Le moderne generazioni hanno imparato a conoscere la tavoletta ouija o più semplicemente un foglio di carta che presenta scritte – in cerchio – le lettere dell’alfabeto, unitamente ad un simbolo “si” e ad un simbolo “no”, più che altro per gioco, per passa parola o tramite video pubblicati su internet; questa visione goliardica e sperimentale dello strumento ouija e della planchette – ovvero del triangolo che si usa attualmente come strumento di contatto con l’aldilà, spesso sostituito anche da una monetina – sta creando non pochi danni nella psiche dei giovanissimi.
Nei miei studi demonologici e nelle mie ricerche, mi sono imbattuto in maniera sempre più frequente in situazioni realmente sconcertanti e preoccupanti, specialmente parlando di giovani che hanno fatto uso di tale strumento – della tavoletta ouija – per evocare spiriti di defunti. Non tutti sanno che il famoso film “L’esorcista” si basa su una storia realmente accaduta ad un ragazzo e non ad una ragazza, così come riportato in pellicola. In verità, la vicenda che ha ispirato il regista del film, è tratta dal testo di William Blatty che, incuriosito da una serie di articoli pubblicati sul “The Washington post”, decise di romanzare l’esperienza di un giovane che, dopo aver ricevuto in dono da un’amica spiritista e medium una tavoletta ouija, decise di utilizzarla per evocare lo spirito della sua amica che era deceduta.
Nel 1949, difatti, la ragazza morì di sclerosi multipla ed il protagonista di questa triste vicenda, decise di interrogare lo spirito della sua amica ma, purtroppo, incappò in uno spirito immondo che lo possedette per lungo tempo. Sulla vicenda, oltre ad interrogarsi numerosi religiosi, furono interpellati anche i più famosi esperti di occultismo dell’epoca e tutti concordarono che il ragazzo effettivamente era vittima di una possessione molto potente (azione straordinaria del maligno).
La tavoletta ouija, snobbata dai medium e dagli spiritisti di professione perché ritenuta pratica poco ortodossa secondo i canoni dei “Magisti” di inizio secolo, non ha origini recentissime, anzi, molti studiosi ritengono che delle primordiali forme di ouija erano già presenti ai tempi di Confucio ed anche presso i medium “chi shengs”.
La storia ci insegna, con forte condanna della Bibbia, che l’uomo ha sempre tentato di comunicare con il divino o con l’aldilà, basti ricordare l’Oracolo di Delfi o la dattilomanzia presente nell’antica Grecia, che consisteva nello scrivere una serie di lettere su una tavoletta in cera e, con l’ausilio di un filo a cui veniva applicato un anello prezioso, gli spiritisti dell’epoca valutavano gli spostamenti dell’anello sulle lettere e componevano i messaggi, a dir loro, provenienti dall’aldilà o dalle divinità pagane. Successivamente anche la dattilomanzia fu modificata ed in molti cominciarono ad utilizzare il “pendolino”.
L’attuale configurazione di tavoletta ouija va individuata all’incirca nella metà del 1800 in Francia, quando un medium – forse tal Planchette – costruì un tavolino ed utilizzò un triangolo con una penna al fine di interrogare lo spirito; il triangolo era solito scrivere i messaggi ricevuti. Ecco appunto che ancora oggi, con il termine planchette si è soliti indicare a volte solo il triangolo in legno, altre volte l’intera tavoletta ouija.
Molti ritengono Planchette un personaggio di pura fantasia ed altrettanti spiritisti si attribuiscono il ruolo di inventori di questo strumento diabolico, ma le fonti più accreditate ne attribuiscono la paternità a Bond e Kennard che, addirittura, nel 1890 ebbero la lungimiranza (!!! sic) di brevettare il prodotto. Successivamente il brevetto fu acquistato dai fratelli Fuld, che si prodigarono nel fondare la Ouija Novelty Company e nel commercializzare in tutto il globo questa “invenzione”.
Alcuni studiosi della materia sostengono che il termine ouija derivi da una parola egiziana che significa “buona fortuna” e che sarebbe stata dettata da uno spirito guida a Kennard, tuttavia la tesi più accreditata vede il termine originato dall’unione di Oui e Ja (ovvero si in francese e tedesco).
L’uso della tavoletta ouija non fu esente da grosse critiche e dispute nell’ambiente degli esoteristi e, se da un verso c’erano i “puristi” della materia che ritenevano l’oggetto un “mero giocattolo”, dall’altro in molti ne cominciavano a fare uso; addirittura, come riportato da Jerry Edward Cornelius, pare che lo stesso Aleister Crowley, famosissimo nell’ambiente, divenne utilizzatore della tavoletta e, con lui, anche Jane Wolfe, Therion ed altri.
