Le Brigate Golan (IDF) hanno perso stamattina 13 uomini nella battaglia contro Hamas svoltasi nel distretto di Shejaiya (Striscia di Gaza). Il comandante del battaglione è rimasto gravemente ferito. Dopo una brevissima tregua, i combattimenti sono infatti ripresi presso la località di Shejaiya, una delle roccaforti militari di Hamas, con fabbriche d’armi e soprattutto tunnel che serpeggiano nel sottosuolo attraverso il confine israeliano.
Ma la strada per smantellare Hamas è ancora molto lunga.
Il Luogotenente Gantz (IDF) incolpa Hamas per le vittime tra i civili: li obbligherebbe a restare nei luoghi di guerra, nonostante gli inviti da parte israeliana a mettersi in salvo.
Per la giornata di oggi, le vittime palestinesi ammontano a 60 e i feriti a 200. Hamas reagisce all’avanzata israeliana collocando missili anti-tank lungo i percorsi che l’IDF dovrà seguire; ma, soprattutto, cercando di salvare dalla distruzione la punta di diamante del loro assetto strategico, ovvero i tunnel sotterranei. Negli ultimi cinque anni ben 16mila uomini (il 15% circa della forza armata di Hamas) sono stati assegnati alla loro salvaguardia.
Hamas si sente forte e resiste: si stima che potrà reggere tranquillamente per altre 4-6 settimane. Anche per tale ragione, l’IDF ieri ha chiamato alle armi altri 50mila riservisti. In questa situazione, gli appelli per un cessate-il-fuoco sembrano provenire da un altro pianeta.
Fonte: debka