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In Grecia è fallito anche il terzo tentativo per eleggere il presidente della Repubblica. L’ex commissario europeo, Stavros Dimas, un tecnico candidato del premier conservatore Antonis Samaras e dal vice premier Evangelos Venizelos del Pasok, non ha ottenuto i 180 voti necessari, ma solo 168: così il Parlamento sarà sciolto automaticamente ed il Paese andrà ad elezioni anticipate che, secondo gli ultimi sondaggi, vedono al momento favorita la sinistra radicale di Syriza, guidata da Alexis Tsipras, che vuole rinegoziare i termini del “salvataggio” della Grecia (prorogato di due mesi, fino a febbraio) con la cosiddetta troika (UE, BCE e FMI). La borsa di Atene, con l’aumentare dell’incertezza politica, è crollata: l’indice generale della piazza finanziaria ellenica ha perso circa l’11%

Syriza vorrebbe ridurre il peso del debito pari a 330 miliardi di euro, cioè il 175% del Pil, e il costo degli interessi pari a nove miliardi all’anno. Inoltre vorrebbe mettere fine alle politiche di austerity, ripristinando la tredicesima ai pensionati, fornendo l’energia elettrica e buoni pasto alle famiglie bisognose, innalzando da 5mila a 12mila euro la soglia dell’esenzione fiscale.