna.  Peggio, dovrei sentirmi responsabile della dannazione dei bambini mandati a togliere le tonsille, delle colecisti litiasiche, delle appendici infiammate e di tutti i tumori che ho fatto asportare. Anzi, a questo punto mi chiedo se i tumori siano più anima. O se l’obesità avvicina a Dio. Perché nell’attività di medico penso che chiunque capirebbe che se l’anima sopravvive alla morte del corpo, può ben sopravvivere a una piccola mutilazione. Sempre che il ragionamento della presidentessa non riguardi anche capelli e annessi cutanei! A questo punto converrebbe che il mio barbiere, in onestà, palesasse le zampe caprine e il forcone.

Suppongo poi che il passaggio in cui la sanità diventa un mercato faccia immaginare compravendite di organi o corruzioni di qualche genere. Ciò vi rende fortunati, perché evidentemente non avete mai avuto a che fare con parenti trapiantati o espiantati, essendo il tutto assolutamente gratuito.

Wojtyla ha dialogato in Vaticano con espiantatori e trapiantisti, ha sollecitato la fiducia nella “scienza” e la donazione degli organi, connivente col linguaggio ingannevole della propaganda che dice “prelievo dopo la morte”, ben sapendo che dal cadavere vero, come lo intende la concezione popolare, la tradizione, la cultura cattolica e la stessa legge, si possono prelevare solo tessuti, non organi.

E qui arriviamo al vero e cruciale punto che crea equivoco: la definizione di morte, per la presidentessa, non deve essere della scienza, ma popolare, tradizionale. Non si comprende però perché inserisca anche “la cultura cattolica e la stessa legge”, essendo previsto il trapianto di organi da entrambe. Per la legge rimando al codice penale, ma per la Madre Chiesa posso ancora rivolgermi al Catechismo della Chiesa Cattolica: Il trapianto di organo è conforme alla legge morale e può essere meritorio se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore sono proporzionali al bene che si ricerca per i destinatario (6).

In sostanza Wojtyla ha licenziato Dio ed il quinto comandamento “non ammazzare”, riconoscendo agli operatori sanitari la capacità (in altra sede da lui definita impossibile) di rilevare sul corpo vivo di persone in coma i segni biologici della cosiddetta “morte cerebrale”, i cui protocolli sono stati imposti con la legge dal potere economico trapiantistico e nonostante tale morte sia considerata una finzione dalla scienza onesta.

In sostanza, dunque, l’unica realtà è che Nerina Negrello risulta essere apertamente contro il Catechismo della Chiesa Cattolica, contro il dogma dell’infallibilità papale e naturalmente contro la scienza. Sulle prime due e per diretta ammissione desunta dal comunicato, non mi sembra vi sia alcun dubbio: si tratta semplicemente di un’eresia franca e scismatica.

Da scienziato però lascio naturalmente la porta aperta alla conoscenza: nel momento in cui la presidentessa comprovasse in modo concreto e scientificamente credibile che i riflessi spinali isolati rappresentino uno stato di coscienza, sarei il primo a cambiare idea.

Naturalmente, però, in attesa che venga dimostrato qualcosa che appare impossibile, dovere di medico, peraltro cattolico (quindi medico che, tra le altre cose, riconosce l’infallibilità ex cathedra del papa e crede in una Chiesa unam, sanctam, catholicam et apostolicam),  mi impone di

1. Rispettare la vita dal concepimento fino alla sua conclusione. Da quel punto, rispetterò la morte senza farne però un feticcio.

2. Tenermi costantemente aggiornato e attenermi allo stato dell’arte, al fine di fornire ai pazienti il miglior servizio con carità, scienza e coscienza

Mi sembra che questa posizione, pur evidentemente in contrasto con la presidentessa, trova d’accordo S. Tommaso nella Summa Theologica e diversi papi che si sono espressi in questo senso (conoscenza del naturale come avvicinamento a Dio).

In ogni caso, per eventuali alternative, ci sono i Testimoni di Geova, Vannoni con il metodo stamina, l’omeopatia e il guru con le gambe incrociate sulla riva del Gange.


 BIBLIOGRAFIA
1. congregazione per la dottrina della fede, giugno 1998n. 11.1
2. catechismo chiesa cattolica art. 9 par. 3 n. 811
3. Matteo 16,18
4. Legge 29/11/1993 n. 578, mod. 22/08/1994 n. 582 mod. 11/04/2008 n. 136
5. Su Y et al. Diagnosis of brain death: confirmatory tests after clinical test. Chin Med J (eng). 2014 Apr; 127 (7):1272-7
6. Catechismo della chiesa cattolica, capoverso 2296

 

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