Riportiamo la relazione tenuta dal nostro Pietro Ferrari venerdì 22 maggio 2015 a Teramo, presso la Sala Arca, nell’ambito dell’incontro promosso da Radio Spada e Confederazione Civiltà Cristiana su “L’invenzione del gender contro scienza, fede e morale”.
di Pietro Ferrari
Donoso Cortés: “…Il punto di divergenza tra il Cattolicesimo e tutte le altre dottrine è il Peccato Originale. Soltanto ammettendone l’esistenza trova un senso il concetto di libero arbitrio: l’uomo è imperfetto, quindi può fare il male, o meglio, può scegliere tra bene e male. Ammettere con Lutero che l’uomo è completamente corrotto equivale a dire che non è libero, perché la possibilità di fare il bene gli è preclusa; si rende quindi necessario il dispotismo. Ammettendo con Rousseau che l’uomo è buono per natura si è costretti parimenti a negare la sua libertà, dando per altro ragione ai socialisti, i quali affermano che il male risiede nella società. Da qui deriva la necessità delle rivoluzioni, affrancatrici dell’uomo da ogni vincolo sociale teso a limitarne il libero sviluppo delle potenzialità…”
Nel kaos postconciliare e presinodale, l’avanzata del ‘clero omosessualista’ (già evidenziata dalla chat del sito ‘venerabilis’) sembra ormai inarrestabile anche a giudicare dalle percentuali con le quali l’episcopato al Sinodo d’Ottobre 2014 ha voluto ‘aprire’ ad approfondimenti in direzione sempre più tollerante: il 75%!! Un passo evangelico abusato dalla componente omosessuale del nuovo sacerdozio, giocando sull’equivoco del termine ‘eunuco’ che in altre culture sta a significare ben altro, è quello di Matth. XIX, 12 che fonderebbe la pretesa normalità (per diritto naturale) dell’omosessuale, priva di qualsiasi connotato di immoralità:
“Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”.
Intanto eunuco significa casto, non omosessuale. I casi esposti (come desumibile dal commentario di Borla e Testore) in realtà sono: difetti fisici e varie cause naturali di impotenza, cause sociali e relazionali per malizia altrui, cause spirituali per volontà propria (le uniche meritevoli).
Se dunque l’omosessualismo pare essere riuscito già ad imporsi in diversi ambienti, così ancora non è per la rivoluzione ulteriore, il gradino successivo e cioè il genderismo, anche se l’insidia è molto sottile e procede anch’essa in modo incalzante. Si ha più rispetto per Madre Terra contro gli OGM, più premura per i prodotti DOC e per la biodiversità che per l’uomo stesso nella sua intima natura, nè angelica, nè animale, nè vegetale ma UMANA, libera e razionale.
Eppure cari pushers dell’assurdo, dovreste capirlo che qualcosa della nostra natura non può essere “scelto” perchè non siamo noi quelli che hanno deciso lo statuto genetico dell’umanità, anzi, il sesso che abbiamo non solo va accettato ma va ‘sviluppato’ ed utilizzato perchè sviluppare la potenzialità della propria natura significa seguire un tracciato dalla potenza all’atto che comunque rimane indirizzato in conformità di quello che siamo, non di quello che crediamo di essere o che vorremmo essere.
Gli esempi si sprecano. Kio e Jazz, due bimbi canadesi che per volontà dei genitori non devono avere un nome maschile o femminile. Storm, altro fratellino (o sorellina) appena “arrivato/a” di cui mai, sempre per volontà dei genitori, si dovrà conoscere il sesso. Saranno i bimbi, una volta maturi a scegliere il sesso che vogliono, a scegliere a quale identità sessuale appartenere.
In Svezia invece c’è l’asilo ‘Egalia’ che lotta contro la discriminazione sessuale. I bimbi, tutti da 1 a 6 anni, non vengono chiamati a seconda del loro sesso e per dire «lui» o «lei» viene usato il pronome neutro svedese «hen», inesistente nel vocabolario svedese ma usato nei circuiti femministi ed omosessuali. I giochi e i libri sono mischiati, nella tipologia e nei colori, senza creare aree spiccatamente femminili separate da zone maschili. Un esperto di differenze di genere segue gli iscritti ed istruisce le maestre, tutto all’insegna della totale parità. In Spagna lo zapaterismo abolì i termini “mamma” e “papà” per sostituirli con genitore a e genitore b, onde non discriminare i bimbi che hanno un famiglia omosessuale con due mamme o due papà. Mi assale un dubbio perfido. In cosa consiste essere genitore b?
Belgio, Danimarca, Norvegia, Spagna, Olanda, Francia, Inghilterra e Svezia hanno già legalizzato le unioni civili omosessuali e lesbiche, il matrimonio gay e l’adozione; Germania e Finlandia unioni civili e adozioni, il Portogallo unioni civili e matrimonio gay, Irlanda, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovenia solo le unioni civili.
