Il gioco inizia a farsi divertente, i vegetarian-vegani perdono il controllo e si contraddicono. Vediamo perché.
Ieri è stato rilanciato il pezzo Studio shock. L’alimentazione vegetariana uccide più animali di quella onnivora, facile immaginare il vespaio di polemiche. Dogmatici come non mai, gli integralisti verdi hanno iniziato a ripetere – quasi fosse un mantra – la parola “bufala”.
In realtà bufala non è e alcuni di loro lo sanno benissimo. La fonte è “Ordering the vegetarian meal? There’s more animal blood on your hands” di Mike Archer AM – Professor, Evolution of Earth & Life Systems Research Group at University of New South Wales.
Mesi fa lo stesso sito Greenlife aveva titolato “La bufala dei vegetariani che uccidono piu’ animali di chi mangia carne”. Facendo questo si è distorto clamorosamente il titolo originale che non parla di strettamente carnivori. Anche il titolo del nostro articolo (che semplicemente riportava lo studio, di cui ci interessava il senso profondo non i dettagli) parlava di onnivori, non di soggetti che maniacalmente si abbuffano di carne. E siamo alla prima contraddizione.
Contraddizione numero 2 (tecnica): GreenMe parla di bufala in un articolo che rimanda ad un altro aritcolo di GreenMe (stessa autrice) in cui si discute dello stesso studio riconoscendogli addirittura dei meriti (si veda immagine sotto) ed evidenziando, principalmente, qualche limite relativo alle caratteristiche geografiche particolari che caratterizzano l’Australia.
La contraddizione (tecnica) numero 2 (parlare nello stesso sito di “bufala” e di “meriti”) contiene la ben più pesante contraddizione numero 3 (ideologica). Scrive l’Autrice: “Detto ciò, un merito le va riconosciuto, ed è quello di aver sollevato la questione degli animali uccisi nella produzione alimenti di origine vegetale”. Alt! Allora, dopo aver tanto sbandierato l’etica, si riconosce che il proprio piatto è macchiato di sangue? Ma come? Prima si dice che non si mangia carne per evitare morti di animali poi si riconosce apertamente che le morti – al netto del numero – ci sono eccome? Contraddizione insanabile.
Si pensi alla deforestazione amazzonica fatta per la coltivazione della soia: il 6% di questo immane disastro è fatto per l’alimentazione umana. Si veda: Come la soia distrugge l’ecosistema dell’Amazzonia.
Ma andiamo avanti. Continua l’Autrice di GreenMe: “Ciò che, invece, non è affatto chiaro (né, a mio parere, razionale) è perché, invece di risolvere un simile problema, non si debba rinunciare a mangiare alimenti di origine animale che provengono inevitabilmente da altri animali uccisi. Insomma, perché non escludere in primis i prodotti che coinvolgono direttamente l’addomesticamento, lo sfruttamento, la reclusione e l’uccisione di altri animali e poi lavorare anche per migliorare la produzione di alimenti di origine vegetale che hanno a che fare in maniera indiretta con la morte di altri animali?”.
Eh no, gente: avete appena ammesso – ma ci poteva arrivare anche un bambino delle elementari – che per produrre vegetali si uccidono animali (si pensi solo all’aratura e a tutto ciò che ne consegue, per non parlare degli antiparassitari che rendono possibile la coltivazione degli alberi da frutta e della disinfestazione dai roditori che distruggerebbero le piante) e ora parlate di “lavorare anche per migliorare”? Facciamo lo sconto sulle morti?
A tutto questo segue una pesantissima contraddizione numero 4 (pratica). Scrive l’Autrice: “sarà bene ricordare e ribadire che ben l’89% delle terre coltivate, come spiega Oltrelaspecie, viene impiegato per la nutrizione di circa 15 miliardi di capi di bestiame allevati dall’uomo, e quasi mai liberi di pascolare”. Ammettiamo per un attimo che si chiudano gli allevamenti e si rimettano in libertà questi capi (non li vorrete mangiare?). I ruspanti che non morirebbero di fame, sopravviverebbero facendo strage di lombrichi, non parliamo del destino di bovini e suini. La fauna marina tolta dagli allevamenti si nutrirebbe – in buona parte dei casi – di altra fauna. Volete farci credere che un pesciolino mangiato da un branzino d’allevamento (liberato) abbia preferenze nel farsi uccidere da un altro pesce piuttosto che da un uomo? Non cadiamo nel ridicolo.
