di Pietro Guerini–Presidente nazionale comitato NO194 e associazione NO194
Domenica sera, non avendo partecipato alla “Marcia per la Vita”, ho ascoltato i 7 tg nazionali per avere informazioni sull’evento, ma invano. Non un solo secondo dedicato alla manifestazione.
In compenso abbiamo appreso che le gondole a Venezia da quel giorno non percorrono più il versante sinistro del canale ma quello destro.
E dire che i siti vicini all’organizzazione parlano di decine di migliaia di partecipanti e che persino il Pontefice ha interceduto per non far passare inosservata la kermesse, menzionandola durante l’Angelus.
Qualche affezionato al linguaggio degli anni della guerra fredda ha parlato di media di regime.
Certo, il pro life può non essere politicamente corretto, ma il nostro corteo del 12-4 (che replicherà sempre a Milano il 11-10-14, con un’aggiuntiva versione casertana), giornalisticamente considerato ben più radicale e con poche centinaia di partecipanti (i medesimi numeri raggiunti dalla prima edizione della Marcia), ha ricevuto uno spazio maggiore, con diversi servizi (tra cui uno di oltre tre minuti sul Tg3 nazionale), ancorché con un taglio assolutamente critico, come ovvio.
Per dare una risposta al quesito riportato nel titolo occorre avere contezza dell’alto grado di divisione del pro life (se con questo termine molto ampio si considera quella realtà che condanna fermamente il fenomeno abortivo) nazionale, da cui consegue l’inevitabile assenza di un qualsiasi messaggio discendente da una kermesse che lo riguardi, in quanto tale, per intero.
Una divisione fondata sulle idee, quindi che ha una sua nobiltà di fondo e anche una minima difficoltà di comprensione.
Per fare una rapida carrellata, possiamo distinguere, sul terreno legislativo, le seguenti posizioni, secondo le quali la 194:
a) andrebbe difesa (es. Giuliano Ferrara), in quanto ritenuta necessaria per sconfiggere la piaga dell’aborto clandestino;
b ) sarebbe irrilevante, poiché in materia assumerebbe rilievo solo l’atteggiamento culturale di un paese;
c ) sarebbe criticabile, ma con essa si dovrebbe convivere e dovrebbe essere pienamente applicata, mediante il potenziamento dei consultori familiari;
d ) sarebbe parzialmente da abrogare, dovendosi distinguere tra aborti ed aborti, alcuni, ad esempio, libertari, altri umanitari;
e ) andrebbe abrogata, convincendo il parlamento a procedere in tal senso, marcia dopo marcia;
f ) dovrebbe essere abrogata dal popolo, per via referendaria (è la nostra posizione, quella del comitato no194, che ho costituito con quest’unico obiettivo e che raccoglie più di 20.000 aderenti);
g ) potrebbe essere abrogata anche per via referendaria, ma mediante quesiti già dichiarati incostituzionali dalla consulta nel 1981.
A queste sette categorie occorre aggiungerne altre quattro, anche trasversali, composte da coloro:
h ) che sul tema sono agnostici, non si pongono alcun problema, l’importante è che si parli di Vita;
i) che non comprendono le distinzioni di cui sopra, tra cui spiccano sedicenti acculturati, iscritti nell’inesistente albo degli intellettuali, che forse tanto nella loro esistenza hanno letto, ma probabilmente molto meno hanno capito;
l) che si comportano come gli struzzi, intuiscono differenti visioni, ma esse andrebbero ipocritamente taciute in nome di un’inesistente unità dei pro life e chi prende atto di tali distinzioni è un attentatore a tale fittizia unità (se il Movimento per la Vita non è più abrogazionista da 33 anni non è colpa o merito di nessuno esterno a quell’organizzazione);
m) che queste differenti posizioni le comprendono benissimo, ma considerano tutti gli interpreti delle stesse idioti, rispetto alle proprie straordinarie capacità intellettive.
In questo quadro, nessuna kermesse (per quanto ben organizzata come la Marcia, che si svolge in un fantastico scenario) può fare notizia, in quanto inevitabilmente insignificante, al di là della comprensibile e positiva condivisione di un evento che riunisce i partecipanti.
Qual è la posizione di fondo che si intende proclamare con la manifestazione in oggetto?
Nessuna, quale conseguenza della pacifica circostanza che gli orientamenti sopra esposti non sono riconducibili ad unità.
A maggior ragione inesistente è l’obiettivo concreto che si vuole conseguire.
Una maggiore omogeneità, visti i relatori, si è plausibilmente raggiunta nel dibattito ufficiale a margine della Marcia.
Del resto e senza alcun riferimento personale, sarà un caso ma quando occorre organizzare e fare coreografia i più radicali (o meno moderati) sono ben presenti, quando si tratta di parlare no.
In realtà, nel nostro paese chi vuole agire concretamente contro l’aborto ha due vie, alternative o congiunte:
A ) svolgere attività di volontariato;
B ) aderire ad un’iniziativa concreta (tramite il sito www.no194.org) come la nostra, per abrogare per via referendaria la legge 194, che ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia.
Un’iniziativa con una potenziale, oggettiva efficacia sul piano normativo e, ancor prima, con una forte portata culturale, conseguente all’inevitabile dibattito nel paese legato alla consultazione.
Noi un obiettivo concreto almeno ad una parte di quel popolo lo diamo e lo possiamo dare.
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