In Italia? L’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) dal 2012 col Governo Monti ha esteso il suo raggio d’azione alla tutela dell’omosessualità e commissionava all’Istituto Beck l’elaborazione di opuscoli didattici per le scuole elementari, medie e licei, dal titolo “Educare alla diversità a scuola”. Nel 2013 l’UNAR pubblicava le “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT” che sulla famiglia scrive: “…come è inappropriato denominare il matrimonio tra anziani, matrimonio di anziani, è anche inappropriato denominare il matrimonio di una coppia gay o lesbiche, matrimonio gay, dal momento che l’espressione suggerisce l’idea di un istituto a parte, diverso da quello tradizionale.” In buona sostanza neanche più di ‘diversità da tutelare’ si trattarebbe, ma di una vera e propria guerra al concetto stesso di realtà e di normalità. Il Premier Letta aveva stanziato nel 2013 ben 10 milioni di euro per il programma di “didattica” LGBT nelle scuole.
In sintesi: Odio nei confronti della natura umana e di riflesso nei confronti di quel Creatore che la natura umana ha fatto così. La ribellione contro la creazione va oltre la pretesa uguaglianza degli uomini coi vegetali secondo l’ecologismo estremo, per giungere all’utopìa della negazione del sesso.
La minaccia del Gender si pone come sulfurea tentazione esoterica, che non solo va a forzare la scienza, l’antropologìa e la morale naturale, ma la stessa fede cattolica circa la natura divina e circa la natura umana. Ormai molto oltre il marxismo e il femminismo, oggi l’egualitarismo sfiora il mito dell’androgino per distruggere la diseguaglianza tra uomo e donna alla radice, cancellando sia l’uomo che la donna. Per i cabalisti Dio è bisessuato e androgino, riunisce in sé il principio maschile e quello femminile e procede alle sue emanazioni contraendosi in se stesso. Adamo nella Cabala era autosufficiente e solo successivamente Eva fu tratta da lui, creata da una sua costola. Eva quindi era in lui, il ‘principio femminile’ era in lui: nella sua originaria perfezione Adamo sarebbe stato ermafrodito, androgino. Un ‘Dio androgino’ creatore di una ‘umanità androgina’.
Sappiamo dalla teologìa cattolica invece che Dio è puro spirito, asessuato, né maschio né femmina ma non a caso però Dio si è rivelato a noi come PADRE e non come MADRE, e la seconda persona, quella del FIGLIO (e non ‘della FIGLIA’) si è incarnata in un uomo di sesso maschile, GESU’ CRISTO che è il ‘Nuovo Adamo’ (e non la ‘Nuova Eva’). Tutto ciò doveva in qualche modo essere messo in discussione, soprattutto contro San Paolo (1 Cor. 11, 9): “…l’uomo è immagine e gloria di Dio, la donna è invece gloria dell’uomo” – è per questo che l’uomo prega a capo scoperto e la donna col capo velato – perché “non viene l’uomo dalla donna, ma la donna dall’uomo; né fu fatto l’uomo per la donna, ma la donna per l’uomo”.
San Paolo (Ef. 3, 14): “ Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore.”
La Chiesa è dunque maschilista come pretende il ‘femminismo-omosessualismo-genderismo’? L’uomo e la donna sono ad immagine di Dio per quel che riguarda il principale, cioè l’anima spirituale e le sue potenze, ma solo l’uomo lo è per quel che riguarda gli aspetti secondari. La sottomissione della donna non si giustifica perché essa avrebbe minori qualità o perché nell’ordine della grazia non possa essere superiore all’uomo.
Anche se non direttamente ed esplicitamente abbracciato, non possiamo non evidenziare come il tanfo ‘femminista-omosessualista-genderista’, con le sue origini esoteriche abbia almeno “condizionato” il linguaggio di alcuni sedenti al Soglio Petrino.
Clamoroso fu quanto disse il 10 Settembre 1978 Giovanni Paolo I: “ Dio è padre, più ancora, è madre”.
- Wojtyla nel 1994 – forse involontariamente (!?) – riecheggia la teoria cabalistica della ‘contrazione divina’ e della natura bisessuata di Dio, nella ‘Lettera alle Famiglie’ al
N° 6: “Prima di creare l’uomo, il Creatore quasi rientra in se stesso per cercarne il modello e l’ispirazione nel mistero del suo Essere che già qui si manifesta in qualche modo come il « Noi » divino. Da questo mistero scaturisce, per via di creazione, l’essere umano: « Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò » (Gn 1, 27).
Wojtyla (fonte Sodalitium) lega le due pericopi usando il corsivo come se il testo fosse: “Creò l’uomo a sua immagine; maschio e femmina” e pertanto il ‘NOI’ divino espressione della Trinità, sarebbe immagine della dualità ‘maschio-femmina’ >>> l’uomo assomiglierebbe a Dio nell’essere maschio e femmina!