Ancor peggiore la contraddizione numero 5 (derby). L’Autrice ammette – lo abbiamo visto – che una parte delle colture vegetali è destinata alla alimentazione degli animali. Quindi anche cani e gatti domestici (Pronti a rimetterli in natura? Occhio perchè i gatti mangiano anche i topi). E per i polli d’allevamento più o meno intensivo come la mettiamo? E con i bovini usati per la filiera del latte? I vegetariani (che mangiano i derivati della carne: latte, uova, ecc..) come si regolano in questo caso? Va tutto bene? Vogliamo il derby con i vegani. Ci sarà da ridere.
Potremmo continuare ma ci fermiamo.
Conclusioni. Il titolo del nostro post riferiva un elemento di realtà ed era evidentemente provocatorio, doveva agevolare un dibattito e lo ha fatto. L’ideologia vegretarian-vegan-verde ha dimostrato tutta la sua fragilità facendoci assists clamorosi di cui ringraziamo. Ovviamente questo sito non si sogna nemmeno per un attimo di difendere lo stile di vita american-consumista che prevede una popolazione obesa e diabetica, intenta a sbranare carne dal mattino alla sera. Al contrario: ciò che auspichiamo è una società organica ed equilibrata in cui la carne si mangia principalmente nei giorni di festa, mai di venerdì, mai di sabato in Quaresima, mai durante le Tempora. E magari poco in generale, per qualche astineneza volontaria. Sappiamo bene che l’intero sistema di sfruttamento intensivo è folle e dannoso. Per millenni la carne che si mangiava aveva impatto ambientale quasi nullo, il contadino si nutriva dei suoi maiali cresciuti coi prodotti derivanti (spesso scarti) dalla sua stessa terra, per i bovini c’era l’alpeggio. Sappiamo benissimo che il consumo eccessivo di carne fa male alla salute e quell’ “89% delle terre coltivateper la nutrizione di circa 15 miliardi di capi di bestiame” si potrebbe serenamente e profondamente riurre solo con il buon senso (carattersitica spesso mancante ai vegretarian-vegan-verdi). All’animale bisogna evitare sofferenze volontarie e inutili (sottolineiamo: inutili) ma continuiamo a credere che l’essere umano sia su un piano imparagonabile rispetto alle bestie. Con tutto ciò che ne consegue. Mangiatevi la bistecca: è etica.
secondo me è meglio se la cicoria la mangi invece di continuare a fumarla, visto che ti dà strani effetti allucinogeni.
Quante argomentazioni r.t. Occhio ad articolare così bene il tuo pensiero: potrebbe venirti mal di testa.
Delirante, Non si può contraddirti anche perché se ci si abbassa al tuo livello di argomentazione demente, vinci tu per esperienza.
Bellisssimi tutte e tre i commenti!Assolutamente d’accordo,sto articolo puzza!
Ridicoli commenti… sono risposte di k spiazzato nn sa cosa dire… non basta dire k uno si é fumato la cicoria per concludere un disorso..fatti avanti e mostra quali sono i deliri… queste sn argomentazioni importanti k vanno affrontate, nn é sufficiente dire “me ne tiro fuori perché ho talmente ragione da meritare risposta”.il fatto é k non avete veri solidi motivi e idee ben confuse…. vorrei leggere almeno una confutazione da parte di vegetariani per creare qlksa di costruttivo xké io non riesco a trovare una critica…
A parte il fatto che il “movimento” vegano è nato come una forma di protesta e di boicottaggio non verso QUALSIASI allevamento, bensí quello di tipo intensivo (infatti è piuttosto recente), certi studi pro-onnivorismo non tengono conto dell’enorme e crudele spreco ad opera di quest’ultimo… Ovvero, i miliardi di pulcini maschi tritati vivi perché inutili all’industria delle uova, i vitellini uccisi appena nati solo per trarre il caglio dal loro stomaco, eccetera… No, secondo questi studi tutta la carne prodotta finisce direttamente sulle nostre tavole, ma non è affatto così!
Purtroppo il “New Age” avanza sempre più. Paragonare un vitello ad una vita umana è davvero triste – è questa la mentalità del new ager – senza contare il fatto che alcuni, addirittura, si sposano il proprio “amico a quattro zampe”.
Che mondo allo sfascio…
Solo le conclusioni sono parzialmente condivisibili, il resto è un concentrato di sofismi. Comunque è vero, i due terzi dell’umanità sono ben al di sotto del livello bestia.
P.s.
E mai durante le Tempora mi raccomando… Prima o poi finirà ‘sto Medioevo.