di Carlo Di Pietro
In foto J. Ratzinger presiede alla mensa neocatecumenale, riconoscendola cattolica, autenticandola, secondo il suo punto di vista, come ci ricorda anche il sito degli stessi neocatecumenali (link qui): «Già nel 1974 la Chiesa si espresse sulla Liturgia del Cammino Neocatecumenale […] Riproponiamo l’ intervento di Mons. Annibale Bugnini, allora segretario della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, sulle celebrazioni del Cammino Neocatecumenale. Correva l’anno 1974. Nelle foto, Il Cardinale Ratzinger e Papa Giovanni Paolo II celebrano secondo la prassi del Cammino». Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Notitiae, 01/08/1974): «tutte le riforme, nella Chiesa, hanno apportato nuovi principi e promosso nuove norme, che hanno tradotto in pratica gli intenti della riforma stessa. Così accadde dopo il Concilio di Trento; né poteva essere diversamente ai giorni nostri. Il rinnovamento liturgico incide profondamente sulla vita della Chiesa. C’è necessità che la spiritualità liturgica germini nuovi fiori di santità e di grazia, nonché di apostolato cristiano più intenso e di azione spirituale. Un modello eccellente di questo rinnovamento si trova nelle «Comunità neo-catecumenali» che sorsero a Madrid, nel 1962, per iniziativa di alcuni giovani laici, con il permesso, l’incoraggiamento e la benedizione dell’eccellentissimo Pastore madrileno, Casimiro Morcillo. Le comunità hanno lo scopo di rendere visibile nelle parrocchie il segno della Chiesa Missionaria, e si sforzano di aprire la strada all’evangelizzazione di coloro che hanno quasi abbandonato la vita cristiana».
Anche K. Wojtyla presiede alla mensa neocatemcumenale, riconoscendola cattolica, secondo il suo punto di vista, come si può vedere in foto ed in numerosi video.
Come ho già dimostrato, quindi non mi ripeterò, sia il primo che il secondo non hanno mai prestato molta attenzione alla liturgia, tanto che J. Ratzinger si spinge a scrivere: «Il Concilio di Trento conclude le sue affermazioni sul Corpo di Cristo con qualcosa che offende le nostre orecchie ecumeniche ed ha senza dubbio contribuito non poco verso lo screditare questo banchetto nell’opinione dei nostri fratelli protestanti. Ma se noi purifichiamo la sua formulazione dal tono appassionato del 16° secolo, saremmo sorpresi da qualcosa di grande e positivo […]» [in riferimento alla dichiarazione del Concilio di Trento, Sess. XIII, N° 5, circa la Santissima Eucaristia ed il Corpus Domini]. Anche «[…] oggi siamo testimoni di un nuovo integralismo che sembrerebbe di supporto a ciò che è strettamente Cattolico, ma in realtà lo corrompe dal di dentro. Produce sospetto e animosità lontani dallo Spirito del Vangelo. C’è una ossessione per la “lettera”, che stima la liturgia della Chiesa come invalida, ponendo se stessa fuori della Chiesa. Si è dimenticato che la validità della liturgia dipende primariamente, non da specifiche parole, ma dalla comunità della Chiesa […]» (e tanto altro, come dimostro qui). Nel volume Apologia del Papato, EffediEffe 2014, riporto, a scopo di studio e come cronaca, numerose altre precise citazioni dove si conferma il dato. In questo articoletto l’avvocato Pietro Ferrari dimostra i salamelecchi conciliari al cammino neocatecumanle (Montini, Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio). Di K. Wojtyla, che diversamente da J. Razinger non ha mai preteso di sembrare “tradizionalista” pur non essendolo (come dimostra l’erudito esegeta mons. Spadafora nel suo volume La Nuova Esegesi, dove documenta numerosi recenti scritti di modernismo di J. Ratzinger), è inutile parlare, come è già stato ampiamente dimostrato qui. La sola parola “tradizionalista”, nell’attuale accezione data, è un’invenzione dei modernisti, difatti il cattolicesimo è integrale, non esistono altre sfumature (ognuno interroghi la sua coscienza senza trascurare di informarsi).
