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di Ilaria Pisa

 

Ha cominciato da Facebook, pubblicando un sermone sulle adozioni a coppie omosessuali (con uno dei due partner genitore biologico), la c.d. stepchild adoption che la magistratura italiana sta cercando di sdoganare, bypassando il potere legislativo. Vi si leggevano perle come

Quando venne introdotta la pillola anticoncezionale, una parte di mondo tuonò che non si sarebbero fatti più figli e che tutto sarebbe finito in una sorta d’estinzione. Quando arrivò la legge sull’aborto, fu ribadita la medesima fobia. Il divorzio, invece, per molti avrebbe distrutto ogni famiglia esistente. 

Forse lo scrittore partenopeo non si è accorto che è proprio questa la realtà che l’Europa (e non solo) sta vivendo.

Nuove ipotesi d’amore familiare non possono essere frenate da bigottismo e paura. Preferire che bambini non abbiano una famiglia, perché l’unica legittima sarebbe una famiglia tradizionale, è una barbarie. 

Ma non esisteva anche un’adozione “normale”? Non sono forse la lunghezza, la difficoltà e la dispendiosità economica della farraginosa procedura di adozione a costituire un ostacolo per i minori in cerca di famiglia? Non è forse questa l’inerzia del legislatore, a fronte di migliaia di genitori potenziali che vogliono dare amore e sostegno a bambini soli? 

Considerare solo la famiglia “tradizionale” come “naturale” è una barbarie. Infelicità e contraddizioni possono accadere, e di fatto accadono, anche in famiglie tradizionali.

Come dire: considerare solo la benzina come combustibile tradizionale per il motore a scoppio è una barbarie. Infatti anche un motore a benzina può guastarsi, quindi bisogna farlo andare a cappuccino.

Rispetto chi non vuole abortire, rispetto chi non sceglierebbe l’eutanasia, rispetto chi crede nella famiglia tradizionale, che le loro scelte, però, non impediscano ad altri di poter accedere invece a un diritto.

Ma diritto de che? Non si sa. Di fronte all’omiletica di Saviano, santone contemporaneo paragonabile a Osho e a Fabio Volo, non si deve argomentare, si può solo annuire con aria assorta e tormentata. Quante ne sa.