Qui il link alla lettera inviataci dal dirigente di Forza Nuova. Di seguito la risposta di A. Giacobazzi, collaboratore di RS e curatore del volume in questione (cliccare qui per vederne la recensione apparsa su ‘Il Giornale’).
Cronache dal I secolo (dell’Era Fascista)
di Andrea Giacobazzi
Excusatio non petita, accusatio manifesta verrebbe da dire a chi per contestare un post pubblicitario del nostro volume () e per sottolineare l’opera politica cattolica in campo antagonista ammette candidamente che quello della destra radicale è un ambiente “dove per decenni ha imperversato il cosiddetto neo-paganesimo (il quale è tutto ed il contrario di tutto, in sostanza è relativismo)“. Ma se a pochi anni dalla fine del fascismo questo ambiente era così infettato dal peggior relativismo, non sorge qualche dubbio sull’eziologia? “Dai frutti li riconoscerete” si diceva in Terra Santa un paio di millenni a. M. (avanti Mussolini).
Ora, senza permettermi di negare i meriti cattolici descritti nelle prime righe della nota a noi giunta, cerco di dare qualche risposta agli interrogativi posti.
Chiede “Marcus”:
La Chiesa individua nella massoneria un nemico pericolosissimo, la stessa cosa l’ha fatta il fascismo mettendola fuori-legge nel 1925. Che senso ha dileggiare i fascisti che ieri hanno ricordato la fondazione dei Fasci di combattimento, sottolineando che nel 1919 in p.zza San Sepolcro a Milano c’era anche qualcosa di massonico?
Vorrei rispondere, ma non posso. Quando qualcuno che porta gloriosamente la Tiara in testa ha già risposto e lo ha fatto da un’Enciclica (non come privato), credo che dovrò lasciargli la parola. Anno 1931, dice Pio XI:
“Non possiamo invece Noi, Chiesa, Religione, fedeli cattolici (e non soltanto noi) essere grati a chi dopo aver messo fuori socialismo e massoneria, nemici nostri (e non nostri soltanto) dichiarati, li ha così largamente riammessi, come tutti vedono e deplorano, e fatti tanto più forti e pericolosi e nocivi quanto più dissimulati e insieme favoriti dalla nuova divisa”.
Non solo. Nella stessa Enciclica (Non abbiamo bisogno) Pio XI rincara la dose, arrivando a parlare apertamente di anticlericalismo:
“L’anticlericalismo ha avuto in Italia l’importanza e la forza che gli conferirono la massoneria e il liberalismo che lo generavano. Ai nostri giorni poi il concorde entusiasmo che unì e trasportò come non mai tutto il Paese ai giorni delle Convenzioni Laterane non gli avrebbe lasciato modo di riaffermarsi, se non lo si fosse evocato ed incoraggiato all’indomani delle Convenzioni stesse. Negli ultimi avvenimenti, poi, disposizioni ed ordini lo hanno fatto entrare in azione e lo hanno fatto cessare, come tutti hanno potuto vedere e constatare”.
Questi passaggi nel volume curato da Pietro Ferrari e dal sottoscritto sono riportati due volte ciascuno. Difficile non leggerli anche per chi ha l’abitudine di saltare le pagine.
Le righe appena trascritte rispondono ampiamente e millimetricamente al nostro “Marcus” anche sul tema del “capolavoro di Concordato Stato-Chiesa”. Concordato su cui a pagina 12 del nostro libro si può leggere “i meriti di Mussolini in relazione ai Patti Lateranensi sono noti (e coraggiosamente ricordati nell’Enciclopedia Cattolica a guerra finita)“. Ma andiamo avanti:
Prendiamo un altro esempio, i Patti Lateranensi. Di fronte ad un tale capolavoro di concordato Stato-Chiesa – che andava a sanare una ferita profondissima – che senso ha continuare a menarla con la diatriba sorta sulle giuste rivendicazioni espresse da Pio XI nella Non abbiamo bisogno? A me non risulta che la Chiesa abbia formulato una condanna esplicita del fascismo, mentre si sa che ne ha condannato la possibile deriva statolatrica. E quando ci troviamo di fronte alle leggi sociali messe in atto dal Regime, cosa vogliamo dire: che erano contrarie alla dottrina sociale della Chiesa?
Qui mi sorge un dubbio. Dove nel volume si parla di “condanna esplicita del fascismo”? Si indichi la pagina perché il reperimento è difficoltoso. Abbiamo parlato – anche nel titolo – di “opposizione magisteriale”. Opposizione fu. E forte. Magisteriale certamente, trattandosi di una Enciclica. Non “la meniamo” con le diatribe: “la citiamo” nella speranza che qualcuno la legga. Speranza forse vana.