E’ evidentissimo che ogni fedele (Chiesa discente), il quale riconosce autorevoli (veri Papi) i quattro personaggi citati (Montini, Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio), nonché parimenti la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha poco da lamentarsi per numerose ragioni spiegate anche in maniera elementare nel Catechismo breve di san Pio X, almeno se vuol conservare la fede cattolica (qui il catechismo). Ha, invece, voce in capitolo, chi pubblicamente, in coscienza e senza alcun dubbio, alla luce in parte del Magistero della Chiesa ed in parte della teologia comune che lo spiegano, deve ritenere che i soggetti citati non furono affatto papi (o lo furono solo materialmente), pertanto il loro governo ed il loro insegnamento sarebbero nulli, da ignorare, da contrastare sempre e comunque.
La “liturgia” neocatecumenale, riconosciuta valida ed accreditata come salvifica da J. Ratzinger e da K. Wojtyla, è, invece, una delle tante aberrazioni volute dal Concilio Vaticano II per impedire la celebrazione di Messe gradite a Dio, come fa presente il pro-Prefetto della Santa Inquisizione, cardinale Alfredo Ottaviani, nel 1969. Riporto uno stralcio dall’editoriale di apertura dell’ultimo numero si «Si, Si, No, No», e concludo con delle mie note aggiuntive.
San Pio V, dopo il Concilio di Trento, “mise ordine” nel rito della Messa, sia in teoria che in pratica, tanto che ancora oggi si usa parlare “impropriamente” di Messa di san Pio V a riguardo del rito romano di sempre, il quale, invece, è di Tradizione apostolica (cfr. Michael Davies, La Riforma liturgica Anglicana). Monsignor Klaus Gamber (Die Zelebration “versus populum”, in Ritus modemus. Gesammelte Aufsàtze zur Liturgiereform) dimostra in numerosi studi che la Messa detta di San Pio V è la Messa di Tradizione apostolica e che nella Chiesa primitiva e durante il Medioevo, fu norma rivolgersi ad oriente durante la preghiera. Nel corso della XVIII Sessione, il Concilio di Trento designò una Commissione incaricata di esaminare il ‘Messale Romano’, di revisionarlo, e di restaurarlo. Non si trattava di fare un nuovo Messale, come ha fatto [Montini (Paolo VI), NdR] nel 1969, ma di restaurare quello di Tradizione apostolica, facendone un’edizione critica, servendosi dei migliori manoscritti e di altri documenti. Il 13 luglio 1570, con la bolla ‘Quo primum tempore’, san Pio V promulgava il Messale restaurato. Il titolo era “Missale Romanum ex decreto SS. Concilii Tridentini restitutum”. Ossia “riportato, restituito” filologicamente alla sua pura origine apostolica, che fu trasmessa da Gesù a san Pietro e da questi ai suoi successori, l’ultimo dei quali a mettervi le mani fu [Papa, NdR] san Gregorio Magno (+604). Il Messale del 1570, in maniera prossima, fu il risultato pratico delle direttive date durante e subito dopo il Concilio di Trento. Ma, per quanto riguarda l’Ordinario, il Canone, il Proprio del tempo e ben altri punti, fu, in maniera remota, una restaurazione filologica del Messale romano del 1474, il quale riprendeva a sua volta, su tutti i punti essenziali, la pratica della Chiesa romana all’epoca di [Papa, NdR] Innocenzo III (+ 1216), pratica che proveniva a sua volta dall’uso liturgico in vigore ai tempi di S. Gregorio Magno e dei suoi successori nel VI secolo. In breve, il Messale del 1570 era, per l’essenziale, l’uso liturgico dominante dell’Europa medioevale dei Padri ecclesiastici e dei Dottori scolastici.
