A Carlo Tavecchio, classe 1943, candidato alla presidenza della Federcalcio, è recentemente scappata questa frase: “Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così”. Opti Poba è un nome immaginario, non corrispondente a nessun giocatore reale. Immediatamente sono arrivate le accuse di giornalisti, ex calciatori, politici, che istericamente hanno gridato all’untore per una battuta di presunto sapore razzista. E naturalmente hanno chiesto, a cominciare dagli esponenti Pd della vecchia guardia (come Giovanna Melandri) o della nuova covata renziana (come Debora Serracchiani) le immediate dimissioni di Tavecchio.
Ciò che detesto, in qualsiasi ambiente ed in qualsiasi circostanza, a scuola, sul lavoro, ovunque,è mettere in croce una persona per una battuta, magari anche infelice, ma per una sola battuta. Lo trovo terribilmente vile. Tanto più se questa battuta non risponde ai rigidissimi canoni del politically correct. Mettere in croce una persona per una frase etichettata come “razzista”, “omofoba”, “sessista”, eccetera è semplicemente odioso. I giornalisti benpensanti sono dei maestri insuperabili in quest’arte miserevole. E in ambito politico, gli esponenti della sinistra sono specializzati in questa caccia alle streghe. Devo dire che questa è una delle ragioni principali per cui detesto il Partito Democratico. Questi ex comunisti, a volte pseudocattolici, dopo la caduta del Muro sono passati alla velocità della luce dal modello sovietico al modello “liberal” americano, con tutti gli isterismi che esso porta con sé. Vogliono coprire e far dimenticare i loro infiniti tradimenti (con il passaggio da Marx a market, da Mosca a Washington, dal proletariato alle banche) con l’antirazzismo ideologico , l’antisessismo femminista, l’omofilia obbligatoria. Da questo punto di vista non è cambiato niente tra la vecchia dirigenza e il giovane Renzie. Maestri del più becero terrorismo intellettuale, impiccano la gente alle parole. Per il trionfo del conformismo e dell’ipocrisia.
Martino Mora
Martino, in maniera elegante e forbita hai espresso il pensiero di molti anti PD. A cominciare dalla caduta del famoso muro hanno, passo dopo passo, cambiato il nome del partito fino al classico nome americaneggiante di “democratico”. Hanno avuto una deriva lenta ma costante che li ha portati alla rotta completamente opposta (come d’ d’altronde la “nuova” chiesa) di 180 gradi e….tutti uniti ed inquadrati come sempre…mah…misteri della mente umana!
Condivido pienamente, Marcello
… è un massone
dicono che il mondo moderno abbia distrutto l’idea del peccato: l’idea stessa del male. Con l’eccezione di tre mali assoluti, di tre reati (=peccati) imperdonabili (veri o immaginari ): il Razzismo l’Antisemitismo e l’ Omofobia. A vigilare contro questi peccati di eresia dal politicamente corretto in ogni angolo di strada si levano i tribunali della moderna INQUISIZIONE, e i roghi sempre in piena attività!