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Erminia Scaglione ha gentilmente tradotto dal francese per Radio Spada questo pezzo di “Boulevard Voltaire” intitolato: “Habemus Bisounours!”. Pur trattandosi di un sito d’Oltralpe con un’impostazione culturale molto diversa dalla nostra, felicemente condividiamo questo testo con i nostri lettori.

Il Papa simbolizza in maniera esemplare questa sottomissione mascherata del concetto dell’apertura all’Altro

Questo dovrebbe in ogni caso sciogliere ogni dubbio anche alle anime più ingenue: Tutti i sinistrorsi, gli Orsetti del Cuore, i Domenach [http://en.wikipedia.org/wiki/Jean-Marie_Domenach], e persino i Liberali difendono ormai Papa Francesco. Non ci manca altro che lo faccia anche Charlie Hebdo, [giornale pseudo-satirico anticlericale]! Normale: il Papa simbolizza in maniera esemplare questa sottomissione mascherata del concetto di apertura all’Altro… Egli porge la guancia sinistra, povero bambino mio, e riceve per risposta un colpo di sciabola sulla destra!

Lo storico Niall Ferguson, nel suo brillante “Civilisations”, si interroga sulla ragione dello schiacciante dominio del mondo occidentale da cinque secoli a questa parte. Ed egli constata che questa dominazione potrebbe essere sul punto di volgere al termine, perché siamo coscienti ogni giorno meno di che cosa ci definisce come individui occidentali e nel contempo rifiutiamo a tutti i costi ciò che ha creato la nostra superiorità.

Ferguson prende ad esempio le scuole del Vecchio Continente nelle quali si relativizzano tutte le civilizzazioni e dove prende spazio soprattutto la cultura dell’Altro. Papa Francesco, “l’ultimo Papa” secondo alcune profezie, è l’archetipo di ciò che un tempo era glorioso, inginocchiato davanti l’immenso potere della “A” maiuscolo. La “A” maiuscola che definisce l’Altro.

Illustrando la tesi di Ferguson, il recente discorso di Francesco davanti agli eurodeputati ha sicuramente impietrito parecchi tra i suoi sostenitori. Regolarmente applaudito dagli stessi che negano le radici cristiane della nostra storia, il sovrano Pontefice ha una volta ancora fatto appello all’apertura, all’accoglienza dell’Altro…

In una delle sue cronache, Éric Zemmour ha indirizzato una constatazione amara su questa uscita pontificia:

“Papa Francesco parla delle radici dell’Europa, ma senza mai precisare che sono cristiane. Esalta la spiritualità, ma pronuncia a malapena il nome di Dio e non quello del Cristo. Parla di diritti umani, solidarietà, sfruttamento, diversità, ecologia (…) Papa Francesco sta trasformando la Chiesa in una semplice ONG, una via di mezzo tra GreenPeace e Terre d’asile.

Al contrario invece, il deputato verde Eva Joly ha “a-do-ra-to” le parole del Papa:

Secondo lei, il capo della Chiesa ha tenuto “un gran bel discorso, che ricorda i valori di dignità e tolleranza che fondano l’Europa”. La Joly ha apprezzato “questa mano tesa alle forze progressiste che militano per l’accoglienza dei migranti”. Almeno lei ci vede chiaro.

Mentre la Morano confida di aver “pregato”, molto più cinico Jean Marie Cavada ha visto in Francesco “un eccellente direttore della strategia e della comunicazione per l’Europa”. L’italiana Kashetu Kyenge si è sbracciata per mostrare tutta “la speranza” che ha sempre riposto a proposito dei flussi migratori futuri…

Ma non bastava, bisognava assolutamente fare di più. Allora a Istanbul, alla Moschea Blu Francesco si è tolto le scarpe per pregare ed ha offerto un dono al Gran Mufti, il quale in cambio gli avrebbe “spiegato con dolcezza una sura”. Le immagini sono state abbondantemente diffuse dai media francesi. La sinistra stappa lo champagne giubilando: Habemus l’Orsetto del Cuore!