I cardinali Ottaviani [2] e Bacci [3] nel Corpus Domini del 1969 chiesero a [Montini (Paolo VI), NdR] di abrogare il Novus Ordo Missae in quanto “legge nociva per le anime” (“Lettera di presentazione al Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae”). La ‘nota n° 1’ del “Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae” riporta le seguenti citazioni: «Le preghiere del nostro Canone si trovano nel trattato De Sacramentis (fine del IV-V secolo) […]. La nostra Messa risale, senza mutamento essenziale, all’epoca in cui si sviluppava per la prima volta dalla più antica liturgia comune [circa trecento anni dopo Cristo], Essa serba ancora il profumo di quella liturgia primitiva, nei giorni in cui Cesare governava il mondo e sperava di poter spegnere la Fede cristiana; i giorni in cui i nostri padri si riunivano avanti l’aurora per cantare un inno a Cristo come a loro Dio [cfr. Plinio junior, Ep. 96]. Non vi è, in tutta la cristianità, rito altrettanto venerabile. quanto la Messa romana» (A. Fortescue, La Messe, Parigi, Lethielleux, 1921); «Il Canone romano risale, tale e quale è oggi, a San Gregorio Magno. Non vi è, in Oriente come in Occidente, nessuna preghiera eucaristica che, rimasta in uso fino ai nostri giorni, possa vantare lana tale antichità! Agli occhi non solo degli ortodossi, ma degli anglicani e persino dei protestanti che hanno ancora in qualche misura il senso della Tradizione, gettarlo a mare equivarrebbe, da parte della Chiesa Romana, a rinnegare ogni pretesa di rappresentare mai più la vera Chiesa Cattolica» (P. Louis Bouyer, Menschund Ritus, 1964).
Esaminato e fatto esaminare [1] il Novus Ordo – proseguono i due Cardinali – «sentiamo il dovere, dinanzi a Dio ed alla Santità Vostra, di esprimere le considerazioni seguenti: Come dimostra sufficientemente il pur “Breve Esame Critico’ allegato […] il Novus Ordo Missae, considerati gli elementi nuovi, […] rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i “canoni” del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del Magistero. […]. Sempre i sudditi, al cui bene è intesa una legge, laddove questa si dimostri viceversa nociva, hanno avuto, più che il diritto, il dovere di chiedere con filiale fiducia al legislatore l’abrogazione della legge stessa» (A. Ottaviani – A. Bacci). [4]
Breve estrapolato tratto dalle note 3 e 4, pp. 1 e 2, del periodico «Si, Si, No, No», anno XXXX, n° 9
Note aggiuntive (le prime 3 leggibili anche su Wikipedia: chi cerca trova!). Informazioni importanti da sapere:
[1] Il Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae è stato scritto dal teologo domenicano Michel Guérard des Lauriers (consacrato vescovo dall’arcivescovo vietnamita Pierre Martin Ngô Đình Thục, senza il consenso del Vaticano modernista, il 7 maggio 1981). Docente presso la Pontificia Università del Laterano, scrisse il Breve esame critico del Novus Ordo Missae, presentato a Montini (Paolo VI) dai cardinali Antonio Bacci e Alfredo Ottaviani il 25 settembre 1969. Già collaboratore di mons. Marcel Lefebvre e autore della tesi teologica detta di Cassiciacum, dal nome del periodico, che per primo pubblicò i suoi studi. Secondo la tesi di Cassiciacum, Montini (Paolo VI) e i suoi successori sono papi solo “materialiter” (“materialmente”, nell’accezione della filosofia scolastica) poiché‚ non attuando il bene della Chiesa e insegnando l’errore e l’eresia, non possono in alcun modo, se non ritrattano prima i loro errori, ricevere da Cristo l’autorità per governare, insegnare e santificare la Chiesa.
[2] Alfredo Ottaviani (Roma, 29 ottobre 1890 – Città del Vaticano, 3 agosto 1979) è stato un cardinale italiano, rigoroso difensore della tradizione e oppositore di tendenze riformistiche della Chiesa cattolica. Il 12 gennaio 1953, papa Pio XII lo nominò pro Prefetto del Santo Uffizio (Santa Inquisizione), e contestualmente creato e pubblicato cardinale. Essendo conservatore ebbe forti contrasti con chi voleva innovare la secolare tradizione ecclesiale.
