«La Rivoluzione è nemica dichiarata della devozione al Sacro Cuore di Gesù, perchè un potente istinto le fa capire che è la devozione destinata a distruggerla”»
Venerabile Josè T. i Borges (1846-1916)
di Alessandro Pini
Premessa
In questi tempi di apostasia e guerra alla famiglia, è anche normale parlare di crisi – che ad occhi «mondani» appare soltanto economica – ma essenzialmente è di ordine morale ed il fattore economico rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una «società cadaverica», in balìa dei Poteri Forti, rappresentati pubblicamente dai politici che in realtà non sono altro che fantocci da proporre alla massa attraverso i mass media i quali fungono da filtri della realtà stessa.
In questo triste contesto la famiglia trova soltanto ostacoli al proprio sviluppo ed al proprio fine (Paradiso); in quanto nucleo primario e fondamentale di ogni società, essa da decenni ormai è bersaglio privilegiato, poichè considerato – a giusta ragione – baluardo contro la distruzione morale dell’uomo verso cui invece la Rivoluzione tende tutti i propri sforzi. Energie e soldi messe in campo per creare un uomo nuovo, privo di vincoli e legami di sangue, isolato e corrotto; il prototipo perfetto dello schiavo, convinto di avere soltanto un corpo e quindi proteso verso la soddisfazione di ogni suo appettito, il risultato dell’opera di scristianizzazione in atto da secoli e che negli ultimi cinquant’anni è avanzata grazie anche alla tragica adesione cattolica al “cattolicesimo liberale”, trionfatore nell’ultimo Concilio della Chiesa Cattolica e ormai unico dogma accettato in tale ambito.
Questa è la realtà, ciò che ogni uomo di buona volontà (e retta ragione) può constatare con i propri occhi e, questo è quello che in primis noi cattolici dobbiamo combattere ed affrontare, consapevoli di seguire l’unica Via – Gesù Cristo – vero ed unico “Medico e medicina” come amava ripetere il grande confessore cappuccino San Leopoldo Mandic.
Vediamo brevemente quali sono le armi con le quali i Nemici della civiltà cristiana combattono ed aggrediscono la famiglia tradizionale, rendendo la società attuale un cadavere maleodorante e pericoloso, dopodiché vedremo il rimedio a tali mali. Divorzio, aborto, omosessualismo, gender, pornografia, promiscuità sessuale, ateismo, queste le frecce con le quali si colpisce e si tenta di abbattere la famiglia, queste le pseudo-libertà che la massa assimila e rivendica poi come propri diritti, gridando contro coloro che non cedono alle tenebre e denunciano questi mali come tali per la famiglia e quindi per la società intera.
La malattia che ha permesso che queste armi fossero innanzitutto create e poi diffuse si chiama laicismo, definito dal Pontefice Pio XI “peste dell’età nostra” e condannato con queste parole:
“La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l’impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto – che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo – di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità…I pessimi frutti, che questo allontanamento da Cristo da parte degli individui e delle nazioni produsse tanto frequentemente e tanto a lungo, Noi lamentammo nella Enciclica Ubi arcano Dei e anche oggi lamentiamo: i semi cioè della discordia sparsi dappertutto; accesi quegli odii e quelle rivalità tra i popoli, che tanto indugio ancora frappongono al ristabilimento della pace…“.
Sante parole – adesso fuori moda – ma sempre valide e soprattutto conformi al Vangelo ed alla Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Fine della diagnosi, adesso passiamo alla cura.
La cura, il Sacro Cuore di Gesù
In questa realtà appena descritta, dove possono trovare (vera) pace e protezione le famiglie contemporanee? Chi può aiutarle e sostenerle? Qual è la medicina giusta per curare questa società-zombie?
I prelati pensano di risolvere questa “situazione” – qualora ne avvertano il pericolo -inventando sempre nuove e fallimentari “strategie pastorali”, la maggior parte della popolazione non avverte nemmeno il pericolo ed il fetore di questa società e, quando ciò non avviene, si affida ad altri suoi simili pur constatandone l’impotenza se non l’immoralità e quindi la deleteria azione.
I cattolici poi hanno dimenticato che “vita est militia super terram” e la maggior parte di essi, ignorando perfino le basi della dottrina cattolica, non solo non combattono le attuali perversioni di massa, ma le credono ormai inevitabili e così facendo favoriscono l’avanzata della Rivoluzione anticristiana che in nome di una falsa libertà e fraternità miete sempre nuove vittime, allontanandole dalla Verità e quindi compromettendo la loro eternità.
Se le nazioni ed i popoli hanno abbandonato la Via, seguendo le false chimere della Modernità, lo dobbiamo a quella peste precedentemente citata (laicismo) che ha estromesso l’unico vero Re dalla società e ha reso i popoli schiavi della finanza e delle ideologie – ciechi guidati da ciechi – destinati alla morte poichè non fondati su Dio ed il suo Ordine.
Quindi, per tornare all’ordine ed alla vera pace dobbiamo tornare a Dio e per far ciò bisogna riconquistare la società dalle fondamenta, ossia dalla famiglia cristiana, da essa appunto dovrà ripartire la Riconquista, cuore per cuore, casa per casa e ben presto vedremo sanate le ferite mortali nelle nostre comunità, fino alle Istituzioni, la «società cadaverica» indietreggerà ed Egli regnerà come è Suo diritto.
Per poter attuare tutto questo, abbiamo una grande arma che Dio stesso nella sua infinita Misericordia ci ha donato: il Sacro Cuore di Gesù, simbolo appunto del suo amore per l’uomo e fonte di vita e santità per ciascuno di noi.
