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Mi congratulo con Andrea Giacobazzi per il bell’articolo, davvero ben scritto. In merito al contenuto vorrei però fargli notare che prendersela coi fedeli e con qualche parroco di campagna “da Motu proprio” – quelli che lui chiama cattolici “conservatori” – sembrerebbe voler restringere il campo dei responsabili dell’attuale penosa situazione, che affligge la cosiddetta “resistenza”, davvero a quattro miserissimi gatti, i quali in tutta onestà non potrebbero portare un tale peso di responsabilità nemmeno volendolo. Quello che Andrea Giacobazzi riesce invece così ad ottenere è nascondere ben più grandi e gravi responsabilità nei confronti della resistenza cattolica, scompaginata dall’interno per colpa dei suoi stessi “generali”. Capisco che lui, ch’è un cattolico coi fiocchi, cioè un “parrocchiano” della FSSPX, vorrebbe vedere tutti i cattolci che si dicono ancora tali entrare nelle cappelle e nei priorati del Distretto Italia. Si dimentica però che la sua Fraternità Sacerdotale, proprio per non inimicarsi quella stessa “S. Sede” che scomunicò Mons. Lefebvre, ha preferito sacrificare addirittura un Vescovo piuttosto di finire anch’essa come il suo stesso coraggiosissimo fondatore, cioè morto “scomunicato”, imponendo poi contemporaneamente al “fedele medio” il nihil obstat o la consegna del silenzio pena l’ostracismo. Il che è molto, ma molto peggio di una partitella di calcio o il revival liturgico di qualche disperatissimo parrocco nostalgico.
Non è poi affatto questione recente, dato che già all’epoca e poi via via in seguito tutti quelli che intesero portare avanti la battaglia per la fede in maniera incondizionata, ponendo la questione dell’Autorità sui debiti binari, vennero sistematicamente epurati dai vertici di quella collezione di primizie sceltissime che si volle essere l’orto di Ecône – all’epoca in nome del tentato riavvicinamento a quel vero nume tutelare del “Vaticano II” che ha oggi nome di “San K.J. Wojtyla”; nei tempi recenti di Mons. Fellay in nome dell’ultimo “conservatorismo”, inaugurato guarda caso nientemeno che dal “Motu proprio” del 2007, con il cui medesimo spirito animatore se la prende l’estensore dell’articolo qui sopra. Strano allora che uno come Andrea Giacobazzi, che lamenta il fatto che i cattolici non abbiano il “coraggio di fiatare”, non solo non osi alzare la ben che minima critica a quei Principi della Chiesa che soli possono ecclesiologicamente fare qualcosa di reale (preferendosi richiamare invece con tutto agio ad una alquanto discutibile sorta di teutonico “furor di popolo”, del resto sempre puntualmente ricorrente e a buon mercato); ma convenga proprio nelle schiere di coloro che hanno fatto della censura dell’opposizione – cioè dei fedeli e dei sacerdoti scomodi perché troppo loquaci – il proprio marchio di fabbrica lungo gli anni. Tutto ciò solo per giungere oggi a vedersi finalmente riconosciuta quella tanto agognata e rincorsa sottospecie di titolarità legale alla contestazione che però, se è riuscita a fiaccare gli animi, non impensierisce ahimé proprio più nessuno.
Infatti l’articolo di cui sopra e’ riportato tale e quale nel sito ufficiale della stessa FSSPX….
Non serve prendercela con noi fedeli, e dire che non parliamo delle verita’ rivelate da Gesu’ e tutta la dottrina che dovremmo mettere in pratica, una della tante cose, che mi e’ successa nella Santa Messa, prendendo la Santa Eucarestia in ginocchio ero osservato da tutti, poi a fine Messa fuori della chiesa sono andato dal sacerdote, e gli ho detto, posso sembrare strano se prendo la comunione in ginocchio e tutti gli altri fedeli sulla mano, e lui mi ha risposto: stati tranquillo il Signore e’ misericordioso, gli ho risposto, avvengono tanti sacrilegi, durante la messa, e il Signore ha il braccio della misericordia, e il braccio della? be’ non mi ha saputo rispondere, e gli ho risposto il braccio della divina giustizia, non possiamo noi ad andare ad istriure i sacerdoti, se escono dagli insegnamenti di teologia e altro gia’ radicati nella modernita’ e gia’ con dei grossi errori, di false verita’
Andrea, faccio anch’io la Comunione, nelle Messe Novus Ordo cui assisto (ovvio, nelle Messe Vetus Ordo tutti ci si accosta alla balaustra ed è un altro discorso), non proprio inginocchiandomi, ma almeno genuflettendomi, ed ovviamente rigorosamente in bocca. Ma…scusa: quel prete, con quel tranquillizzarti sulla “misericordia” di Dio, intendeva forse dire che, di quella misericordia, avresti bisogno tu? Che saresti tu quello in errore, inginocchiandoti alla Comunione, e non gli altri, ma che Dio, quel Dio tanto buonuomo di tre cotte senza neppure più il “braccio della divina giustizia”, per fortuna esistente soltanto nella fantasia di questi pretucoli per modo di dire, ti perdonerà? Spero di avere frainteso perchè, se così fosse, ahinoi, saremmo proprio alla frutta!!
Tommaso Pellegrino – Torino
http://www.tommasopellegrino.blogspot.com