Di Massimo Micaletti.
Sulla vicenda folle della scultura pedofila “Piggyback” esposta al MAXXI è già stato detto e scritto.
I Giuristi per la Vita hanno persino sporto denuncia. Peraltro, gli autori non sono assolutamente nuovi a porcherie del genere: basta guardare su internet e si constata che orrori sono in grado di produrre, ovviamente con le più fantasiose giustificazioni prodotte da sensibilità morbose e malate che possono concepire ed apprezzare rigurgiti del genere.
Ma la cosa che mi ha più colpito è che alcuni genitori che sono andati al MAXXI con i figli siano rimasti scandalizzati dalla sedicente opera. Scusate, padri e madri che portate i bambini ad un’esibizione di arte contemporanea, ma avete visto o no com’è messa l’arte oggi? Non c’è praticamente distinzione tra una macelleria, una discarica ed un qualunque museo ingombro di “installazioni” e affini. La distruzione dell’estetica c’è ad ogni livello: cosa credevate, che mentre in TV proponevano il Grande Fratello o gli amplessi alle tre del pomeriggio, nei musei non sarebbero arrivati simili orrori? Pensavate che mentre nelle librerie spopolavano Mazzanti, Mazzucco e Brawn qualche disturbato non ne avrebbe tradotta l’estetica in forme materiali? Vi illudevate che mentre alla radio si parlava di orgasmi alle undici del mattino non vi sareste prima o poi imbattuti nella statua di una bimba con un pene in bocca? Credevate che il lordume non sarebbe tracimato?
Questo è uno dei fili conduttori di questo tempo, anzi di tutti i tempi: l’estetica è condivisa, la bellezza o c’è o muore per tutti e quelli che si ritengono eletti spiriti creativi, o loro mentori e critici, marciscono dello stesso morbo che colpisce la parrucchiera, l’avvocato o il meccanico. Uguale. Non serve il MAXXI: la tv, la stampa, il web o la radio sono colme di “installazioni”, sono esse stesse installazioni.
Conseguenze pratiche? Teniamo i bambini lontani dalla televisione, dai libri à la page, dai musei d’arte contemporanea. E’ la stessa identica roba, la stessa identica infezione. Portiamo i bambini al parco, all’acquario, in bici, in montagna ed insegniamogli che sono fatti per la bellezza e non per lo schifo oggi irrorato da ogni parte. Ci sono persone che vogliono uccidere Dio e vogliono arrivarci uccidendo la bellezza, e l’uccidono uccidendo l’Uomo, deturpandone il corpo o schiacciandolo con espressioni ripugnanti o incomprensibili. Perché costoro sanno che l’estetica è da sempre una delle vie che l’Uomo ha per scorgere Dio: “Piggyback”, il Grande Fratello e robe simili vogliono accecarci. Stiamone lontani tutti, da questa permanente raffinata volgare fiera dell’obbrobrio: non ci perdiamo nulla.Nulla.