di Alfredo De Matteo
E’ ancora forte l’eco dei manifestanti che il 10 maggio scorso hanno attraversato le vie della capitale in difesa della vita. Decine di migliaia di persone, oltre quarantamila secondo le agenzie di stampa, hanno preso parte alla quinta edizione della Marcia per la Vita, un’iniziativa che di anno in anno cresce in termini di consensi e di rilevanza, anche in ottica internazionale.
Ciò sebbene sia stato dato poco risalto alla marcia nei giorni precedenti l’evento, ma questo è un fatto fisiologico in un mondo dominato dalla dittatura del pensiero unico e indicativo, in un certo senso, della bontà dell’iniziativa stessa, che malgrado ciò sta conquistando gradualmente sempre maggiore visibilità grazie alla sua irrefrenabile forza attrattiva ed al permanente gravissimo scandalo dell’aborto e dell’eutanasia.
Impressionante il numero dei Paesi che in qualche modo sono stati rappresentati alla Marcia, tra cui, solo per citarne alcuni, Francia, Germania, Olanda e Stati Uniti, ed incredibile è stato il risalto dato alla stessa dalle agenzie di stampa internazionali, be più prodighe di notizie di quelle italiane.
Via della Conciliazione, luogo di partenza del corteo, ha cominciato ad affollarsi di manifestanti con bandiere, cartelli e striscioni già qualche ora prima delle 14, fino al punto in cui cominciava a risultare difficile spostarsi e comunicare. Toccanti e preziose sia le testimonianze di donne che hanno abortito sia di quelle che hanno invece tenuto il loro bambino, così come le splendenti rinascite spirituali di chi in seguito agli effetti devastanti di un aborto ha trovato la forza ed il coraggio di chiedere perdono a Dio e di cambiare completamente vita. Il tutto efficacemente coordinato dalla regia della Dott.ssa Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia e sua instancabile promotrice.
Verso le 14,30 il corteo è partito e nelle vie del centro cittadino si sono riversate migliaia di persone determinate a rendere visibile e pubblica la loro netta contrarietà all’aborto ed alle leggi che pretendono di legittimarlo, in un clima al contempo festoso di celebrazione della vita. Numerosi i religiosi che hanno preso parte alla Marcia, tra cui il Cardinale Burke, il quale anche quest’anno ha voluto marciare insieme al corteo dei manifestanti.
Tra inequivocabili slogan pro vita e contro la cultura di morte imperante, recite di rosari, canti e danze, il lungo serpentone del corteo è giunto verso le 16 a piazza della Bocca della Verità, dove il colpo d’occhio sulla folla che man mano sopraggiungeva era davvero impressionante.
Qui, discorso di chiusura della portavoce della Marcia ed appuntamento all’anno successivo per la sesta edizione, sempre la seconda domenica di maggio.
Una parola sulle finalità e sugli obiettivi della Marcia: fin dal suo nascere (o meglio, fin dal suo concepimento, tanto per rimanere in tema) la Marcia si è contraddistinta per chiarezza di intenti e per l’assoluta presa di distanza da ogni ipotesi di compromesso sul tema della difesa della vita ed in generale dei valori non negoziabili. C’è chi, con argomenti pretestuosi, ha tentato di gettare fango sull’iniziativa, definendola inutile o addirittura debole nei suoi presupposti. Altri hanno criticato l’appello, connaturato all’evento, ai dati ed alle evidenze di ragione a difesa della Vita, come se ciò rappresentasse un tradimento della nostra Fede. In realtà, il fatto che la più importante manifestazione pro life europea è nata per affermare l’universalità del diritto alla vita costituisce un fattore aggiunto, non certo un limite: con tale intendimento, infatti, non si vuole affatto negare la centralità della Fede cattolica, piuttosto si intende rimarcare che la difesa integrale della Vita si radica anche nella ragione. Pertanto, chiunque condivida con il popolo della vita l’urgenza e la necessità di difendere la vita umana innocente minacciata da pseudo leggi contrarie al diritto naturale e divino, è benvenuto alla Marcia, anche se non professa la Vera Religione oppure se non ne professa neppure una.
A tal proposito, è emblematica e molto suggestiva la bellissima immagine dell’enorme Crocifisso piagato che si stagliava imperioso al di sopra del corteo, con lo sfondo di San Pietro: quasi a rimarcare che Egli è il Condottiero, Suo è il Vessillo.
Ecco perché la Marcia per la Vita intende difendere la vita senza eccezioni e senza piegarsi ad alcuna logica di compromesso, secondo il principio della radicalità evangelica, del sì sì no no. Il manifesto dell’iniziativa è lì a testimoniarlo, così come le inequivocabili dichiarazioni rilasciate dai membri del comitato della Marcia lo scorso 10 maggio nel corso della manifestazione (http://www.cno-webtv.it/marcia-per-la-vita-il-corteo-contro-laborto/) (http://video.corriere.it/roma-marcia-la-vita/df873bc8-f725-11e4-bdc6-f010dce69e19).
Appuntamento, dunque, alla seconda domenica di maggio del 2016, sempre in prima linea per affermare che la vita va difesa dal concepimento fino al suo naturale termine, senza se e senza ma.
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