Questi nomi possono non dire nulla ma, se ci si addentra nello studio della demonologia, non si può fare a meno di incontrare molto spesso questi signori dell’occultismo e maestri di esoterismo che, purtroppo, portarono al satanismo molte generazioni successive di spiritisti e negromanti.
Come funziona la tavoletta ouija?
Sulla semplice enciclopedia Wikipedia è possibile leggere che “lo scopo di tale tavoletta è porre delle domande alle anime dei defunti, che attraverso un medium, farebbero sì che la lancetta si muova sulla tavola ouija e componga, utilizzando le lettere, la risposta”.
Gli odierni studiosi di parapsicologia riconducono il fenomeno del movimento “della lancetta”, “della monetina” o “del triangolo planchette” ad un effetto ideomotorio o di psicocinesi, tuttavia c’è da dire che questa teoria è lacunosa e prescinde dall’elemento soprannaturale (di ovvia provenienza diabolica).
Fatta questa premessa sull’origine e sulla storia della tavoletta ouija, è bene precisare che l’utilizzo di questo oggetto non solo è sconsigliato, ma tutti gli esorcisti ne vietano l’uso; l’aldilà, difatti, non è contattabile da nessun mortale e, salvo rarissimi casi in cui Dio permette che ciò accada, per il resto ogni forma di contatto con le anime dei defunti è, nella realtà, un inganno del demonio.
Mi è capitato, per imprudenza e spavalderia giovanile, di assistere ad una seduta medianica mediante l’utilizzo della tavoletta ouija nel 1990 e, seppur potendo sembrare ridicolo, vi garantisco che ho personalmente constatato il movimento della planchette (in questo caso della monetina).
È bene che assolutamente non si confronti con determinate realtà e, anche quando si conducono esperimenti o studi sull’argomento (come spettatori/ricercatori) e si è ferrati sulla materia, è opportuno essere molto prudenti, presentarsi adeguatamente confessati e comunicati.
Ripeto, partecipare ad ogni forma di seduta spiritica o di evocazione degli spiriti dei defunti è peccato gravissimo e, come sostiene Raul Salvucci, apre le porte a Satana; anche per scopi di studio, difatti, è sempre preferibile evitare la diretta partecipazione e studiare la materia in maniera prettamente teorica.
Gli occultisti sostengono che per proteggersi dagli spiriti immondi e per riuscire a contattare effettivamente le anime dei defunti è opportuno preparare una sorta di pentacolo protettivo od un cerchio energetico di difesa, difatti essi fanno riferimento spesso alle entità astrali, con le quali sostengono di avere contatti di dialogo e di reciproca protezione (questo è un altro argomento, spero di trovare il tempo per parlarvene in futuro).
Anche in questo caso la realtà dei fatti è ben diversa e, come ci insegna il Catechismo e la dottrina demonologica, non può esistere interrogazione ai defunti e, anche quando sembra di essere in contatto con l’anima richiesta, in realtà è il diavolo che opera e che, molto furbescamente, si cela dietro figura dell’anima interrogata. Va considerato che il diavolo è un angelo decaduto e, pur essendo stato precipitato, continua a mantenere la sua realtà sovrannaturale di angelo che, impegnato nel male, utilizza i propri poteri e la accertata superiorità, al fine di corrompere le anime.
A seguito dell’interrogazione dei defunti, ma nello specifico vi parlerò delle conseguenze da utilizzo di tavoletta ouija, il partecipante in forma attiva può trovarsi in situazioni molto spiacevoli, che posso elencare come segue:
- – problemi e gravi disturbi del sonno, con incubi e visioni;
- – vessazioni diaboliche, con forti problemi depressivi o ansiosi;
- – ossessioni diaboliche, con presenza disordinata e costante di istinti violenti, autolesionisti e addirittura suicidi;
- – infestazioni diaboliche non solo del luogo ove si è utilizzata la tavoletta, ma anche presso le diverse abitazioni dei partecipanti, con predominanza di rumori notturni inspiegabili, spostamento di oggetti, di mobili ed altro;
- – in ultimo, anche se molto raramente, si può arrivare addirittura alla possessione diabolica reale.
Molti esorcisti sostengono di essersi relazionati con un numero infinitesimale di giovani che, purtroppo, sono incappati nella trappola diabolica della tavoletta ouija e, seppur questo discorso può sembrare più di fantascienza e di superstizione, è bene precisare che rientriamo assolutamente nell’ambito del cattolicesimo e che, fenomeni come quelli su indicati, nella maggior parte dei casi si verificano. Agli increduli, per coscienza, dico: non provateci, potreste vivere davvero una brutta esperienza.
