A Torino dir qualcosa di cattolico costa una ramanzina. Dell’Arcivescovo.

A Torino dir qualcosa di cattolico costa una ramanzina. Dell’Arcivescovo.

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“Trovo che non sia il caso di mettere in discussione le scelte sessuali delle persone, per di più in un ambiente educativo come la scuola”. L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, bacchetta l’insegnante di religione dell’istituto Pininfarina di Moncalieri che, interrogata da uno studente, ha risposto che l’essere gay “è una malattia e che si può guarire”. Un’affermazione che si ispira elle teorie della “riparazione” sulla omosessualità. E la professoressa ha pure portato esempi a sostegno della sua posizione. “Non credo che a scuola, per di più in una scuola pubblica, si debba affrontare la discussione in questo modo. Si è in un ambiente educativo, dove si forma la persona, bisogna ispirarsi a principi quali il rispetto e l’accoglienza. Soprattutto ora, dopo la discussione che c’è stata all’interno della Chiesa“. L’arcivescovo non condanna l’insegnante, ricorda che esiste “una morale cattolica e che esiste la teoria della riparazione, ma l’Oms non considera più l’omosessualità una malattia da tempo“. E aggiunge: “Ognuno è libero di pensarla personalmente come crede, altra cosa però è discuterne in classe”. Insomma, un comportamento fuori luogo per Nosiglia.E Paolo Montagna, vicesindaco di Moncalieri dove si trova il “Pininfarina”, sottolinea che in città “non c’è spazio né per gli omofobi né per l’omofobia. Ci muoveremo sin da subito per mandare un messaggio forte e adottare efficaci provvedimenti. È importante che sull’episodio venga fatta subito chiarezza: in questo senso il preside gode del pieno appoggio del Comune”.

Anche la Rete degli studenti medi [di cui ricordiamo le fantastiche dichiarazioni, ndr] condanna il gesto dell’insegnante e chiede al ministero e all’Ufficio scolastico regionale di organizzare nella scuola un momento di formazione per i docenti su identità di genere, sesso biologico e identità sessuale. “Chiediamo, ancora una volta, l’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica, e l’introduzione, ad opera di insegnanti laici reclutati dallo Stato, di un’ora di storia delle religioni”.

Il caso arriva in Parlamento: il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della Commissione istruzione a Palazzo Madama, con un’interpellanza urgente chiede conto al ministro all’Istruzione Giannini, definendo la vicenda “intollerabile”. Mentre a Torino il consigliere comunale radicale del Pd, Silvio Viale, non chiede provvedimenti punitivi, “ma un corso di aggiornamento sì. L’omosessualità non è una malattia. Possono esserci comportamenti sessuali patologici, ma nessuno è da considerare malato per la “categoria” a cui appartiene. Anche per questo è importante che lunedì il Consiglio comunale discuta, finalmente, la mozione per la trascrizione dei matrimoni omosessuali nei registri comunali“.

 

 

21 Commenti

  1. Francesco

    “Anche per questo è importante che lunedì il Consiglio comunale discuta, finalmente, la mozione per la trascrizione dei matrimoni omosessuali nei registri comunali”.

    Ecco il vero motivo di tutta questa baruffa.

    L’omosessualità, non è una malattia!!!!!!, bene, ma non è neanche naturale, se non è una malattia e non è naturale allora è un disagio (eufemismo) psicologico, l’orientamento non esiste, o si è maschi oppure femmine, non esiste il terzo sesso, al massimo posso capire il “Transessuale” ma costui o costei agisce per essere quello che è, l’omosessualità, no, si vuol rimanere nel proprio sesso allacciando relazione con chi è dello stesso sesso.

    Il problema è psicologico e non patologico, ma costoro rifiutano a priori che possa esistere tale problematica.

    Vuoi vedere che il buon Dio non sapeva che esistesse un “terzo sesso?”, a farglielo sapere ci sono non i politici, bensì coloro che dovrebbero innalzare la morale di Dio, ma che invece con un ossequio pecoreccio si sottomettono al politicamente corretto.

    Suppongo che sia ora di emanare una legge contro, l’Eterofobia.

    E i danni del libero pensiero non finiscono quì.

    Dio ci perdoni, anzi, li perdoni.

