Cari amici e cari lettori,
nella festa di Cristo Re dello scorso anno, il 27 ottobre 2013, nascevano le Edizioni Radio Spada, naturale gemmazione del nostro blog. Ovviamente ciò che era stato “primus in intentione”, risultava “ultimus in executione”: da molti anni, infatti, pur nelle complesse fatiche dell’agire quotidiano, desideravamo dar vita ad una casa editrice pienamente ed integralmente cattolica. E questo desiderio si veniva formando sotto gli augusti colonnati dell’Ateneo dove alcuni di noi avevano studiato, studiavano ed operavano ovvero l’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano. L’idea embrionale di questa casa editrice vede la luce proprio in quell’Università, in quella comunità d’affetti e di studi, di approfondimenti e di interessi che si viene naturalmente formando negli anni che portano dall’adolescenza alla maturità.
Questo desiderio si doveva però confrontare con un Fatto ineludibile e non ignorabile: la verticale e abissale crisi che la Chiesa cattolica vive a partire dalla “rivoluzione conciliare” degli anni Sessanta. Questa crisi di dottrine dubbie o eretizzanti e prassi ancor più scellerate e distruttive ha imbastardito e radicalmente indebolito l’editoria cattolica di lingua italiana. Accanto ai grandi classici (spesso con introduzioni venefiche), si affolla infatti una ricca schiera ciarlatanesca di instant books di stile, ora argentino, ora bavarese, ora polacco, ora bresciano-bergamasco, di cantori della rivoluzione, di spurii devozionalismi, di teologi della sconfitta, di sociologi del cristianesimo anonimo. Accanto a poche lodevolissime eccezioni, troviamo poi una piccola e variegata zona grigia di cautelosi critici, di gnostici benpensanti, di “ermeneuti della continuità”, di tradizionalisti eterodossi ed eterodiretti, di neo-conservatori all’ombra della stella di Davide, di crociati “stars and stripes“, di atei devoti e devoti atei che monsignor Antonio De Castro Mayer avrebbe definito magistralmente come “la terza forza”, spiacenti a Dio e a li inimici sua.
Troppo facile e troppo comodo per chi ha una Spada come simbolo e ragione sociale, incolonnarsi in uno di questi due schieramenti fintamente opposti. Le edizioni Radio Spada nascono per testimoniare (ad abundantiam visto che esistono altre solide realtà analoghe) che è possibile fare editoria integralmente cattolica, anche oggi, malgrado TUTTO. Cosa ci metteremo e ci stiamo mettendo in più? Un po’ di allegra e picaresca scanzonatura, la valorizzazione di giovani scrittori (giovani o d’età o di spirito), la riscoperta di classici accantonati e una incoercibile vocazione ad essere sempre e comunque “nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
La corda di Radio Spada è tesa e alta e i costi umani per chi vi partecipa notevoli e per taluni elevatissimi: nondimeno siamo sempre contenti di accogliere volenterosi collaboratori che con generosità e sprezzatura si possano dedicare con noi a questo progetto. Quindi non solo accademia, non solo virtualità, non solo lacrimoni e belle parole, non solo nostalgia ma soprattutto Azione culturale contro i modernisti e laicisti, diffusione delle buone idee, difesa della Santa Messa e della Dottrina cattolica, formazione in senso cattolico integrale o almeno pienamente antimodernista di chi legge e chi scrive. Non siamo fantasmi, non siamo SOLO nomi in calce ad articoli ma ragazzi e uomini in carne ed ossa, che vogliono essere al posto giusto, con le idee giuste, nelle trincee della scuola, dell’editoria e della società, in questi tristissimi ed esiziali anni.
E di una cosa siamo convinti: Iddio saprà trarre e già sta traendo, anche da questi anni di confusione, obnubilamento generale e scismi, eroismi nuovi, nuove santità, intelligenze rinnovate, magari nuove milizie sociali per servire Cristo Re nell’ordine temporale, pur tra battaglie e persecuzioni. Nel loro piccolo anche le Edizioni Radio Spada cercheranno di dare un contributo. Voi ci sarete? Ricordatevi: astenersi perdigiorno, anime tenerelle e mercenari.
Piergiorgio Seveso
Se posso permettermi la citazione… “Che la vostra spada resti affilata!”
Grazie Guido. 🙂
Piergiorgio Seveso