Informazione Corretta ed affini non si smentiscono, neanche di fronte ad un minorenne crudelmente ammazzato.
Riportando un post di Gianni Pellegrini (3 luglio) si erano spinti parecchio in là: “Ho appena ascoltato il VERGOGNOSO servizio da Gerusalemme, dove la vostra inviata ha utilizzato e stravolto la notizia del rapimento e assassinio di tre adolescenti israeliani per indottrinare gli Italiani e fare propaganda filopalestinese. Un ragazzo arabo trovato assassinato questa mattina e subito “si sospetta” che sia una vendetta israeliana… Nessun accenno invece al fatto che il ragazzo appartenesse a una famiglia di malavitosi, e che sarebbe stato assassinato dai suoi perché era gay, e era già sfuggito altre volte a dei rapimenti per ammazzarlo. Complimenti a chi usa uno stipendio pubblico per fare propaganda personale!!”.
Il ragazzo palesitinese è stato arso vivo. Le notizie di ieri dimostrano ciò che tutti avevano facilmente intuito. Tre dei sei arrestati hanno confessato e non erano musulmani anti-gaypride.
Il due pesi e due misure di talmudica ispirazione non consente di presentare scuse in casi del genere… chissà poi se Francesco definirà “inaccetabile” anche questo scempio o trattandosi di un giovane palestinese è preferibile “concentrarsi” su altro.
Ardere vivo un ragazzo che non ha fatto niente per vendetta verso non si sa chi è un tipico esempio di coerenza dei gruppi giovanili ebrei definiti da noi con l’appellativo politicamente corretto di “ortodossi” o addirittura “ultraortodossi”.
Sono questi i nostri “fratelli maggiori” ????
Tre ragazzi israeliani sono stati barbaramente massacrati, un ragazzo palestinesi è stato barbaramente assassinato, questa è la realtà, quattro giovani vittime di un odio il quale si trasmette di generazione in generazione, dimenticando le cause iniziali di tale odio, le cause non sono più ricordate ma gli effetti di tali cause rimangono e si trasmettono da padre in figlio, sicché sembra essere una spirale la quale non sembra possibile rompere.
Ma cosa più curiosa, sono le prese di posizione sia pro-israeliana che pro-palestinese, come se colui che sentenzia conosca “realmente” le cause di tali difficoltà, giudizi espressi per lo più da sentimenti politici.
Dovremmo auguraci sia da parte israeliana che palestinese, seguissero l’esempio della disputa/guerra tra Israele e l’Egitto la quale causa si perde ai tempi di Mosè e del Faraone, ma questa loro lotta millenaria fu portata alla fine nel XX secolo con la Pace tra i due popoli, per cui ora vivono in pace in tranquillità, questo possiamo augurarci, da parte nostra preghiamo per le anime di questi quattro giovani che possano almeno nell’amore di Dio riposare in pace.
Francesco
No, no, no. Le cause si conoscono e non sono dimenticate. Non si possono mettere nello stesso calderone israeliani e palestinesi. Questa faciloneria ecumenica che vuole appianare i conflitti con il relativismo e il buonismo è inaccettabile.
Ghislieri
“”No, no, no. Le cause si conoscono e non sono dimenticate. Non si possono mettere nello stesso calderone israeliani e palestinesi. Questa faciloneria ecumenica che vuole appianare i conflitti con il relativismo e il buonismo è inaccettabile.””
Vedi, la storia la conosco come la conoscono molti, il mio non è faciloneria ne tanto meno buonismo ed ” ecumenismo” al quale quest’ultimo sono contrario, ma una soluzione partendo dall’oggi e non dal ieri, cercare un punto d’incontro per iniziare una convivenza pacifica, non vado a risuscitare i fatti del 1948, poiché è storia passata, ma costruire sulla storia di oggi, quante generazioni da quel tempo sono state infarcite di odio e risentimento da entrambi le parti, la pace con questo modus vivendi non è possibile, necessita partire con la volontà di entrambe le parti di risolvere la questione in modo pacifico, allora si costruirà qualcosa di concreto.e duraturo.
Francesco
Lei fa il solito discorso politicamente corretto. Dimentica che sia per gli ebrei (Israele è uno stato confessionale, altro che laicità dello stato) che per i musulmani, a differenza dei cristiani, il perdono non è altro che debolezza e viltà. Non ci sarà mai pace finché le offese non saranno perdonate e dimenticate. Il guaio però è che i fratellini maggiori invece di sforzarsi di dimenticare, si sforzano di ricordare e di far ricordare a tutti, poi applicano di conseguenza la legge del taglione con l’equità simile a quella delle rappresaglie naziste. Da parte loro i musulmani rifacendosi all’islam non sono certo inclini a porgere l’altra guancia. Che pace ci potrà mai essere senza conversione a Cristo?
Ma che conversione ci sarà mai finché si continua con questo ecumenismo buonista e sincretista da due soldi? Con uno che dice che il proselitismo è una solenne sciocchezza
e poi va a deporre corone sulla tomba del fondatore del sionismo o prega con l’imam
che inneggia a vincere la lotta all’infedele, crede sul serio che si possa convincere qualcuno a convertirsi? Secondo me è molto difficile e pertanto non è questione di “tifo” per una o l’altra parte, è questione di metodo.
Se i fatti del 1948 sono fatti passati da dimenticare allora bisogna dimenticare pure i campi di concentramento nazista, le varie celebrazioni pro-Shoa, cosa che mi pare proprio poco desiderata dagli ebrei. Non possiamo cancellare selettivamente pezzi di storia alla bisogna. O si perdona, oppure no, se si perdona si dimentica, altrimenti stiamo seguendo un comportamento ipocrita.
Finchè non si convertiranno non avranno mai pace e se qualcuno glielo dicesse, come facevano i papi di un tempo, farebbe solo bene altro che chiacchiere inutili.
p.s. gli israeliani massacrati non si sa ancora da chi, potrebbero essere stati il classico false flag strumentale, per dar via all’ennesima escalation di violenza nazisionista… ci sarebbe ben poco da stupirsi.
In linea di principio sono d’accordo con quello che affermi, in merito all’ecumenismo penso avrai letto ne sono contrario così come al dialogo interreligioso (ma questo è un altro discorso).
Quanto mi riferisco ai fatti del 1948 dicendo di dimenticare, è ovvio che non intendo dire dimenticare il proprio passato, ma che tale passato serva per non ripetere gli stessi errori, in questo senso è il ricordo dei campi di concentramento, della Shoà, tali eventi non dovrebbero essere il carburante per continuare a ripetere sempre e non si sa fino a quando gli stessi errori.
Su di una cosa non sono d’accordo, sulla “Conversione a Cristo”, tale desidero pur essendo nobile non potrà (almeno come popolo) essere mai realizzato, e non credo che Cristo imponga con la forza tale conversione, vi sono due soluzioni, la prima è quella di trovare un accordo, se lo hanno fatto con L’Egitto non vedo perché non lo si debba fare con i palestinesi, la seconda è lasciare la soluzione alle armi, e qui appare chiaro che la superiorità militare israeliana non ha paragoni, eppure la guerra dei sei giorni dovrebbe insegnare qualcosa ed in effetti ha insegnato, con le armi non si arriva da nessuna parte, con gli accordi invece qualcosa si ottiene, poco ma si ottiene, è evidente che non si può spegnere l’incendio con la benzina, anche se è un liquido.
Eppure anche in casa nostra abbiamo del territorio e minoranze non italiane, ma che convivono con noi, cosa devono fare, prendere le armi per ri-ottenere la propria autonomia come popolo?
Francesco