Jean_Paul_Laurens_Le_Pape_Formose_et_Etienne_VII_1870

Con questa nota si apre una piccola rubrica, denominata “Noterelle” che stabilmente entra a far parte della rassegna di articoli di Radio Spada. Prima di scrivere ulteriormente, una doverosa premessa ci tocca.

Non vorremmo che il paragone, insito nel titolo di questo pezzo, con il “Sinodo del Cadavere, tenuto nel gennaio 897 contro le spoglie di Papa Formoso, risultasse ingiurioso alla memoria di Papa Stefano.

S.S. Papa Stefano VII non voleva infatti fondare un’ altra Chiesa o annichilire il cattolicesimo romano trasformandolo in una farmacopea eudemonistica, indifferentista e antropocentrica, svenduta al signore di questo mondo, tradendo in questo modo i mandati di Cristo stesso e infrangendo il Munus petrino.  

Voleva invece, spinto da motivi essenzialmente politici e fondandosi su una visione canonistica del Papato ancora incompleta (questa è la questione di maggior peso del Sinodo cadaverico), tenere un sinodo meramente disciplinare per la condanna di Papa Formoso e quindi per l’annullamento del suo pontificato e dei suoi atti.

I particolari macabri del Sinodo del gennaio 897, che tanto piacquero a protestanti e anticlericali di ogni tempo,  sono totalmente irrilevanti, dato che quello che conta è capire se il processo aveva fondamento canonistico oppure no. Si può dire che sostanzialmente il processo si fondava su motivazioni di ordine politico e su contrapposizioni di fazione, era frutto di un periodo assai turbolento della Roma Papale e, alla luce dei pronunciamenti e della prassi pontificia successiva (malgrado la conferma di S.S. Papa Sergio III, anche egli antiformosiano) può essere considerato DE FACTO E DE JURE errato. Ovviamente il Papa, trattandosi di un procedimento disciplinare ad personam, non ha usato dell’infallibilità. Se poi abbia peccato contro carità o giustizia e abbia agito per malevolenza personale, questo appartiene al foro interno del Papa stesso ed il Divino Giudice l’avrà giudicato, al momento del suo Giudizio particolare. Giova sempre ricorda che il  Papa quindi fa “il bene o il male della Chiesa” ESSENZIALMENTE nell’esercizio del Magistero, ovvero nella comunicazione delle Verità e dei precetti divini e nella custodia dei sacramenti come mezzi necessari alla Salus animarum, NON ESSENZIALMENTE nella prassi disciplinare, nelle scelte politiche e, da ultimo,  nella condotta di vita.

In questo “sinodo dei vescovi”,  “presieduto” da Bergoglio,  sul trono, tramutato in banco degli accusati,  non troviamo invero  il cadavere del pur innocente Papa Formoso ma qualcosa di ben più nobile, alto,  inconcusso ed eterno: la morale cattolica, il Magistero ecclesiastico,  la dignità della Chiesa, società perfetta,  che, pur abbracciando i peccatori, rimane immacolata. E la differenza non è di poco conto.   Aggiungiamo poi sommessamente e per inciso: ben altri e assai più fondati sinodi (realmente) cadaverici ci vorrebbero oggi…

Piergiorgio Seveso