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    • jeannedarc

      in effetti l’assunto della docente è opinabile: vedere un’attitudine come frutto di malattia sterilizza ogni possibile considerazione morale sulla stessa. da notare però che le puntualizzazioni di Nosiglia non vertevano su questo importante aspetto ma sulla solita melassa politically correct e, dunque, anticattolica.

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  2. rosy1957

    Un altro Vescovo ” lavender” o in cerca di appoggi a Roma per la berretta cardinalizia, che già si aspettava, ma non ha avuto ?

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    • cattolico

      E questo è un arcivescovo? ministro di Gesù Cristo? e io dovrei seguire i suoi insegnamenti? “Ognuno può pensarla come vuole”, dice, e lui che ci sta a fare? ma si iscriva al PD al Partito Radicale, ai centri sociali, e non venga ad insegnare ai credenti in Cristo, per favore! Siamo discepoli di Cristo o partigiani del diavolo? ma non c’è più vergogna?

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  3. Fossil

    Io invece trovo che queste cose dette da un Pastore di Santa Romana Chiesa non hanno niente a che fare con il rispetto delle persone. E dove pensa di discuterne il buon Nosiglia se non a scuola? Avrebbe dovuto difendere l’insegnante ed aggiungere altri argomenti a suo sostegno invece di bacchettarla. Ennesimo esempio di una chiesa che si prostra al mondo, di una chiesa d’ispirazione massonica e luciferina.

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    • cattolico

      BRAVO, AMICO MIO, DIMOSTRI CORAGGIO !!! NON COME QUESTI PRETI MODERNISTI, CHE DIO CE NE SCAMPI E LIBERI !!!

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  4. Matteo

    Se la medicina riteneva l’omosessualità una malattia, derubricandola poi in normalità, è ovvio che sbaglia, perché o sbagliava prima oppure sbaglia adesso. Perché credere alla medicina di oggi e non a quella di ieri? Magari tra un anno arriverà qualche altro studio che dirà che invece è una malattia. La questione anche in termini medici attualizzati è posta male. L’omosessualità per la medicina odierna “può essere una malattia” come può non esserlo, quindi dire che è una malattia non è affatto sbagliato.
    (Questo lo dice pure l’OMS).

    La chiesa invece dice questo:
    Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8:
    AAS 68 (1976) 85:
    “Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

    Mi pare quindi evidente che essendo l’omosessualità un chiaro disordine dell’agire
    e del sentire, in termini dottrinali, ed anche secondo la definizione dell’OMS che parla di
    “Patologie correlate all’orientamento sessuale”, l’omosessualità può essere in termini medici una oggettiva patologia ed essendo tale da essa si può guarire eccome.

    L’OMS si riferisce a queste tre fattispecie:
    1) Disordine della maturazione sessuale: Il paziente soffre di incertezza relativamente alla sua identità sessuale o al suo orientamento sessuale, che cause ansia o depressione.
    2) Orientamento sessuale egodistonico: l’identità di genere o la preferenza sessuale (eterosessuale, omosessuale, bisessuale o prepuberale) non è in dubbio, ma l’individuo desidererebbe che fosse diversa a causa di disordini psicologici e del comportamento associati, e potrebbe cercare un trattamento per cambiarla.
    3) Disordini del rapporto sessuale: l’identità di genere o l’orientamento sessuale (eterosessuale, omosessuale o bisessuale) è responsabile delle difficoltà nel formare o mantenere una relazione con un partner sessuale.

    Ovviamente a prescindere dalla presenza o meno di una condizione chiaramente
    patologica secondo la medicina odierna, l’omosessualità è una depravazione ed un disordine morale che per il cattolico sono inammissibili, poi può essere o meno “anche” una patologia psichiatrica.

    Gli Arcivescovi sulla questione sono ovviamente (e non solo in questi casi) talmente ignoranti
    che riescono solo a fare uscite “politicamente corrette” secondo l’andazzo più
    mondano, altro non sanno fare.

    Quando una volta per tutte toglieranno a questi cialtroni anche la possibilità di decidere chi mandare ad insegnare Religione, avremo fatto un passo avanti perché l’ennesimo potere tipicamente ricattatorio di questi prelati verrà meno e si potrà insegnare ai giovani il vero catechismo cattolico che non è certo quello che si insegna nelle scuole autorizzato
    da questi vescovi e arcivescovi che sono solo politicanti e burocrati da quattro soldi.

