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Se queste sono le aperture, abbiamo freddo: chiudete! [RS]

“Anche nelle famiglie accade che il padre e la madre siano uno più preoccupato dell’altro: magari la mamma dice ‘è troppo pericoloso’ e il papà esorta: ‘non abbiate paura’”. Il cardinale di Vienna Christopher Schönborn descrive così “le tensioni che esistono nel Sinodo” in merito ai temi affrontati, prima di tutto sul tema della comunione ai divorziati risposati. […]

“La dottrina – ha ricordato – non è un giogo imposto, l’indissolubilità non è stata insegnata da Gesù come un’imposizione, anzi ha detto: ‘all’origine non era così’. Cioè non ha fatto riferimento a un ideale astratto ma a un cammino reale. I miei genitori erano divorziati, conosco la realtà di questa condizione. […] Il Vangelo e la Chiesa – dunque – parlano della verità e cioè che i figli hanno bisogno di padre e madre. Ma lo fa con compassione e parla di un cammino di fede. […] L’immagine della Chiesa che propone il Papa è quella dell’ospedale di campo. Dobbiamo vivere questa tensione. Non fare partiti ma guardare tutti gli aspetti”.

Il cardinale ha poi affrontato il tema dell’omosessualità chiarendo che “C’è un principio chiaro: dobbiamo guardare alle persone prima che al loro orientamento sessuale. L’accoglienza rappresenta un comportamento umano e cristiano di base. Ognuno ha una dignità che va oltre ogni altra questione. Questo – ha chiarito – non significa che il rispetto è per ogni comportamento umano. Ma non bisogna guardare alla camera da letto delle famiglie. Prima guardiamo al soggiorno”.

Rispondendo a una domanda su eventuali modifiche al Catechismo della Chiesa Cattolica che potrebbero rendersi necessarie, Schönborn ha risposto: “Il catechismo di Trento ha retto 400 anni, non so quanto reggerà quello che abbiamo ora, ma ritengo che la Chiesa manterrà sempre il dono della differenza sessuale, cioè della relazione uomo-donna”. Tuttavia “il Catechismo è chiaro: l’omosessualità non ha nulla a che vedere con il peccato. I rapporti sono un’altra cosa, e non penso che si potrà cambiare fondamentalmente questa visione. Ma nel documento del Sinodo credo che si parlerà piuttosto di accoglienza: è un fattore elementare”. Quanto alla stima per gli omosessuali che è espressa in modo inequivocabile nella relatio post-disceptationem, il cardinale Schönborn ha aggiunto: “io stesso ho raccontato pubblicamente di aver conosciuto una giovane coppia dello stesso sesso e che il loro aiutarsi al momento della malattia di uno dei due è stato esemplare”. “Il Papa ci ha detto: non giudicate ma accompagnate le famiglie”. Ecco un esempio di “accompagnamento pastorale” proposto dal cardinale.

Sull’accesso dei divorziati ai sacramenti, il circolo “Italicus C” ha votato una proposta, “approvata con la maggioranza dei voti”, che “apre tale possibilità in condizioni precise e in momenti definiti della vita ecclesiale e familiare, valorizzando il significato dell’eucaristia come sacramento per la crescita nella vita cristiana, tenendo ferma la dottrina sull’indissolubilità coniugale”. Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli.

 

[Fonti: qui, qui e qui]