Addirittura al n° 7 ribadisce quanto aveva detto GP I modificando la Sacra Scrittura: “Quando insieme con l’Apostolo pieghiamo le ginocchia davanti al Padre dal quale ogni paternità e maternità trae nome (cfr Ef 3, 14-15), prendiamo coscienza che l’essere genitori è l’evento mediante il quale la famiglia, già costituita col patto del matrimonio, si attua « in senso più pieno e specifico »(Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, 69). La maternità implica necessariamente la paternità e, reciprocamente, la paternità implica necessariamente la maternità: è il frutto della dualità, elargita dal Creatore all’essere umano « dal principio”.
Anche al n° 9: ‘L’Apostolo, « piegando le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità e maternità nei cieli e sulla terra prende nome »’
E’ mai possibile aggiungere o togliere qualche cosa alla Divina Rivelazione? Assolutamente no, ma Wojtyla ha interpolato San Paolo facendogli dire che ogni maternità viene dal Padre. Dio sarebbe allora Padre e Madre, androgino primitivo vagheggiato dalle tradizioni esoteriche, all’unità del quale bisognerebbe tornare.
Vittorio Messori entusiasta sul Corriere nel Gennaio 1999: “Dio e’ anche Madre” Wojtyla come Luciani Dio e’ padre e madre al tempo stesso. Il concetto, gia’ espresso nel ‘ 78 da Giovanni Paolo I, e’ stato ripreso ieri da papa Wojtyla nell’ udienza del mercoledi’ . Occorre ammetterlo: chi non solo “studia” le questioni religiose, ma partecipa personalmente della prospettiva cristiana, resta sorpreso. Sorpreso, dico, dell’ emozione con cui il media – system accoglie qualunque accenno alla – come dire? – “bisessualita” divina. Ancora non riusciamo a vedere che ci fosse di sconvolgente in cio’ che Papa Luciani ricordo’ , giustamente, come cosa ovvia, di sfuggita (restando poi, ci dicono, interdetto lui per primo dall’ eco suscitata): Dio, cioe’ , e’ Padre ma e’ anche Madre. Cosi’ , non vacilliamo certo per l’ emozione, trovando un cenno “all’ amore materno” in Dio, in uno degli innumerevoli discorsi di Giovanni Paolo II…Solo per convenzione, per nostro difetto di linguaggio, chiamiamo “Padre” Colui che, per il catechismo, e’ la Prima Persona della Trinita’ . In realta’ , da sempre il credente consapevole della sua fede sa che “il Datore di ogni vita” e’ “prima” e “oltre” ogni distinzione terrena: dunque, e’ tanto Padre quanto Madre.
Bontà sua…per il campione del conservatorismo cattolico Vittorio Messori, la Rivelazione diventa una convenzione per difetto di linguaggio !!!
Ma veniamo all’oggi. Nel Gennaio 2015, Bergoglio minimizza la portata del Gender a questione socio-culturale, una questione di “colonizzazione ideologica”:
“Venti anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un prestito forte per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo livello. Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. Questa donna aveva bisogno dei soldi del prestito, ma quella era la condizione … Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo, che è lo stesso che per certi prestiti (si impongano) certe condizioni. Io dico soltanto questa che io ho visto. Perché dico “colonizzazione ideologica”? Perché prendono, prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per (mezzo de)i bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza. I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura. Ma quando vengono condizioni imposte dagli imperi colonizzatori, cercano di far perdere ai popoli la loro identità e fare una uguaglianza. Questa è la globalizzazione della sfera: tutti i punti sono equidistanti dal centro. E la vera globalizzazione – a me piace dire questo – non è la sfera. È importante globalizzare, ma non come la sfera, ma come il poliedro, cioè che ogni popolo, ogni parte, conservi la sua identità, il suo essere, senza essere colonizzata ideologicamente. Queste sono le “colonizzazioni ideologiche”.”
Marzo 2015, Bergoglio è più perentorio ma comunque sempre in chiave pseudo-sociologica: “quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che fa tanta confusione”.
Nel mese di Aprile 2015:
“… mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. La differenza non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre a immagine e somiglianza di Dio … È necessario, infatti che la donna non solo sia più ascoltata, ma che la sua voce abbia un peso reale, un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella Chiesa”.
Bergoglio formula una critica psicologica al gender più che dottrinale e morale, confonde la denuncia della contrapposizione tra uomo e donna con la dottrina paolina della subordinazione della donna all’uomo (accusando la Chiesa di maschiliamo) e ribadisce l’idea di una divinità dai tratti cabalistici.
Pertanto occorre evidenziare come anche nella Chiesa, seppur in forma criptica, si stanno sviluppando i semi della gender revolution. Denunciamo ovunque questa follìa prima che diventi nuovo senso comune, come già è accaduto per divorzio, aborto ed omosessualismo.
Se le tenebre possono insinuarsi ovunque, è sempre la Luce che le dissipa e che ancora prima, le svela.