di Massimo Micaletti
Così pare che le femministe bolognesi siano tanto infastidite dai Rosari recitati davanti al Sant’Orsola. Del resto, da un’area culturale cui dà fastidio persino il silenzio delle Sentinelle, figurarsi se non ci si poteva attendere qualche ululato all’indirizzo di chi addirittura si permette di pregare! E cosa si sono messe in mente queste paladine? “Se continuate a pregare al Sant’Orsola, noi andremo in San Petronio (la Chiesa più nota di Bologna, in Piazza Maggiore) a distribuire preservativi!”[1]. Terrificante: il coraggio del ragazzo che a Piazza Tien an Men si metteva dinanzi ai carri armati è poco più di una pernacchia, al confronto.
Due parole soltanto su questo modo di ragionare (e già “ragionare” è una parola grossa).
In primis appare davvero indicativo che, mentre costoro identificano il simbolo della cristianità militante nel Rosario, che è in effetti il catalogo sintetico e luminoso della preghiera cattolica, poi rappresentano la summa del loro pensiero nel preservativo. Quale oggetto le rappresenta, cosa rende immediatamente evidente la loro pretesa sempiterna battaglia per la dignità della donna? Il condom, l’oggetto che massimamente rappresenta la cosificazione della donna, quello che la riduce a femmina da intrattenimento ad uso del maschio. Spettacolare.
Va poi posta il rilievo la logica raffinatissima che sta dietro il loro ultimatum: “voi al Sant’Orsola, noi in San Petronio” come a dire “voi a casa nostra, noi a casa vostra”. Eh no, belle, non funziona così: il Sant’Orsola non è casa vostra per niente. Se una Chiesa può essere lato sensu intesa come “casa dei cattolici” – in realtà è casa di Dio, ma guardacaso è il Dio che pregano i cattolici e ci dispiace per gli altri – un ospedale del Servizio Sanitario Nazionale non è casa vostra, è casa di tutti e dovrebbe anzi essere prima di tutto casa della Vita. Perciò una preghiera per la Vita ci sta benissimo, una preghiera per la Vita e per le mamme che si condannano al rimorso ci sta ancora meglio.
Chiedetevi come mai quel Rosario vi dà così fastidio: e non venite a raccontare che “attenta alla laicità”, ché francamente non mi pare che i vostri argomenti siano esattamente da cattedra di Diritto Costituzionale alla Sapienza o all’Alma Mater. Dite piuttosto che quella preghiera è un richiamo alle coscienze, in un luogo, in un contesto ed in un momento in cui davvero quel richiamo potrebbe risvegliare qualcosa in qualcuna e bruciare in un solo istante tutto quello in cui avete creduto e stancamente ribadite di credere. Allora, belle mie, è tutto chiaro: il vostro non è fastidio. E’ paura.
Dove è nata la rivoluzione francese è nato pure il femminismo , tutto tende a sovvertire l’ordine divino scritto nella natura , ma importa ben poco agli emiliani . Purtroppo l’emilia è una terra di gente , io ci vivo , che ben presto mi ha portato alla misantropia.
Vedo gente fedelissima al partito , pure quando ci si dichiara cattolici , Dio passa in secondo piano rispetto al segretario al comando in quel momento. Se si tratta di chiesa e oratorio , tutto tende a cercare in canonica amicizia , prebende appoggi. Trovo peppone e don camillo le persone più squallide che mi sia capitato d’incontrare.
“il Nemico odia la voce che ammonisce”
Adesso ammonire è classificato come poco ” cristiano ” , segui la coscienza ,come insegna bergoglio e sei a posto .