[3] Antonio Bacci (Giugnola, 4 settembre 1885 – Città del Vaticano, 20 gennaio 1971) è stato un cardinale, arcivescovo cattolico e latinista italiano. Partecipò al Concilio Vaticano II, sostenendo le posizioni dell’ala conservatrice. Il 24 ottobre 1962, nel corso della prima sessione, difese il latino come lingua liturgica. Nella stessa sessione sostenne lo schema preparatorio sulle fonti della Rivelazione, che riproponeva la dottrina tradizionale della Chiesa. Nella seconda sessione si espresse contro l’introduzione del diaconato permanente. Nella quarta sessione si batté affinché nei documenti conciliari fosse inserita una condanna esplicita del comunismo.
[4] Il resto dell’articolo rilanciato non posso condividerlo poiché apre al sedeplenismo (ammette un uso non cattolico delle “chiavi”) ed alle perniciose tendenze ermeneutiche (ammettono l’errore su fede e costume nel Magistero universale), ammette che un vero Pontefice possa promulgare un Rito universale nocivo per le anime e lontano dalla fede cattolica, dunque (secondo me, ma come dimostro usando il Magistero) va contro la dottrina integrale della Chiesa, come ho spiegato:
- https://www.radiospada.org/2014/06/chi-e-papa-e-chi-non-e-papa-da-apologia-del-papato-di-carlo-di-pietro/
- https://www.radiospada.org/2014/04/un-papa-che-canonizza-un-eretico-non-e-papa/
- https://www.radiospada.org/2013/11/puo-esistere-un-papa-notoriamente-eretico/
- https://www.radiospada.org/2014/06/riflessione-sulla-partecipazione-alla-santa-messa-in-stato-di-necessita/
- https://www.radiospada.org/2013/06/linfallibilita-della-chiesa-e-del-papa-magistero-universale-e-ordinario/
- https://www.radiospada.org/2013/07/sullinfallibilita-nella-canonizzazione/
- https://www.radiospada.org/2013/07/bendetto-xvi-rileggere-i-documenti-del-concilio-alla-luce-della-tradizione/
- ed altrove.
avanti tradizionalisti double-face, tradizionalisti salva capra e cavoli, bevetevi questa messa nova, che “non offende le delicate orecchie ecumeniche” della nova chiesa, e delle chiese sue sorelle, che non “scredita finalmente il sacro banchetto” nell’opininone dei carissimi vostri fratelloni protestanti ( quelli, per non dimenticare, che “impiccavano sventravano e smembravano – hung drew and quartered – quelli che in loro libertà di coscienza stavano con la messa cattolica di sempre, quella riaffermata dal concilio di Trento, senza riguardo alcuno per le orecchie dei loro fratelli apostatici- vedi Saint Edmund Campion… ) , e che, miracolo!, dopo secoli di aridità totale, riesce – dite voi — a fare germinare “fiori di santità e di grazia, nonché di apostolato cristiano più intenso e di azione spirituale….[quelli delle messe di hallowen delle messe rap, delle messe rock, delle messe delle danze del ventre….???]. Godetevele e credetele messe, perché i vostri papi conciliari – quelli che voi dite ancora papi, nonostante i vostri mugugni – hanno create e promosse e benedette e sanzionate in toto orbe catholico, in tutte le loro forme, come in questa patetica pateracchiata catecumenale…A noi lasciateci la vecchia messa – e solo questa – quella che offende quella che urta quella che scredita il Santo Mistero (sì, il Santo “Mysterium Fidei ” che in quelle nuove viene abolito, si sa, per non offendere e non urtare,le sante orecchie ecumeniche…) quelle inquinate del “loro tono appassionato da secolo XVI – eperché non dei secoli precedenti??? ( Qui il Ratzinger vostro bara sapendo di barare….]” , quelle che non saranno certamente capaci di provocare i deliri orgastici delle nove messe, ma sono infallibili nella ripresentazione viva del Mistero della vera Fede ….. . Ci accontentiamo di queste, ci bastano per se stesse, senza bisogno alcuno di mercanteggiarle con le nove, abbiate pazienza e perdonate la nostra cocciutaggine, e lasciateci in pace soddisfatti dei “fiori di santità e di grazia nonché di apostolato cristiano più intenso e di azione spirituale” che queste hanno dato prova nei secoli di sapere davvero fare “germinare”.
A onor del vero in entrambi i casi la “ratificazione” è stata passiva, non desiderata, non intenzionale.