L’utilizzo della tavoletta ouija, anche se può apparire un gioco, nella realtà rientra nell’ambito dello spiritismo, che è quella credenza e pratica con la quale si pretende di comunicare con le anime dei defunti per la mediazione di una certa persona particolarmente disposta ad un’attività del genere; è qualificata come magia nera ed è condannata dalla Bibbia (Cf. S.th., II-II, q. 95, a. 4; Sent. II, d. 7, q. 3, a. 2; in Isaiam, c. 3). Spiritismo impropriamente detto è anche quello praticato da coloro che, esclusa ogni ipotesi di spiriti e anime, intendono osservare scientificamente alcuni fenomeni riguardanti la parapsicologia.
Qualche purista della materia storcerà il naso ma, a mio avviso, l’utilizzo della tavoletta ouija può rientrare anche nella cosiddetta divinazione – dal latino divinare = presagire – che è l’arte, o pretesa, di predire il futuro o di conoscere cose occulte avvalendosi di mezzi non ordinati da Dio e che, potendo implicare l’intervento diabolico, non è fonte di verità né risolve positivamente i problemi della vita; l’immoralità e la ferma condanna della divinazione consiste nell’attribuire a sé o ad altri una prerogativa che spetta soltanto a Dio, e quindi in una presunzione che non può non offenderlo (S.th., II-II, q. 95, a. 1; S.c.G., III, c. 154).
Il Signore vieta perentoriamente tutte le forme legate all’occultismo. Nessun israelita poteva praticare magia nera, offrire sacrifici agli dei; nessun ebreo poteva invocare gli spiriti, fare l’indovino, l’incantatore, il negromante o lo stregone e, a tale proposito, il Deuteronomio ci insegna:
“Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio” (Deuteronomio 18, 10-14).
La Sacra Scrittura condanna espressamente spiritismo ed evocazioni degli spiriti dei defunti:
“Quando vi diranno: – Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dei? Per i vivi consultare i morti?-, attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d’aurora …” (Isaia 8, 19-20).
Negli Atti degli Apostoli possiamo leggere:
“Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l’indovina. Essa seguiva Paolo e noi gridando: “Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza”. Questo fece per molti giorni finché Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: “In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei”. E lo spirito partì all’istante” (Atti 16, 16-18).
Ho citato, per brevità, solamente 3 estrapolati della Scrittura, ma è opportuno sapere che sono centinaia le citazioni che affrontano l’argomento della divinazione, della negromanzia e dello spiritismo e non v’è passo riguardante della Scrittura che non condanni con fermezza queste pratiche sataniche. Maggiori informazioni qui: https://www.radiospada.org/tag/demonologia/
Che fare se si è incappati nella trappola diabolica della tavoletta ouija?
- – non scoraggiarsi e non andare in panico, Dio sa aiutare i suoi figli, specialmente se sono stati commessi errori per ignoranza;
- – recarsi a Messa, confessare questo grave peccato, vivere con contrizione il Pentimento ed avvicinarsi con animo puro all’Eucaristia;
- – qualora dovessero persistere problemi non spiegabili scientificamente, è opportuno consultare esclusivamente un sacerdote cattolico e diffidare assolutamente da maghi, santoni, laici guaritori, pseudo carismatici, membri di altre “religioni” (ovvero sette) o altri soggetti non idonei.
da un mio vecchio editoriale pubblicato su M.S.M.A.
si corregga facendo attenzione ai termini :
SOPRANNATURALE == proviene da Dio
PRETERNATURALE == proviene dal demonio
la ouija è presente anche nei recenti film di possessioni diaboliche – sia quelli espliciti sia quelli sui rapimenti da parte degli UFO (che è la moda laica di rappresentare le possessioni)
preternaturale agg. [comp. del lat. praeter «oltre» e naturale]. – Di fenomeno che non è conforme all’andamento naturale delle cose. In medicina, mobilità p., la mobilità che si osserva in caso di frattura di un osso lungo e quella dovuta al mancato consolidamento del collo osseo (v. anche pseudoartrosi). Nella teologia cattolica, doni p., i doni che, pur essendo superiori alla natura umana, non sono tuttavia superiori a ogni natura creata o possibile, come sono per es. quelli (l’integrità, l’impassibilità, ecc.) di cui godevano i progenitori prima del peccato. ◆ Avv., non com., preternaturalménte, in modo preternaturale.
