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Con questo articolo inauguriamo la nuova rubrica di Danilo Quinto per Radio Spada: SECONDO QUINTO. [RS]

 

di Danilo Quinto

Vari siti riportano le dichiarazioni del cardinale Gerhard Ludwig Müller date nel corso di un’intervista a «Katholisch.de», il sito ufficiale della Conferenza episcopale tedesca. Tra queste, colpisce la risposta del cardinale alla seguente domanda: «Il clima recente in ordine alla Fraternità Sacerdotale San Pio X è sorprendentemente tranquillo.  Ci sono forse tentativi di trovare un accordo sospeso o rinviato?». «Non c’è nessun nuovo sviluppo sostanziale» – risponde Müller. «Il Santo Padre auspica» – prosegue – «che continuiamo a provare: ‘Con risolutezza e pazienza’ – ‘con tenacia e pazienza’. Il presupposto per una completa riconciliazione è la firma di un preambolo dottrinale al fine di garantire un pieno accordo nelle questioni essenziali della Fede. Negli ultimi mesi, ci sono stati incontri di vario genere, che hanno lo scopo di rafforzare la fiducia reciproca».

Auspico fortemente anch’io che si possa sviluppare un «pieno accordo» tra la Fraternità Sacerdotale San Pio X e la Chiesa Cattolica – ed è evidente che la questione potrà essere affrontata solo dopo l’esito del Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre – ma mentre sono certo che la FSSPX abbia ben chiare quali siano le «questioni essenziali della Fede», non sono altrettanto certo che questa chiarezza costituisca un tratto distintivo sia dell’attuale pontificato sia del cardinale Müller.

Questi fu nominato nel giugno del 2012 da Benedetto XVI, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che secondo l’art. 48 della Costituzione apostolica sulla Curia Romana, «Pastor bonus», promulgata da Giovanni Paolo II nel 1988, ha il compito «di promuovere e di tutelare la dottrina della fede e i costumi in tutto l’orbe cattolico: è pertanto di sua competenza tutto ciò che in qualunque modo tocca tale materia».

Ci sono almeno tre questioni che sono rimaste inevase (nel senso che non è stata data alcuna risposta) dopo la nomina di Müller a Prefetto di questa Congregazione, che riguardano la sua produzione letteraria precedente e i suoi interventi pubblici, peraltro a perfetta conoscenza del pontefice – ora «emerito» – che, nonostante questo, lo nominò:

  1. a) Nel libro «Dogmatica cattolica: studio e pratica della teologia» (Freiburg 2003, 5a edizione), Müller sostiene che la verginità di Maria non ha a che fare con le «caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù (come la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie), ma con l’influsso salvifico e redentore della grazia di Cristo per la natura umana». Con queste parole, viene o non viene messo in discussione il concepimento verginale?
  2. b) Nel 2002, Müller pubblica il libro «La Messa, fonte della vita cristiana» («Die Messe – Quelle des christlichen Lebens», St. Ulrich Verlag, Augsburg) in cui parla del Santissimo Sacramento. Nel testo, il cardinale sconsiglia l’uso dei termini «corpo e sangue» per i doni eucaristici, termini che potrebbero secondo lui produrre dei «malintesi»: «Corpo e sangue di Cristo non significano le parti fisiche dell’uomo Gesù durante la sua vita o nel suo corpo glorificato». Müller spiega che «Corpo e sangue significano qui piuttosto una presenza di Cristo nel segno mediato dal pane e del vino». La Santa Comunione esprime secondo Müller «la comunione con Gesù Cristo, mediante la consumazione di pane e vino». Egli paragona questo con una lettera che può significare un’amicizia fra due persone: «Presso il destinatario può, per così dire, rappresentare ed incarnare l’affetto del mittente». Müller spiega il pane ed il vino eucaristico come semplici «segni della presenza salvifica di Gesù». Egli poi illustra così il concetto di «transustanziazione»: «L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso antropologico. Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] come frutti della terra e del lavoro umano, come prodotti naturali e culturali, consiste nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana nel segno del pasto comune […]. L’essere naturale del pane e del vino è trasformato da Dio nel senso che questo essere ora dimostra e realizza la comunione salvifica». Siamo o non siamo nel campo dell’eresia? L’Eucaristia è al centro della vita di un cristiano. Da essa discende tutto. Con l’Eucaristia si rinnova il sacrificio del figlio di Dio per noi peccatori. A mio figlio, spiegando la sua Prima Comunione, gli ho detto che avrebbe ricevuto il corpo (vero) e il sangue (vero) di Gesù Cristo. Questo dice da millenni la dottrina cattolica.
  3. c) Durante un discorso in onore del vescovo luterano Johannes Friedrich, l’11 ottobre 2011, Müller afferma: «Il Battesimo è il carattere fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo davanti al mondo in una sola Chiesa visibile. Noi come cristiani, cattolici e protestanti, siamo dunque già uniti in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile. In un senso stretto esistono dunque non tante Chiese, cioè, una accanto all’altra, ma esistono divisioni e spaccature all’interno di un unico popolo e di un’unica casa di Dio». Divisioni e spaccature di cui parla Müller non esistono. Cattolicesimo e Protestantesimo sono cose diverse, non hanno nulla in comune. L’ecumenismo d’accatto ha fatto e fa più danni degli uomini di Chiesa che si comportano non praticando i Dieci Comandamenti. Gesù Cristo non è venuto sulla terra per salvare tutti, ma solo coloro che amano Suo padre, che credono in Lui e nella Chiesa che ha fondato.

So bene che il cardinale Müller, insieme ad altri quattro cardinali – Walter Brandmuller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra e Velasio de Paolis – ha dato alle stampe, un libro dal titolo eloquente, «Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica», tentando, in questa fase così grave, di sgombrare il campo dalla confusione e dall’ambiguità dolose che imperversano. So anche però che le sue posizioni dottrinali precedenti al suo incarico di Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, mai smentite – così come le sue assidue frequentazioni con gli esponenti della Teologia della Liberazione, in particolare Gustavo Gutiérrez – inducono a ritenere che in questo momento storico le «questioni essenziali della fede» possano essere «curate» e «difese» solo grazie ad un intervento soprannaturale.