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“La famiglia è una sola”, di Giuliano Guzzo, ed. Gondolin, 2014, p. 110, 12 € (disponibile anche nel formato e-book).

 

di Ilaria Pisa

 

Mediante il connubio, dunque, si congiungono e si stringono intimamente gli animi, e questi prima e più fortemente che non i corpi, né già per un passeggero affetto dei sensi o dell’animo, ma per un decreto fermo e deliberato di volontà; e da questa fusione di anime, così avendo Dio stabilito, sorge un vincolo sacro ed inviolabile.

Tale natura, affatto propria e speciale di questo contratto, lo rende totalmente diverso, non solo dagli accoppiamenti fatti per cieco istinto naturale fra gli animali, in cui non può esservi ragione o volontà deliberata, ma altresì da quegli instabili connubii umani, che sono disgiunti da qualsivoglia vero ed onesto vincolo di volontà e destituiti di qualsiasi diritto di domestica convivenza.

Pio XI

Anno del Signore 2015. Si può anzi si deve, dando compimento alla più nota profezia chestertoniana, scrivere per ribadire quello che un tempo sarebbe stato ovvio, ma che oggi non lo è più perché la retta ragione naturale è stata obnubilata dal sonno del relativismo nichilista. Se poi chi scrive è un sociologo giovane dalla penna brillante, come Giuliano Guzzo, tanto meglio.

Alla stregua del sistema di pensiero oggi in voga, cui aderire per “piacere alla gente che piace”, basterebbe un impulso volontaristico del soggetto, conforme alle sue personali esigenze, ai suoi sentimenti quando non apertamente al suo capriccio, per fondare e definire la realtà della persona e soprattutto la realtà della famiglia. Una realtà data, a suo modo una realtà “rivelata”, che anche nel nostro vissuto – pensiamo alla nostra famiglia d’origine – non è stata frutto di una nostra scelta.

La famiglia ci preesiste. In ogni caso. L’onestà intellettuale sta nel farne oggetto di studio, di tutela, di evangelizzazione; non certo di decostruzione, sostituendo agli elementi costitutivi della famiglia le combinazioni che più aggradano e che la moda del momento suggerisce.

Massimi sistemi? Non esattamente: Giuliano Guzzo non teme di denunciare ciò che si cela dietro al sorridente ed inclusivo “pluralismo familiare” a tinte arcobaleno, che in realtà veicola “l’equivoco dell’esistenza di più ‘famiglie'”, e alimenta quel pernicioso relativismo che, in ambito familiare, è “un modo di leggere le relazioni sociali che, analogamente al relativismo etico – che pone sullo stesso piano, ritenendo equivalenti, concezioni etiche differenti, talora opposte – attribuisce il titolo di famiglia a un numero crescente e potenzialmente infinito di relazioni sociali che hanno come unico requisito i sentimenti vissuti da coloro che le compongono”.

Del resto, le fantasie postmoderne non possono archiviare come anacronistica fissazione dei benpensanti quella realtà socioculturale della famiglia naturale, istituzione che ha attraversato indenne, in senso sia diacronico sia sincronico, le civiltà più disparate senza che “nessuna comunità sia mai riuscita ad escogitare modalità alternative …per assolvere contemporaneamente quattro funzioni fondamentali, ‘distinte e vitali’: quella sessuale, quella economica, quella riproduttiva, quella educativa”.

Attenzione, non si sta parlando solo del movimento contemporaneo per la c.d. marriage equality, quelli dello stucchevole ritornello “love is love”, per intenderci. Che una coppia (uomo-donna) di conviventi more uxorio stia alla famiglia (fondata sul matrimonio) come una teleferica sta a un Frecciarossa è dimostrato da Giuliano Guzzo con copiosa documentazione (capitolo 3). Ecco qualcosa che tappa la bocca agli irriducibili nipotini di Comte, restii a credere anche alla propria immagine allo specchio se non suffragata da studi peer-reviewed, ma disposti a pendere dalle labbra di chi vede gli asini volanti (purché abbia il bollino di un qualche ateneo americano). Giuliano Guzzo sfodera infatti in questo libro una potenza di fuoco bibliografico invidiabile e inoppugnabile, a sostegno di ogni sua affermazione, approntando in tal modo un sussidio – al contempo agile e completo – che si rivela vieppiù utile per chi combatte in trincea (genitori, insegnanti, catechisti) le mortifere ideologie postmoderne sulla famiglia e sull’uomo.

Abbondanza di fonti correda anche una delle verità più scomode, per i perbenisti odierni, sulla battaglia per l’introduzione del “matrimonio” omosessuale: ossia il considerevole volume di interessi economici retrostanti (capitolo 4, leggere per credere).

Un altro totem cui Giuliano Guzzo non risparmia un’impietosa demolizione è il divorzio: e come poteva essere altrimenti, avendo la dissolubilità ad libitum del vincolo coniugale promosso o agevolato, in un mortifero snowball effect – o tsunami, come scrive l’Autore -, ogni altra perversione degli affetti e dei legami umani più intimi.

Insomma, “La famiglia è una sola” è come una partita di munizioni lanciata dall’aviazione alleata su una cittadella assediata, e non può mancare nell’arsenale del cattolico contemporaneo. Lascio la conclusione alle parole con cui l’Autore chiude il suo libro: “[non si avrà davanti una prospettiva] Fino a che il mio ‘io’ non accetterà l’annessione definitiva al ‘noi’, comprendendo come il matrimonio, la famiglia e i figli non siano zavorre ma le vele grazie alle quali la libertà di scelta può finalmente compiersi. Non c’è infatti nessuna scelta autentica nella costante revocabilità di una promessa matrimoniale attraverso il divorzio o di una gravidanza mediante il ricorso all’aborto. La vera scelta si compie accettando tutte le eventualità che questa comporta, difficoltà incluse. Accettando l’unicità della famiglia non come limite, ma come strepitosa occasione per dividere la vita con chi desidera trascorrerla accanto a noi giorno per giorno al fine di renderla più profonda e più leggera”.