I capi di Stato non accettano il giogo di Cristo?
Noi riconquisteremo la società attraverso la consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore di Gesù, dove Egli regnerà “nonostante i suoi nemici” e come promesso a Santa Margherita Maria porterà pace e consolazioni. Occorre ricostruire la famiglia cristiana per riformare la società e sanarla, occorre che Gesù Cristo torni a regnare sulle nazioni ed i popoli e quindi, bisogna che i capi di famiglia accettino la sua Intronizzazione nelle proprie case, rendendole così veri santuari ove Egli ivi sia onorato e adorato come vero ed unico Re, in spirito di amore e riparazione.
L’Intronizzazione
Essa può definirsi come “il riconoscimento ufficiale e sociale della sovranità del Cuore di Gesù in una famiglia cristiana”, riconoscimento affermato, reso sensibile e permanente dalla collaborazione solenne dell’ immagine del Cuore divino al posto d’onore e con l’atto di consacrazione.
Riporto a tal proposito le parole rivelate da Gesù a Santa Margherita Maria il quale le disse che: “essendo Egli la sorgente di tutte le benedizioni, le spargerà con abbondanza dovunque sarà posta l’immagine del Sacro Cuore per esservi amato e onorato”.
Essa è un omaggio pubblico verso quel Cuore che tanto ha amato (ed ama) gli uomini, tanto da esser trafitto da una lancia per i nostri innumerevoli peccati e che è fonte di ogni consolazione per l’umanità intera.
Attraverso questa pia pratica, la famiglia – piccola patria – diventerà così la scintilla iniziale per la Reconquista e prima società dedita alla riparazione degli oltraggi subiti dal Sacro Cuore, attraverso l’adorazione notturna, la preghiera dinanzi all’immagine intronizzata e l’ora santa ogni venerdì; in tal modo Egli opererà nei cuori della famiglia e li infiammerà, formando veri apostoli in grado di riconquistare il mondo a Dio, testimoniando la Verità, combattendo l’errore e resistendo saldi nella fede come i primi cristiani.
Grande apostolo di questa potentissima devozione fu il R.P. Matteo Crawley Boevey (1875- 1961), il quale intendeva restaurare la regalità sociale di Cristo attraverso appunto tale pratica e sottomise il suo piano prima ai suoi superiori e poi a San Pio X, il quale lo esortò a dedicare tutta la sua vita “a questa opera di salvezza sociale” per la rinascita della Cristianità e la salvezza delle anime.
Nel Diploma Ufficiale dell’Intronizzazione, sottoscritto dalle famiglie che decisero di praticare questa devozione, possiamo leggere:
«Con questo atto, solenne espressione di sincero amore e riparazione, noi sottoscritti vogliamo: proclamare un ufficiale riconoscimento della Regalità di Gesù Cristo, nostro Signore e Maestro; promettere l’incondizionata osservanza dei Comandamenti di Dio e della Santa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana; difendere gli assoluti diritti di Dio dalle sacrileghe violazioni compiute da individui, famiglie e nazioni; sottometterci interamente all’ infallibile autorità del Sommo Pontefice»
Conclusione
Accogliere questo invito, significa accogliere Gesù stesso, significa aprirGli la porta, riparare gli oltraggi e l’odioso crimine della Sua cacciata dalle famiglie, dai Tribunali, dai Parlamenti, dalle scuole e molto spesso dalle chiese stesse dove la sua Dottrina non trova spazio poichè considerata “politicamente scorretta” e non conforme allo spirito post-conciliare, molto in voga nelle nostre parrocchie.
Le famiglie cristiane ed i laici in genere hanno una grande possibilità e responsabilità in questi tempi nefasti, ossia contribuire alla rinascita della Santa Chiesa, affinchè torni ad essere Mater et Magistra e guidi così tutti i popoli verso la vera Patria, il Cielo. Ai giovani dobbiamo assolutamente presentare questa devozione, poichè hanno dentro sè il fuoco, l’ardore tipico della gioventù e questo va orientato nella direzione giusta e qual migliore via se non quella del Sacro Cuore, sotto il quale vessillo combatterono e morirono migliaia di giovani cattolici per la Patria e la Religione!
Chiediamo perciò l’aiuto della Madre di Dio, Maria SS.ma e del suo castissimo sposo San Giuseppe, affinchè le famiglie accettino il “soave giogo di Cristo” e ottengano così la Pace e la prosperità per esse e per il mondo intero.
Infine, cito – ancora una volta – le parole di Pio XI circa l’importanza della consacrazione al Sacro Cuore:
«Per colpa delle trame degli empi, si era giunti al punto di disprezzare l’imperio di Cristo e di dichiarare pubblicamente guerra alla Chiesa, usando leggi e mozioni popolari contrarie al diritto divino e naturale, e facendo proclamare ad intere assemblee : “Non vogliamo che Costui regni su di noi!” (Lc.,19,14). Ma allora, mediante queste consacrazioni, eruppe per forte contrasto l’unanime grido dei devoti del Sacratissimo Cuore, per rivendicarne la gloria e difenderne i diritti, proclamando:“Bisogna che Cristo regni!” (1Cor.,15,25) e “Venga il tuo Regno!” (Mt.,6,10), (…) allo scopo di stringere tutti i popoli nel Cuore del Re dei re e Sovrano dei sovrani»
Cor Jesu adveniat regnum tuum!