Il 30 dicembre 1988 Giovanni Paolo II intese celebrare il Novus Ordo ma alle sue spalle i kikos fecero i loro strafalcioni (fra cui la bizzarra “comunione seduti”). Si può contestare a GP2 la faciloneria e il non aver fatto sgombrare il tavolone-altare dalle pappardelle volute da Kiko. Ma non si può accusarlo di aver “voluto” approvare.
Nota di colore: quando GP2 stava per intonare il canto del Pater Noster, miracolosamente gli si spegne il microfono e immediatamente Kiko Argüello attacca il Padre Neocatecumenale Nostro.
Il cardinale Ratzinger fu attirato con l’inganno a celebrare al Seminario Neocatecumenale “Redemptoris Mater” di Roma. Non ebbe il coraggio di prendere a pedate il tavolone imbandito. Sei mesi dopo l’inizio del pontificato convocò “ai piedi di Pilato” gli eretici Kiko Argüello e Carmen Hernàndez ingiungendo di farla finita con le liturgie degli strafalcioni e di celebrare secondo il Messale Romano Novus Ordo «senza aggiunte né omissioni». Il 1° dicembre 2005 fece mettere per iscritto le sue «decisioni» (lasciando ai kikos la sola libertà di anticipare il segno della pace a prima dell’offertorio) al card. Arinze della Congregazione per il Culto Divino. Tali decisioni non sono mai state abolite e anzi sono pienamente recepite dallo Statuto del Cammino approvato dal Pontificio Consiglio dei Laici nel 2008. Ovviamente i kikos ancor oggi se ne infischiano.
In fin dei conti GP2 e B16, in buona fede difensori del Novus Ordo, non sono riusciti a frenarne gli abusi. Il metodo postconciliare del (poco) bastone e della (molta) carota ha dato come unico frutto l’aumento dell’arroganza degli eretici neocatecumenali.
Kiko e Carmen si erano stabiliti a Roma nella parrocchia dei Martiri Canadesi nel novembre 1968 grazie all’interessamento del cardinale Angelo Dell’Acqua (con ogni probabilità ingannato a sua volta sulla realtà del Cammino).
Morcillo morì “opportunamente” nel 1971. Dell’Acqua altrettanto “opportunamente” morì a Lourdes nel 1972. Due figure chiave svanite mentre il Cammino era ancora numericamente irrilevante. Nel 1974 giungerà la lode al Cammino fatta da Bugnini, mentre il Cammino era ancora numericamente irrilevante.
Brevi approfondimenti:
1. http://neocatecumenali.blogspot.com/2012/05/kiko-alla-comunione-stiamo-tutti-seduti.html
2. http://neocatecumenali.blogspot.com/2012/04/tutto-allinsaputa-del-papa.html
3. http://www.internetica.it/neocatecumenali/commenti-lettera.html
4. http://www.internetica.it/neocatecumenali/reazioni-lettera.html
5. http://neocatecumenali.blogspot.it/2014/04/giovanni-paolo-ii-riconosco-il-cammino.html
“In fin dei conti GP2 e B16, in buona fede difensori del Novus Ordo, non sono riusciti a frenarne gli abusi”
quanta buona fede occorre per vedere buona fede in GP2 e B16! e dovremmo anche compatirli per essere stati essi incapaci di frenare gli abusi degenerativi di una messa degenerata essa stessa – per la loro buona fede o per la loro ‘per-fidia’? (vedi ALTA considerazione di B16 per il Concilio di Trento…) – degenerata, dicevo, per le vie della completa protestantizzazione… Messa N.O.??? NO!!!!
Vedere malafede dappertutto è un pessimo sintomo.
b.T. e bersele tutte è mancanza di discernimento…
Se l’espressione “bersele tutte” era un tentativo di squalificare gli argomenti che ho presentato, vien più voglia di ridere che di rispondere.
