Bergoglio & De Maistre
di Pierfrancesco Palmisano
Fra le tante affermazioni presenti nella ultima intervista rilasciata da Jorge Bergoglio ad Eugenio Scalfari, una di quelle che ha fatto più “sensazione” riguarda il celibato ecclesiastico che, secondo Bergoglio, sarebbe stato introdotto non prima del X secolo.
Altri (penso ad esempio a Messori) hanno dissentito, ribadendo che il celibato risale ai primi tempi del Cristianesimo, addirittura ai tempi apostolici.
Tale tipologia di replica non scalfisce il principio che considera “buono e giusto” tutto ciò che risale ai tempi “archeologici” della Chiesa ed invece una abusiva “sovrastruttura” tutto ciò che è stato aggiunto nei tempi successivi (specialmente medievali).
Vale dunque la pena lasciare la parola a Joseph De Maistre, che parlando del “potere dei Sommi Pontefici” e del suo sviluppo nel corso della storia (ma queste considerazioni sono adattabili all’argomento di cui si è discusso nella chiacchierata Bergoglio-Scalfari), si espresse come segue:
«Una infinità di dotti scrittori, dopo il secolo sedicesimo, ha fatto prodigiosa spesa di erudizione per stabilire, risalendo fino alla culla del cristianesimo, che i vescovi di Roma non erano, nei primi secoli, ciò che sarebbero divenuti poi, supponendo cosi come dimostrato che tutto ciò che non è presente nei tempi primitivi è abuso. Ora, e lo dico senza spirito polemico e senza voler urtare nessuno, essi dimostrano in questo tanto spirito filosofico e tanto vero sapere come se cercassero in un bambino in fasce le vere dimensioni dell’uomo fatto. La sovranità di cui parlo in questo momento è nata e si è accresciuta come le altre. È penoso vedere ingegni di prim’ordine affaticarsi a provare con l’infanzia che la virilità è un abuso, mentre qualsiasi istituzione che fosse adulta nel nascere sarebbe una totale assurdità, una vera e propria contraddizione logica. Se i nemici illuminati e generosi di questo potere (ed esso ne conta certamente molti di questo genere) esaminano la questione da questo punto di vista, come li prego amorevolmente di fare, non dubito che tutte queste obiezioni ricavate dall’antichità si dileguino ai loro occhi come una lieve nebbia».
(J. De Maistre, Saggio sul principio generatore…, XXIII)