di Mattia Rossi
Tra i brani pasquali più rappresentativi in tutta la tradizione cattolica, spicca la sequenza del giorno di Pasqua Victimae Paschali che, fino a domenica prossima “in albis”, risuona nella liturgia cattolica (Vetus Ordo, ça va sans dire).
In essa, appena prima della proclamazione del Vangelo nel quale, davanti al sepolcro vuoto, un angelo annuncia la risurrezione di Cristo, la Chiesa canta le «laudes», le lodi che i cristiani offrono a Cristo Vittima; canta l’«Agnus», l’Agnello pasquale che redento tutto il gregge; canta il «duello mors et vita», la grande battaglia tra morte e vita dalla quale esce vittorioso il nostro «Dux vitae», condottiero della vita; canta il sepolcro vuoto e la gloria del Risorto, gli «angelicos testes», i testimoni angelici, i «sudarium et vestes», il sudario e le vesti; canta Cristo che precede i suoi in Galilea; e si canta, infine, la nostra fede per la quale sappiamo che Cristo «surrexisse a mortuis vere», è davvero risuscitato da morte, e al quale si domanda pietà di noi peccatori.
[Avvertenza: la presente notarella termina qui per gli ecumenically correct. Seguono alcune istruzioni per chiunque desideri continuare la breve lettura nelle righe che seguiranno.
Indicazioni: trattamento sintomatico delle affezioni di ecumenite cronica, conciliarismo, liturgismo paolosestino. Precauzioni per l’uso: la lettura di ciò che segue è vivamente sconsigliata al lettore konciliare. Controindicazioni: causa, nel lettore konciliare, violente reazioni gastrointestinali. Dose, modo e tempo di somministrazione: ecumenisti: mai, neo-eretici “attaccati alla dottrina”: una volta al giorno, per una settimana, a partire dalla domenica di Pasqua. Sovradosaggio: la lettura assidua causa una più corretta comprensione dell’ecumenismo davvero cattolico. Interazioni: l’assunzione congiunta con le “Preghiere del Venerdì Santo” https://www.radiospada.org/2015/04/il-testo-delle-preghiere-da-recitare-il-venerdì-santo-non-leggano-gli-ecumenisti/ accelera i risultati. Effetti indesiderati: scomunica da parte della neo-chiesa.]
Ebbene, a che pro questa rapida ripassata del Victimae Paschali? Solo per dire che noi non lo più ascoltiamo come esso è nato in epoca medievale. La sequenza di Pasqua, infatti, è stata evirata di una strofa (rendendo, oltretutto, la sequenza monca, dal momento che è una forma metrica costruita a coppie AA BB CC…).
La cancellazione della penultima strofa risale al Concilio di Trento e riguarda il versetto nel quale si invita a prestare fede più alla testimonianza di Maria che non a quella «fallace» dei Giudei: «Credendum est magis soli Mariae veraci / quam Iudaeorum turbae fallaci».
Quando venne scritta il Victimae Paschali erano epoche cristiane. E, probabilmente, davvero cattolicamente ecumeniche.
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