Il tribunale amministrativo di Nantes ha vietato nei giorni scorsi la presenza di presepi negli uffici pubblici in quanto «emblemi religiosi» incompatibili con il «principio di neutralità del servizio pubblico». Quest’anno, dunque, Gesù bambino, pastori, bue ed asinello dovranno restare negli scatoloni, almeno nella sede del Consiglio Generale della Vandea, l’ente che ha perso il ricorso presentato da un’associazione locale.
In Francia la legge sulla laicità del 1905 vieta l’esposizione di simboli ed emblemi religiosi in qualsiasi spazio pubblico, tranne che nei luoghi di culto, nei cimiteri, nei musei o all’interno di mostre.
A La Roche-sur-Yon, in Vandea, in segno di protesta il collettivo studentesco «Touche pas à ma crèche» (non toccatemi il presepe) ha organizzato dei presepi/flash mob in diversi luoghi pubblici. Sulla scena, anche un finto massone munito di scotch per sigillare la bocca a Maria, all’angelo e ai pastori.
Anche la Rete ha reagito. Il meritorio blog Le Salon Beige ha lanciato, sulla scia della «Manif pour Tous», «Des crèches partout!» (presepi dappertutto!): un invito a mettere presepi e presepini nei luoghi di lavoro, di ritrovo o di passaggio. Un modo semplice per tenere viva negli occhi e nei cuori di tutti l’immagine vera del Natale, che sempre più trascolora in una vacua festa di luci, buon cibo e buoni sentimenti.
Uno spunto che varrebbe la pena fare nostro, in Italia: mettiamo in ogni casa, in ogni posto di lavoro, ai crocicchi delle strade una rappresentazione della Sacra Famiglia; disseminiamo il Paese di piccole grotte di Betlemme: ne trarrebbero giovamento tutti.
…”incompatibili con il «principio di neutralità del servizio pubblico».”
Ma quando il “servizio pubbico” si impadronì dello stato si chiese se era compatibile con i principi cattolici della maggioranza della popolazione?