israeleUn’immagine che lascia poco spazio all’immaginazione e dice tanto sul modus ragionandi dei sionisti: abbiamo sempre ragione noi.

La tecnica è sempre la stessa, banalissimi protocolli d’ intelligence che hanno poco di veritiero e nulla di dialettico: è sufficiente raccontare una vicenda in modo semplice,  con tono letterario divulgativo, al fine di renderla “vicina” all’esperienza di vita di chi legge.

In questo caso, il pezzo riportato in Italia non può che fare riferimento agli anni ’30 e ’40.

 La propaganda nazi-fascista cercò di approfittare cinicamente della tragedia di Gorla per demonizzare le forze democratiche (ancora oggi, pubblicazioni e siti web di nostalgici nazi-fascisti sostengono che “non si trattò di un errore”).

Più i concetti riportati sono banali e vicini al buon senso comune, più sono efficaci ed utili nel sottoporre al lettore indicazioni che lo allontanino dalla realtà. A questo s’aggiunge qualche sillogismo e qualche immagine toccante e la confusione ricercata dagli untori del sionismo è pronta.

Se chi ha realizzato il pezzo riportato dal sito filo-israeliano, avesse voluto fare una comparazione di tipo storiografico, a ragion di verità avrebbe dovuto titolare

“Quando erano le democrazie a bombardare le nazioni sovrane ormai sconfitte, ammazzando senza scrupoli anche i bambini per azzerare le ultime generazioni cresciute coi valori tradizionali”

  Oggi come all’ora, è questo il vero motivo per cui si ammazzano i bambini: eliminare ogni possibile rifiorire dell’identità di popolo.

 

Un territorio prende proprio nome dalla popolazione che lo abita, non il contrario. Ovvero se la Palestina si chiama così è perché ci vivono i palestinesi. Eliminati questi, la Palestina cesserà di esistere.

L’Italia dovrebbe conoscere bene queste vicende. Anche noi abbiamo avuto la nostra “striscia”, in Istria e Dalmazia, nell’ultimo dopoguerra, quando ai nostri connazionali veniva riservato lo stesso identico trattamento da parte dei comunisti titini, che a mezzo violenze e persecuzioni, o meglio dire pulizia etnica, obbligarono all’esodo migliaia di famiglie italiane, lasciando quel pezzo d’Italia in mano al terrorismo rosso.

Ecco, è questa l’accostamento storiografico più azzeccato tra gli anni ’30 e ’40 e la situazione di Gaza. Da una parte un popolo sovrano, quello palestinese, inerme e ridotto alla fame, dall’altro un’accozzaglia di banditi che fanno del terrorismo il proprio stile di vita.

Detto ciò, invochiamo per i bimbi di Gaza la benedizione di San Simonino da Trento, ucciso dalla stessa mano che oggi strazia il cuore delle madri palestinesi.