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di Massimo Micaletti

Dunque i Frati Francescani dell’Immacolata lasciano Teramo.

La notizia non giunge inattesa, ma arriva pur fulminea e fulminante perché diffusa a pochissimi giorni dal passaggio di consegne, che avverrà Mercoledì 11 Febbraio. L’ultima Messa in San Domenico, la chiesa con annesso convento che i Francescani curavano da anni, avrà luogo lo stesso giorno 11, alle sette del mattino.

Poi, il silenzio per un periodo che al momento non si può predire ma che si spera sia breve, il più possibile, anche considerato l’impegno del Vescovo Mons. Seccia per preservare la comunità di fedeli che si era raccolta attorno ai Frati.

Le motivazioni della chiusura sono il trasferimento di due dei Frati della comunità e soprattutto la crisi delle vocazioni. Ora, se qualcuno avesse parlato di “crisi delle vocazioni” dei Francescani dell’Immacolata, solo un paio di anni fa sarebbe stato preso per visionario: si trattava infatti di una Congregazione vitalissima, con afflusso di giovani, ragazzi e ragazze, da ogni parte del mondo per condividerne la spiritualità di dono a Dio, a Maria, di povertà assoluta ed assoluta fedeltà alla Tradizione. Oggi questo non è più, le chiusure di Case e Comunità si susseguono così come aumenta l’emorragia di religiosi e vocazioni: di ciò dovrà pur rendere conto chi insiste a dire che va tutto bene e che la Congregazione sta vivendo nel migliore dei mondi possibili; forse, però, chi è stato chiamato a governare l’Ordine dopo l’allontanamento del fondatore Padre Manelli, considera questa falcidie un salutare opportuno repulisti, sulla via della normalizzazione.