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Da lunedì cominceranno nel Sinodo i lavori dei circuli minores, e sono stati resi noti i nominativi degli alti prelati che comporranno la commissione incaricata della stesura della Relatio Synodi, il documento finale dell’assise dei vescovi. 

Con una mossa a sorpresa, il Papa ha deciso di aggiungere ben sei nuovi padri al gruppo ristretto incaricato di stendere la Relatio Synodi, il documento conclusivo di questo Sinodo straordinario sulla famiglia. Oltre al Relatore generale, cardinale Peter Erdo, al segretario speciale mons. Bruno Forte, e al segretario generale, cardinale Lorenzo Baldisseri, faranno parte del “comitato” anche i cardinali Gianfranco Ravasi e Donald Wuerl (arcivescovo di Washington), i vescovi Victor Manuel Fernandez (rettore della Pontificia Università cattolica argentina), Carlos Aguiar RetesPeter Kang U-Il e il Preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolas S.I. [fonte]

Vale la pena di ricordare le parole di alcuni di essi:

– il relatore generale, card. Erdő, lunedì scorso aveva rilasciato alcune scivolose dichiarazioni (secondo il consueto stile “vedo-non-vedo”) dalle quali non siamo usciti pienamente rassicurati sull’ortodossia delle intenzioni del Sinodo: leggere qui;
– dal canto suo, mons. Forte (arcivescovo di Chieti) ha sottolineato che “all’inizio del Concilio vaticano II Giovanni XXIII disse: questo Concilio sarà pastorale, e poi aggiunse che le anime sono da salvare. Lo stesso vale per il sinodo. Non che gli aspetti dottrinali siano ignorati, ma non sono una clava da ribadire in ogni momento. Se dovessimo ripetere ciò che si è sempre detto non serviva fare un altro Sinodo. Se invece facciamo un sinodo, dobbiamo farlo con un approccio anche di ‘tenerezza’, consentitemi la parola, perche parlare in astratto di divorziati risposati può essere facile ma ci sono a volte bagagli di sofferenze… Se incontri queste persone, capisci le loro sofferenze e quindi servono tenerezza e misericordia nel dire la dottrina” (stesso articolo di cui sopra). Sulla tenerezza un po’ asimmetrica di mons. Forte avevamo detto qualcosa qui;
– il card. Baldisseri ha dichiarato alle pagine di Europa: “Francesco, che ha detto tante volte di volere una Chiesa in uscita e non chiusa in se stessa, anche con il sinodo vuole aprire. C’è una porta che finora è rimasta chiusa e lui vuole che si apra. Soprattutto vuole che il popolo di Dio si esprima. Questa è la grande novità. Interpellare la gente comune non era mai avvenuto. Il papa apre alla libertà, senza paura. Se vuole essere davvero ospedale da campo, che cura le ferite gravi, la Chiesa deve farlo. Non che prima non lo facesse, ma ora c’è un atteggiamento nuovo. […] Se questo sinodo il papa l’ha voluto sulla famiglia è perché la famiglia di oggi è diversa da quella di trent’anni fa, ai tempi della Familiaris consortio di Giovanni Paolo II. Se neghiamo questo cambiamento restiamo a duemila anni fa. Dovremo poi valorizzare la collegialità. In questo senso è importante ricordare che il sinodo si concluderà il 19 ottobre con la beatificazione di Paolo VI, proprio il papa che istituì il sinodo dei vescovi perché il metodo conciliare potesse continuare anche dopo il Vaticano II”;
– il card. Ravasi non ha bisogno di presentazioni. Il vaticanista Magister segnala, ex multis, la sua lode a Kasper sulle colonne del Sole24Ore (qui);
– il card. Wuerl sembra fermo nell’affermazione della dottrina, ma poi sdrucciola clamorosamente sul concetto di pastorale, come se si trattasse di qualcosa di radicalmente diverso (qui), sperando intenda soltanto riferirsi ai linguaggi con cui mediare la Verità;
– sulle posizioni di mons. Fernandez abbiamo accennato qualcosa qui;
– del “papa nero” mons. Nicolas abbiamo (purtroppo) ampiamente trattato qui.

“Brace yourselves: relatio is coming”, parafrasando un noto meme internettiano.

 

Radio Spada segue il Sinodo con attenzione. Ecco tutti i nostri articoli sul tema:

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