soprannaturale (meno com. sovrannaturale) agg. [comp. di sopra- (o sovra-) e naturale]. – Nel linguaggio com., che supera il corso ordinario della natura (sinon. in questo caso di preternaturale); o che trascende i limiti dell’esperienza e della conoscenza umana (equivalente quindi a trascendente): cose, fatti, fenomeni s.; forza s.; potenza s.; in usi fig. e iperb., fuori dall’ordinario, prodigioso: essere dotato di una forza s.; avere una bontà soprannaturale. Con valore più partic., divino, celeste (in contrapp. a umano, terreno): ordine s.; aiuto, intervento s.; il fine dell’uomo è la felicità s. (Segneri). Sostantivato con valore neutro, il s., tutto ciò che sta al disopra della natura, manifestandosi come non soggetto alle sue forze e alle sue leggi: credere, non credere al s., nel s.; negare l’esistenza del soprannaturale. In teologia, il soprannaturale (in cui rientrano anzitutto la grazia e la visione intuitiva di Dio, ma anche la rivelazione) si definisce variamente in relazione al modo di concepire la natura: per diversi secoli è prevalso, nella scolastica di connotazione aristotelica, un concetto di soprannaturale come ciò che sta al di là e al di sopra della natura intesa come «natura pura» cioè autonoma, in sé compiuta; in questa prospettiva il soprannaturale è ciò che si aggiunge dall’esterno, come dono gratuito di Dio. Nella teologia contemporanea, riprendendo i grandi temi della patristica, si è accentuata l’intima connessione tra soprannaturale e naturale nei destini dell’uomo e della sua storia, così da rifiutare l’idea di «natura pura», ponendo invece nella natura stessa dell’uomo, in quanto creatura di Dio, la radice della sua aspirazione al soprannaturale e quindi alla grazia, alla visione di Dio e, più ampiamente, alla partecipazione della vita di Dio. Di qui il rifiuto di considerare, dal punto di vista della concreta realtà esistenziale, una radicale dicotomia tra soprannaturale e naturale, e l’insistenza sul tema dell’incarnazione come assunzione e divinizzazione dell’umanità da parte di Cristo, momento centrale nell’economia della salvezza che afferma l’elevazione di ogni realtà nell’orizzonte del soprannaturale. ◆ Avv. soprannaturalménte, non com., in modo soprannaturale.
Molti anni fa, all’epoca del liceo, una ragazza della mia classe era solita adoperare insieme ad altri suoi amici la tavoletta ouija per passare le serate in compagnia. Ella stessa mi raccontò che una di quelle sere si spaventarono tutti molto quando lo spirito che avevano invocato (che diceva di essere stato un muratore) cominciò a produrre rumori di ogni tipo intorno a loro. Decisero allora di smettere immediatamente (così almeno mi disse). E meno male, che già mi ero incuriosito parecchio e mi sembra di ricordare di averle addirittura chiesto di poter assistere ad una di quelle evocazioni. Tutto finì lì, ma rimasi molto impressionato tempo dopo nel vederla abitualmente venire a scuola con sulle braccia delle lunghe e profonde escoriazioni larghe un centimento e mezzo, in serie di tre o quattro, le quali, partendo dal polso sino al gomito, avevano portata via uniformemente la pelle fino a farle uscire il sangue … diceva di avere presa l’abitudine di farsele da sola per gioco e come anti-stress adoperando le unghie. Non collegai subito le cose, ma riflettendoci a distanza di anni mi sembra che un nesso causale tra le cose potesse essere tutt’altro che fortuito. (Tra l’altro era davvero una studentessa modello!) Bah.
Approvo tutto quanto scritto nell’articolo, poichè posso confermare tutto quanto scritto per esperienza indiretta ! Quando raccontai ad un teologo di questa triste abitudine di amica mia, lo stesso, sempre sorridente e cordiale, divenne immediatamente duro e serio e mi chiese se avessi mai partecipato. Risposi di no. Mi disse di MAi partecipare perchè il demonio, che sempre s’inserisce in questo pseudo-gioco, può ingannare anche per anni e decenni una persona.
Del resto,la stessa amica raccontò che un giorno i suoi “spiriti” fecero muovere in modo ossessivo le maniglie delle porte di casa ! Lei si spaventò molto e li pregò di non farlo per non spaventare i suoi figli. Tutto si calmò, ma non seppi mai quale promessa dovette fare o quale accordo fece per far cessare quel fenomeno materiale…
Altra esperienza indiretta tramite compagno di classe che si dilettava a fare queste evocazioni con tavoletta e mi mise al corrente che interruppe di colpo queste evocazioni quando si spensero improvvisamente le luci di casa, creando uno spavento terribile in lui e negli altri amici intorno.
Anche io ho spesso sentito dire che questo uso crea delle possessioni diaboliche limitate e limitanti la persona posseduta. E non poche benedizioni devono poi essere fatte per liberare i soggetti !