    Prima tolgono alla CEI e ai Vescovi la possibilità di nominare gli insegnanti di religione e
    meglio è, sarà l’ennesimo orticello di clientele e ricattucci di curia che verrà a mancare
    a questi falsi pastori.

    La retta dottrina cattolica ormai deve essere difesa dai laici, perché la massa di preti vescovi ed arcivescovi sono ridotti ad una corte sfatta di eunuchi capitanati dall’impostore argentino che non è nessuno per giudicare nessuno.

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    • marina

      La legge naturale prevede la monogamia?

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      • jeannedarc

        ebbene sì

        Rispondi
  5. marina

    In che senso?

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    • Francesco

      San Paolo ebbe a dire che “ Gli uomini che non hanno la Legge fanno per natura le cose della legge”, poiché questa legge naturale, fondamentale è iscritta nel cuore (anima) della persona, essa verrà giudicata in base alla sua osservanza, è quella legge la quale ti dice interiormente ciò che è giusto da ciò che non lo è.
      In sostanza la legge naturale rispecchia il “Decalogo”, la coscienza ti dice se una certa azione è giusta o sbagliata e questo a prescindere da qualsiasi appartenenza, andare contro la propria coscienza vuol dire andare contro questa legge.
      Allora ben si comprende che è “naturale” l’unione di un uomo e di una donna, poiché la legge naturale non contempla altre unioni, così come è naturale riversare tutto il proprio amore ad una sola donna, poiché l’unione, spirituale, emotiva, affettiva, fisica, la si ha nella pienezza con una donna sola, sicché la legge naturale contempla solo la monogamia e non la poligamia.

      Rispondi
  6. marina

    Certo, è la legge dei “figli di Noè”, cioè di tutti gli uomini in quanto tali, come dicono anche gli ebrei. Quello che non capisco è come si possa sostenere che le unioni “non tra un uomo e una donna” (cioè, immagino, quelle omosessuali) siano contrarie alla legge naturale – e argomentare dicendo che in natura, immagino intendendo tra gli animali, non esistono queste unioni – e poi egualmente sostenere la monogamia che in natura non esiste, o quanto meno non esiste più spesso delle unioni omosessuali tra animali, che sono documentate in alcuni casi. Riversare l’amore su una sola donna o uomo, per quanto auspicabile e meraviglioso, non ha nulla di naturale.

    Rispondi
    • bbruno

      marina, lei è liberissima di pensarla come vuole (sotto la sua responsabilità ), ma quello che lei pensa non ha nulla a che vedere col pensiero autenticamente cattolico…. e per il quale Dio, il Creatore – parola di Cristo Signore! – dal principio ha fatto l’uomo maschio e femmina, e che nel matrimonio divenissero un corpo solo, che nessuno osasse dividere! Questa è la natura uscita dalle mani di Dio: non confondiamola con la natura corrotta dal peccato dell’ uomo, e che il cristiano sa che solo con la Grazia divina può essere reintegrata nella sua giustizia originale!

      Rispondi
    • Matteo

      La legge naturale ha le sue regole, esse però non sono uguali per tutte le creature. L’uomo non essendo una bestia, in quanto creato ad immagine e somiglianza di Dio ha ricevuto da Dio l’anima (che manca agli animali) e con essa la sua propria natura che è un composto imprescindibile (sinolo) di anima e corpo.
      L’uomo è dotato di intelletto e ragione, mentre la bestia ne è sprovvisto e muove le sua azioni guidato solo dall’istinto.

      La legge naturale di Dio creatore è quindi differente e particolare, ogni creatura ha la sua e l’uomo e la donna ne hanno una tutta particolare e specifica. Non sprecherò tempo a fare citazioni di Sacra Scrittura né di Sacro Magistero al riguardo perché sono argomenti che non attecchiscono con una lesbica militante o un gay di quelli che Bergoglio non è nessuno per giudicare.

      E’ lei, poi, e sono i vari iscritti all’arcigay, magari, ma non la dottrina cattolica, che argomentano prendendo ad esempio le bestie.

      L’amore per una sola donna da parte di un uomo (e viceversa) è invece pienamente e perfettamente naturale e lo è per l’uomo e per la donna, in quanto uomini e donne, non certo per (ripeto) le bestie, perché l’uomo ha una natura propria differente dalle bestie che pure sono vive ma in modo differente.