Il mondo non è in bianco e nero e la verità non ha bisogno di tifoserie.
mi scusi b.T, ma lei dei miei argomenti presentati qui sopra che conto ha tenuto??? Non è tenuto ovviamente a condividerli, ma almeno a considerarli… Il ‘bersele tutte’ significa accettare supinamente oggi quello che ieri era vietato accettare…Appunto, mancanza di diescernimento….Cavarsela con gli argomenti ratzingeriani, che il Concilio di Trento ha sentenziato sotto pressione umorale, non è ridicolo : è penoso! Comunque, rimane per lo meno da scriteriati, e da vili, sconfessare oggi, per amore di ecumenismo ad ogni costo, i tanti Martiri Cattolici che coloro sangue- nel caso inglese, hanged drawn and quartered – hanno tenuto fede alla Messa Cattolica, sì, quella definitivamente confermata dal Concilio di Trento… Comunque pace, lei si tenga la Novus Ordo, in compagnia coi ritrovati fratelli luteran- anglicani, ma non dica, per onestà mentale, almeno, che la Novus Ordo è pari alla Vetus Ordo, non parli di riti ordinari e straordinari di pari dignità, alla maniera di Ratzinger, un vero saltimbanco… Relativizzare continuamente il Magistero della Chiesa legandolo, ogni volta che non ci piace, agli uomori del tempo, significa distruggere del tutto ogni magistero della Chiesa…. Aspetti un po’, e vedrà che tra qualche decennio i nuovi umori spingeranno per una nuova formulazione…e lei si adeguerà…in nome delle magnifiche sorti e PROGRESSIVE della conoscenza di fede…
Grazie per aver confermato di non aver letto nulla.
allora mi spieghi bT (sono tornato a leggere):
“INTESE celebrare”… che significa ‘intese’? Non equivale a dire: ‘volle’ ? E se volle, volle fare quello che faceva, intendendo esattamente quello che faceva. Fu un facilone??? Ah, non s’accorgeva di quello che faceva, soprattutto non intendeva approvare…. ma allora che papa è uno che fa il facilone e non intendeva fare quello che faceva??? Questa messa N.O., che sia secundum Kikum o secundum Woitilam o Ratzinger, rimane sempre una MESSA NO! – Comunque, a scanso di ulteriori incomprensioni, mi dica: lei approva questa messa N.O. , seppure a condizione che sia celebrata alla maniera di Woitila o di Ratzinger o di Bergoglio o (ovviamente) di Montini???
L’accento sulla “ì” del Sì, questo sconosciuto!
dove?
Povero Woityla e povero Ratzinger, così ingenui da presentarsi alla messa neocatecomunista ,partecipando con gioia , ma incapaci di reagire alle nefandezze del rito…Poverini, ma poverini, secondo alcuni, b.T. compreso !
Fermi restando i mali del Novus Ordo in sé, c’è un’abissale differenza fra le liturgie N.O. dell’Opus Dei (dico “Opus Dei” solo per fare un esempio facilmente riconoscibile) e la sagra degli strafalcioni del Cammino Neocatecumenale.
I papi postconciliari, nei limiti del loro possibile, hanno voluto promuovere la decenza nel N.O. non per malvagità (come erroneamente sostenuto da certe tifoserie che credono così di accreditarsi come tradizionaliste DOCG), ma perché permeati dalla mentalità postconciliare, perché nutriti di informazioni addomesticate, perché messi continuamente di fronte al “fatto compiuto”, perché timorosi di veder portare a compimento lo scisma neocatecumenale velatamente e ripetutamente minacciato dal signor Kiko Argüello.
Il generale va alla guerra con i soldati che si ritrova, e può comandare solo ciò che ha ragionevole aspettativa di essere ubbidito. Non può mica condannare alla fucilazione il 99% dei soldati che fanno di testa loro: e non facendolo, non è accusabile di malvagità e malafede.
poverini: non sono riusciti a promuovere la decenza del N.O.!!!
Ma che cosa c’ è di più INDECENTE del N.O. in se stesso??? meglio allora le varie sbragature sciorinate per universum mundium, figlie della fantasia creativa voluta dal ‘santo’ concilio, che la patetica decenza figlia della pura ipocrisia! Bellissima poi l’immagine del generale che si lascia fare dal 99% dei suoi soldati, per non essere costretto a fucilarli tutti: immagine perfetta dello scempio della Nova chiesa…PROMOSSO da CHI??? Siamo seri, suvvia!— Quese osservazioni, b.T., non nascono da una fissazione tifoica che vuole ad ogni costo essere Controllata e Garantita, ma dalla semplice e tranquilla fedeltà alla Verità della Tradizione Cattolica. Un GENERALE che per non subire l’ammutinamento dei suoi sottoposti, accetti di farsi turlupinare da essi – o finga – più che un generale è un PAGLIACCIO!