Quanto alla “possibile deriva statolatrica”, Pio XI è molto meno possibilista del nostro “Marcus”. Ecco l’Enciclica:
Or eccoci in presenza di tutto un insieme di autentiche affermazioni e di fatti non meno autentici, che mettono fuori di ogni dubbio il proposito — già in tanta parte eseguito — di monopolizzare interamente la gioventù, dalla primissima fanciullezza fino all’età adulta, a tutto ed esclusivo vantaggio di un partito, di un regime, sulla base di una ideologia che dichiaratamente si risolve in una vera e propria statolatria pagana non meno in pieno contrasto coi diritti naturali della famiglia che coi diritti soprannaturali della Chiesa.
La frase è di una chiarezza cristallina, anche questa citata quasi integralmente per due volte.
Arrivano poi le immancabili “leggi sociali”. Chi si fosse preso la briga di non fermarsi al post pubblicitario e di leggere prima di criticare avrebbe scoperto con meraviglia che a pagina 6 – introducendo la Non abbiamo bisogno – il sottoscritto parla de “il fascismo i cui meriti e le cui realizzazioni sono da difendere con coraggio”.
Continua “Marcus”:
E dalla lotta aperta a liberalismo e social-comunismo – con la condanna esplicita dei miti della Rivoluzione Francese – cosa vogliamo dire: che non erano perfettamente in linea con il magistero ecclesiastico?
Alla Quadragesimo Anno, al tema “sociale” e a quello delle corporazioni è dedicato circa un quarto del totale delle pagine. Alla condanna del comunismo un altro quarto. Metà del volume è su questi temi. Anche qui, basterebbe non fermarsi al post e assumersi la fatica di sfogliare – almeno di sfogliare – il libro.
Prosegue il nostro “Marcus”:
Quando si afferma che la Chiesa ha condannato il fascismo – cosa non vera – si vanifica tutto il lavoro che nell’ambiente si è fatto e si fa per affermare il cattolicesimo. Ma ci rendiamo conto delle grandissime difficoltà che si incontrano nel proporre il cristianesimo ad un ambiente che vede lo spettacolo offerto – soprattutto sul piano mediatico (e questo è un aspetto oggi importantissimo) – dalla attuale gerarchia cattolica?
FN è un movimento politico pieno di limiti, ma di una cosa occorre dargli atto: è riuscito a fare del cattolicesimo, il punto di riferimento imprescindibile della sua visione e della sua azione politica.
Anche qui abbiamo serie difficoltà a rinvenire nel libro o nel post della pagina un (anche indiretto) riferimento a qualsiasi movimento politico contemporaneo. Resto in attesa di numero di pagina o dello screen shot.
Sul tema generale si potrebbe aggiungere molto: dall’uso forte della parola “persecuzione” che Pio XI fece nella sua Enciclica fino – per cambiare ambito – al peso del gentilismo nel fascismo, con tutto ciò che questo implica. Ci fermiamo qui, non vorremmo mai che qualche Papa (anche Pio XII parlò molto chiaramente su questa materia) passasse per “partigiano”.
Il problema è che i forzanovisti e in generale la destra sociale e radicale italiana (ed europea) non dovrebbe guardare al fascismo o al nazionalsocialismo, ma al falangismo spagnolo. Quello sì veramente cattolico ma con l’errore di essersi alleato con i primi due e poi a guerra finita con l’atlantismo americano.
E di aver aver consegnato la corona a juan Carlos….. in realtà in Spagna non il falangismo ma il carlismo è veramente cattolico
Ma il carlismo borbonico non costituisce la vera eredità monarchica.. Henri d’orleans (de La Croix) è il vero erede
Sulla questione “fascismo” (virgolette d’obbligo) in Spagna e Portogallo si parla nelle prime pagine del volume. 🙂
Che poi, ci fosse, allo stato attuale, qualche movimento politico – sul piano dottrinale – migliore di Forza Nuova, potrei anche capire. Sfido i radiospadisti ad individuarlo.
O dobbiamo tutti irretirci ripiegando su Salvini e compagnia bella?
Siamo noi a sfidare lei nel trovarci un riferimento ad FN rispetto a ciò che abbiamo pubblicato 😉
Che dire…pare abbiate ragione entrambi…giusto da parte di RS puntualizzare su alcune derive fasciste ma allo stesso modo capisco le perplessità del camerata.Non è facile essere di “estrema destra” al giorno dogggi,ancora più difficile coniug con cattolicesimo.Non tiriamoci la zappa sui piedi..
Una volta un sacrestano-ministrante,venendo a sapere le mie idee politiche forzanoviste mi disse “qui non si fa politica eh,mi raccomando”.
Allo stesso modo RS mette i paletti come a dire “in sacrestia comando io!”, dato che l’ambiente Tradizionalista è tipicamente di idee nazionaliste…
Un pò una provocazione.
Anche perchè dire “opposizione a Fascismo,nazionalsocialismo,comunismo e liberalismo”
significa che la Chiesa si sarebbe opposta a tutto e vorrebbe una società che vive sulle nuvolette celesti.
Cosa che evidentemente non ha fatto,limitandosi di volta in volta
a condannare o richiamare l’attenzione su determinati aspetti.