      Solo all’uomo Dio ha col suo respiro, donato l’anima assieme alla vita.

      Certo è che siccome lei ritiene (e si evidenzia da quello che scrive)
      che uomo e bestie siano uguali in termini naturali, ovvero abbiano la stessa natura, troverà le sue ragioni confermate ma dovrà ammettere
      anche il presupposto essenziale:
      mentre per il cattolico l’uomo (lei compresa) non è una bestia, ma una creatura voluta dal sommo amore di Dio a Sua lode e gloria, destinato alla visione beatifica, e destinatario della Grazia della Sua Legge, per lei invece è una bestia (compresa lei stessa).

      Lei trova quindi innaturale amare un solo uomo (o magari trova naturale la sodomia con altre donne) perché ritiene di essere una bestia qualunque e questo lo sostiene lei stessa ritenendo magari questo assunto persino un sacrosanto diritto: il diritto di essere bestie!

      De gustibus ?!? No????

      Rispondi
      • marina

        Ahahah guardi che io non sono per nulla lesbica, sono sposata (in chiesa) e madre, o forse dovrei dire Sposata e Madre. Immagino che questo mi renda molto più rispettabile, giusto?
        Detto questo, bisognerebbe intenderci su cosa chiamiamo diritto naturale. Mi pare di capire che parlando di diritto naturale in termini razionalistici – l’uomo ha la ragione, a differenza degli altri animali – deduciamo che è secondo il diritto naturale ciò che è conforme a ragione, Grozio: cosa con cui non credo che lei concordi. Se invece intendiamo il diritto naturale come espressione di una legge naturale, scolasticamente, allora a meno di introdurre un elemento di fede – Dio rivela la natura umana – dobbiamo considerare l’uomo all’interno di una serie di dinamiche naturali per cui esiste la poligamia, esiste l’omosessualità, esiste la soppressione del più debole. Se non lo facciamo non è per natura, ma per cultura.

        Rispondi
      • Matteo

        Sposata in chiesa? In quale chiesa scusi?

        Se lei è cattolica sa bene che la legge naturale (il diritto naturale discende dalla “legge naturale” è scritta da Dio e pertanto Lei da cattolica non può non tenerne conto.

        Se invece lei si dichiara atea (anche loro si sposano in chiesa per non so quale strana ipocrisia pagana) allora la cosa cambia e non di poco, perché anche la ragione stessa
        (l’anima razionale è cosa diversa dalla ragione come l’intelletto e la ragione sono due cose differenti, ma il discorso ci porterebbe lontano).

        Anche poi volendo seguire il suo ragionamento ateistico
        in cui lei vuole considerare l’uomo un animale come gli altri il cui unico discrimine sia la ragione (molte filosofie razionalistiche ritengono la ragione umana una semplice serie di impulsi biochimici e nulla di più) esattamente come per la giraffa sia il collo lungo, allora siamo comunque tenuti a considerare in termini razionali che alcuni comportamenti
        presenti in natura sono in realtà aberrazioni dannose e non possono essere favorite o semplicemente ignorate.

        Le posso fare l’esempio della malattia, l’animale che si ammala o guarisce o muore ma non è in grado di fare altro se non seguire il suo istinto, mentre l’uomo quando si ammala sa che può curarsi e cerca di farlo utilizzando gli strumenti conoscitivi che ha.

        Potrei quindi definire in termini semplicemente naturalistici
        ovvero culturali che la poligamia, la pederastia, l’incesto, l’omicidio, la pedofilia, sono aberrazioni, malattie, devianze da risolvere.

        La stratificazione culturale (la cultura come la chiama lei) diviene per l’uomo inserito nel suo schema ateistico una componente pienamente naturale, esattamente come lo è per l’animale l’istinto.

        Se quindi in termini naturali può verificarsi la poligamia o la soppressione del più debole ciò non è più neutro in termini morali solo in assenza di ragione o per puro istinto, ma se nell’uomo le acquisizioni culturali ovvero anche morali sono invece presenti e vanno quindi considerate tutte come normali espressioni di naturalità allora anche per l’uomo queste cose possono essere naturali, ma possono anche non esserlo, dipende dalla cultura di riferimento a cui la definizione di “naturalità” si riconduce.