Paolo VI, condannando le pratiche di pietà ‘personali’ – come novene er similia – durante la messa, le dichiara del tutto fuori posto, perché inserite in modo inopportuno ” nella celebrazione del Sacrificio Eucaristico”. Col “rischio” aggiunge, “che il Rito del MEMORIALE del Signore, invece di essere il culmine dell’ INCONTRO della comunità cristiana, divenga l’occasione, per così dire, per pratiche devozionali”
Ecco come alla radice – siamo nel 1969 – e dal suo Autore, viene concepita la Nova Messa, la messa N.O.: “MEMORIALE del Signore” e “culmine dell’ INCONTRO della comunità”… Vi si parla anche di ‘Sacrificio”? Certo, di Sacrificio EUCARISTICO, cioè di ‘rendimento di grazie’: d’accordo anche in questo coi fratelli luter-anglicani… E si scandalizzano anche, questi tradizionalisti salva capra e cavoli, quando, nella libera e creativa scelta delle modalità del loro incontrasi – a loro lasciata e incoraggiata dal ‘sacro’ concilio – queste comunità incorrono, poveretti, in eccessi, che dimostrano quanto impalpabile sia il motivo del loro incontrarsi, quello della memoria della Morte di qualcuno, che renderebbe impensabili quegli eccessi, quegli stessi eccessi che dimostrano – già per il fatto che succedono – la vuotaggine di simil-messe!
Per B T …
1 ‘Ma non si può accusarlo di aver “voluto” approvare.’
Proposizione di fantasia. Gli statuti, inclusi la precisa liturgia li ha approvati lui. Ha inoltre celebrato. Dal foro esterno si desume il foro interno
2 ‘Il cardinale Ratzinger fu attirato con l’inganno a celebrare al Seminario Neocatecumenale “Redemptoris Mater” di Roma. Non ebbe il coraggio di prendere a pedate il tavolone imbandito’
Proposizione di fantasia. Il protocollo era chiaro e nessuno fu ingannato. Inoltre gli statuti li ha confermati anche lui. In aggiunta dal foro esterno si desume il foto interno.
Tu inventi episodi storici mai accaduti.
3 ‘In fin dei conti GP2 e B16, in buona fede difensori del Novus Ordo, ‘
Proposizione di fantasia. Dio legge i cuori, non tu.
Saluti
ah ah ah!! ricciotti…hai bisogno di un buon oculista!
negli statuti c’è la firma di RYLKO…. non di RATZINGER…
ratzinger non ha APPROVATO ma CONDANNATO le liturgie nc (1 dicembre 2005)…
il protocollo NON ERA CHIARO…..i nc sanno camuffarsi bene….
se avesse approvato….sarebbe tornato a celebrare….invece…..
e tu invece nei cuori leggi bene eh? bravo……
siete talmente accecati….da essere peggio di una barzelletta…..
La teologia non ha mai salvato nessuno, però!
Vedi Mt 11,25 e anche la leggenda/exemplum: “Augustine, Augustine, quid quaeris? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?” dove il sogno di Agostino finisce così: “Perché Dio non vuole essere capito?” avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. “Te lo dimostro subito” rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l’acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.
“la teologia non ha mai salvato nessuno…” ma la verità sì che salva! “Io sono la via la verità e la vita”!- C’ è teologia e teologia, quella che serve la verità, e quella che la uccide. E difatti i moderni ‘teologi’ l’ hanno cambiata, eccome se ci hanno tenuto a cambiarla, per adattarla al mondo, e quindi l’ hanno uccisa. Già, perché la ‘vecchia’ teologia’ era troppo ingenua, troppo semplicistica nel suo -dicono- ‘schematismo dottrinale, non roba per questi tempi maturi, roba per menti e tempi ‘infantili’: E quindi il senso delle parole di Cristo Sigmore:“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.””(Mt 11.25)- APPUNTO!