E va da se che il minor bisogno di tali attenzioni si ha col Fascismo,mentre con comunismo,nazionalsocialismo e liberalismo sarebbe necessaria una condanna continua.
Se i “grandi problemi” del Fascismo nei confronti della Chiesa sono un superficialissimo anticlericalismo di paese(ben diverso dagli anticlericalismi veri) o una “statolatria pagana” che insegna i valori della Religione e della Famiglia,beh,bei tempi quelli della “opposizione magisteriale al Fascismo”!!!
Ma come sa chiunque sia “cattolico praticante”(come se esistesse un “cattolico non praticante”….) i sacrestani sono fatti così,sono un pò scontrosi e territoriali…
Chesterton disse:
“La cinta esterna del Cristianesimo è un rigido presidio di abnegazioni etiche e di preti professionali”,
avrebbe dovuto aggiungere “e di sacrestani un pò rognosetti e scorbutici ma in fondo in fondo buoni”.
Del peso del gentilismo nel fascismo e delle variazioni occorse nel pensiero di Gentile ha scritto , in modo chiarificante, Vassallo nel suo “il Fascismo e la Tradizione Italiana” ed altrove. Interessante , ancorchè ci condurrebbe lontano dal tema in parola,sarebbe pure una disamina delll’opposizione al neoidealismo coagulatasi intorno alla scuola di mistica fascista
attualmente non esiste in Italia un partito legato alla chiesa come Forza Nuova. Tra i pochi ad avere il coraggio delle proprie idee in un mondo alla deriva…
Condivido.
Esatto. Ma la massa addormentata continua a ignorare ciò e a impegnarsi in tutto per servire la massoneria.
Lo capiranno mai???
Sulle innegabili radici cattoliche del fascismo dopo l’iniziale illusione sansepolcrista e prima del 1929, dei poco noti testi di fervida ammirazione che Mussolini nutriva nei confronti della sana e ruvida vita del parroco di campagna, del rispetto assoluto degli officia della Chiesa e di molto d’altro che concilia Chiesa e fascismo e anzi ne individua necessariamente i punti in comune su questioni fondamentali, dirò modestamente la mia a Verona ven. alle 20.30 per conto di Christus Rex. Ma non tacerò certo gli aspetti negativi (statolatria in primis). Il bilancio del cattolicesimo nel fascismo è ampiamente positivo. Certo, Mussolini non fu Franco, ma non fu neppure Hitler.
Quanto all’opera di cattolicizzazione tradizionale di FN essa, se non deve far passare sotto silenzio le necessarie verità storiche, certo va sostenuta con forza giacché mi risulta che sia l’unica che cattolicizza in senso corretto e non vaticano-secondista (quod Deus avertat) la destra. Altrimenti a chi vogliamo lasciare la pastorale dell’area in cui tutti noi abbiamo condivisioni a vari livelli? A Bergoglio? Al paganesimo? Ci dobbiamo accontentare – nel bene e nel male – di don Giulio (che dovrebbe essere meno gradito rispetto a FN ai detrattori della diffusiolne del tradizionalismo cattolico nell’area)?
L’idolatria della Nazione e dello Stato sono figlie della modernità rivoluzionaria francese e poi del Risorgimento. Non hanno alcun legame con La Tradizione né con la controrivoluzione. E’ giusto condannare politicamente l’individualismo, l’egualitarismo, il liberalismo, il socialismo, il comunismo ma occorre farlo in nome della dottrina di sempre, della famiglia, dei corpi intermedi, delle piccole patrie naturali, delle regioni, dell’idea dell’impero cristiano. Non certo del mito dello Stato moderno e della Nazione che sono figli della modernità rivoluzionaria.
Un interessantissimo dibattito, per riflettere su analogie e differenze, antitesi e sintesi, similitudini e contrasti tra la Tradizione Cattolica (di stampo controrivoluzionario, sostenitrice della famiglia, delle piccole patrie naturali, delle regioni, della gestione feudale del potere, dell’idea dell’Impero Cristiano, dell’alleanza Trono-Altare, ovvero del mondo affermatosi tra il IV e il XVIII sec d.C.) e una certa parte del nazionalismo conservatore novecentesco, la quale, pur avendo avuto origine dall’idealismo post-illuminista (e portandone quindi in seno ideali quali la statolatria, l’idolatria della Nazione, l’asservimento totale allo Stato, il corporativismo, un certo paganesimo, il superomismo finalizzato all’autorealizzazione dell’uomo attraverso la Patria – invece che attraverso il mercato come nel caso del liberismo o attraverso la lotta di classe come nel caso del marxismo), ha però in un certo senso e almeno in parte “redento” il suo “peccato originale”, attraverso la difesa e la propaganda dei modelli sociali e morali prescritti dalla Dottrina, attraverso la condanna alla massoneria e, specificatamente in Italia, attraverso il superamento – con la stipula del Patti Lateranensi – dello strappo Stato-Chiesa avvenuto durante il Risorgimento.