        Come è evidente quindi si entra in uno schema assolutamente relativistico dove la definizione di
        diritto naturale, anzi dove la espressione stessa di ogni naturalità è definita non dalla realtà in sé ma dalla cultura
        relativa che la inquadra.

        Con questo presupposto qualunque aberrazione morale
        quale ad esempio l’incesto, la selezione razziale, la pedofilia, lo sterminio su base religiosa etc… potrebbero essere normali
        ovvero “naturali” e quindi ammissibili.

        E’ per questo che escludendo una legge naturale superiore
        alla natura stessa l’uomo diventa una bestia e tutta la sua cultura quale che sia diventa semplicemente espressione
        di una bestialità peculiare come peculiare è la lunghezza del collo delle giraffe o la presenza di creste nei galli.

        Spero ora sia chiaro perché la affermazione che l’omosessualità è contraria alla legge naturale è ovvia e fondativa per ogni cattolico. Per l’ateo questo ragionamento non funziona ed è per questo che nella legge naturale la cui fissazione è superiore alla natura stessa, perchè è metafisica e non fisica, l’ateismo è peccato.

        Non è una questione di “rispettabilità”, la rispettabilità
        quella sì è “culturale”, tant’è vero che oggi è assai più “rispettabile” mediaticamente il diritto di un pederasta
        a convolare a nozze che il diritto di un cattolico di definire
        il pederasta un peccatore (come se la categoria del peccato fosse una fattispecie naturale o se preferisce culturale anziché metafisica).

        Ora lei non sarà lesbica né poligama “per cultura” si sforzi pure di non esserlo per fede, perché essere una madre ed una moglie cattolica, richiede coerenza e testimonianza in quello che si crede e lasci perdere queste derive-ateistico relativiste che nulla hanno di cattolico né di razionale.

        In realtà in uno schema veramente cattolico, essere atei è contronatura esattamente come essere omosessuali

        Per l’uomo la fede non è una categoria “innaturale”, tutt’altro, inoltre la fede non è un elemento estraneo alla ragione anzi è esattamente il contrario.

        Evitare di introdurre in uno schema veramente razionale
        l’elemento di fede come fa Lei, questo è innaturale, oltre che pure appunto irrazionale.

        Se vuole approfondire la questione Le consiglio di studiare
        con attenzione l’Enciclica Fides et Ratio, ma la questione era già chiarissima in San Tommaso.

        Per l’uomo è “naturale” e quindi “razionale” pregare esattamente come è innaturale pregare per una scimmia o per un cavallo.

        Cordiali saluti

        Rispondi
      • Matteo

        Verifico la cancellazione di un mio commento in cui non ho espresso nulla di censurabile (o che almeno a me così pare).

        E’ possibile sapere perché il mio commento è stato rimosso?

        Grazie.

        Rispondi
  7. bbruno

    e quell’arcivescovo dà infatti una prova di essere un impostore!

    Rispondi
  8. Francesco

    Posso solo essere d’accordo con l’esposizione di Matteo, ottima, c’è un punto toccato brevemente ed è questo”

    (l’anima razionale è cosa diversa dalla ragione come l’intelletto e la ragione sono due cose differenti, ma il discorso ci porterebbe lontano).

    Non sarebbe male sviluppare questo aspetto, di ciò che è ” l’ISTINTO, l’INTELLETTO, la RAGIONE, la VOLONTÀ'”, sicuramente sarà d’aiuto alla nostra lettrice

    Rispondi
  9. Matteo

    Ha ragione ed infatti lo ho dovuto almeno accennare, concordo poi pienamente sul fatto che una trattazione più esauriente sarebbe
    assai utile.

    Oggi purtroppo la cosiddetta “filosofia liquida” non è più in grado di proporsi come scienza perché rifiuta il suo stesso statuto pertanto il pensiero debole destrutturando tutto in relativismo privo di significato giunge a relativizzare lo stesso relativismo su cui si fonda col risultato di distruggere qualunque forma di coerenza del pensiero e qualunque rigore filosofico.

    Tutto è deteriorato in un sentimentalismo scientista di stampo
    post-freudiano in cui vacui psicologismi ideologici ed utilitaristici prendono il posto della vera filosofia e parimenti della vera teologia.

    Rispondi
  10. Catholicum

    Semplicemente pazzesco.
    Ormai questi falsi preti rappresentano solo più una tonaca vuota.

    Rispondi

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